Repressione: un fronte compatto li seppellirà!

Dal Collettivo di Fabbrica GKN un appello alla solidarietà.

Diffondiamo l’appello del Collettivo di Fabbrica GKN alla solidarietà verso i sindacati SI Cobas e USB a seguito del gravissimo attacco repressivo ricevuto lo scorso 19 luglio. Pensiamo che la presa di posizione del Collettivo di Fabbrica sia importante e che debba avere massima divulgazione e risonanza, specialmente tra tutti gli operai e i lavoratori che sono organizzati o che si stanno organizzando sul proprio posto di lavoro.

Nella nota si spiegano bene e in poche parole le manovre e gli intenti che stanno dietro agli arresti e all’impianto accusatorio: un duro attacco al sindacalismo di base, all’organizzazione dei lavoratori e alle loro lotte contro i padroni.

“abbiamo perso il diritto alla frantumazione. Stare in testuggine, coltivare le nostre differenze all’interno di un unico campo convergente e solidale, non è una possibilità. E’ la sola possibilità.”

Quello che il Collettivo mostra è la forza e l’autorevolezza che simili organismi operai hanno e possono avere per unire ciò che la concorrenza – di tessere, elettorale o quale sia – divide. Questa è la strada che gli operai che si organizzano devono seguire e promuovere: l’unità sugli interessi di classe!

“Quanto accade a Piacenza oggi non è nuovo. Ma ogni volta il livello peggiora. E peggiorerà, se non lo fermiamo.”

E fermarlo significa proprio questo, passare all’attacco compatti. Così ogni attacco repressivo non è un colpo incassato, ma un appiglio per conquistare una posizione. Le prossime date per fare i passi successivi, compatti, cominciano il 3 agosto a Bologna per il riesame e proseguono ininterrottamente per i prossimi mesi.

Nel prossimo periodo Draghi – quello che ha inasprito gli attacchi repressivi a chi cercava di ostacolarlo nella sua opera di lacrime e sangue – non se ne starà a casa a guardare la campagna elettorale, ma avrà mano libera nell’approfittare della fase di “ordinaria amministrazione” prima delle elezioni per proseguire il suo programma, esautorando ancor più parlamento e consiglio dei ministri.

“Se sfondano lì, sfondano dappertutto”. Non facciamoli sfondare, rivoltiamogli contro ogni attacco dichiarando guerra alla loro guerra. Rendendogli ingovernabile il paese e impossibile proseguire con le loro misure!

Noi invitiamo tutti quanti: organizzazioni operaie e di lavoratori, organizzazioni di giovani, di donne, esponenti sindacali e politici a confrontarsi e organizzarsi insieme alla Festa nazionale della Riscossa Popolare. Invitiamo tutti perché sia occasione di coordinamento per costruire un fronte quanto più ampio per bastonare Draghi e cacciare le larghe intese. Per imporre noi lo stato di emergenza e il governo di emergenza popolare che serve.

Di seguito il testo per intero.

***

APPELLO: ciò che è in discussione con gli arresti a Piacenza ai danni Si Cobas e Usb è l’idea stessa di lotta sindacale.

Se sfondano lì, sfondano dappertutto. Fermarli lì, per non essere le prossime e i prossimi.

La neutralità, o anche solo il silenzio, da parte di qualsiasi organizzazione sindacale è un atteggiamento irresponsabile verso le proprie iscritte e iscritti.

Quanto accade a Piacenza oggi non è nuovo. Ma ogni volta il livello peggiora. E peggiorerà, se non lo fermiamo.

In questo caso specifico, l’impianto accusatorio entra nelle dinamiche sociali, politiche, sindacali della lotta, puntando a stabilirne le modalità per via penale.

Siamo al picchetto, allo sciopero, alle rivendicazioni contrattuali migliorative come “azione estorsiva”. Siamo ai soldi versati in cassa di resistenza come “appropriazione indebita”, all’organizzazione della lotta come “associazione a delinquere”, i tesserati e gli scioperanti definiti “adepti”.

L’impianto accusatorio non regge probabilmente nemmeno di fronte all’attuale ordinamento giuridico. Ma che regga o no, il principale scopo è già ottenuto: intanto il faldone con intercettazioni volutamente equivoche gira, diffondendo confusione.

Non ci nascondiamo dietro a un dito. Questura e procura hanno deciso in questo caso di usare come leva per il loro teorema forme di accesa concorrenzialità tra realtà sindacali diverse. Ma qualsiasi sia il giudizio, sindacale, politico e sociale, che possiamo avere di questo livello di concorrenzialità, tale dibattito non appartiene alle forze dell’ordine e mai e poi mai può diventare oggetto di provvedimenti di ordine pubblico.

Tutto questo ci dice solo una cosa: abbiamo perso il diritto alla frantumazione. Stare in testuggine, coltivare le nostre differenze all’interno di un unico campo convergente e solidale, non è una possibilità. E’ la sola possibilità.

Invitiamo tutte e tutti, e soprattutto chi ha ruoli sindacali a qualsiasi livello, a firmare l’appello promosso in solidarietà agli arrestati e/o a scrivere direttamente nei commenti di questo post la propria adesione alla solidarietà. Il 3 agosto saremo a Bologna per il riesame.

Un abbraccio li seppellirà.

#insorgiamo

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