Né con le loro emergenze, né con la loro normalità
Lo stato di emergenza dobbiamo dichiararlo noi
Le aziende chiudono. Come la SANAC a Massa, la GKN a Firenze, la Wartsyla a Trieste, la Whirlpool a Napoli e mille altre.
I posti di lavoro sono sempre meno, sempre più precari, sottopagati, pericolosi.
I lavoratori autonomi e i commercianti sono salassati.
Il costo della vita aumenta e si è fatto insostenibile: carburante, bollette, generi alimentari…
L’emergenza ambientale, combinata alla legge del profitto, spinge verso il razionamento dell’acqua e dell’energia e provoca disastri: incendi, alluvioni, frane… i politicanti fanno tante chiacchiere, ma pensano solo a garantire i profitti, salvo versare lacrime di coccodrillo e gridare alla “fatalità”.
La pandemia è stata occasione in cui sono aumentati speculazioni, malaffare e smantellamento della sanità pubblica: la popolazione è stata abbandonata, terrorizzata, repressa, multata, obbligata a trattamenti “sanitari”… ma il Covid è ancora qui. E per prenotare una visita qualunque ci vogliono mesi.
Il governo Draghi, servo della NATO e della UE, ha condotto l’Italia in guerra contro la Federazione Russa. Il successore del “governo dei migliori”, se sarà espressione degli stessi poteri, continuerà a far pagare il prezzo della guerra ai lavoratori e alle masse popolari: aumento delle spese militari (soldi presi alla sanità, ad esempio), invio di armi al governo e ai battaglioni nazisti dell’Ucraina (che mettono l’Italia fra i paesi belligeranti); rigassificatori e centrali a carbone (per fare fronte alle “sanzioni” contro la Federazione Russa), propaganda di regime, controllo sociale e repressione; guerra fra poveri per evitare che i poveri facciano la guerra ai responsabili del corso disastroso delle cose.
La normalità della classe dominante è un piano inclinato che fa scivolare i lavoratori e le masse popolari, il paese intero, verso il baratro. Le emergenze imposte dalla classe dominante, vere o artefatte che siano, sono la spinta verso il baratro.
Né con le loro emergenze, né con la loro normalità
Lo stato di emergenza dobbiamo dichiararlo noi
Non possiamo più aspettare.
Non possiamo aspettare l’autunno caldo: la crisi è ora e bisogna mobilitarsi ora!
Non possiamo aspettare e sperare nelle prossime elezioni: senza la mobilitazione dei lavoratori e delle masse popolari nelle piazze e nelle strade, nelle aziende e nei quartieri le elezioni sono solo un teatrino.
“Quando il gatto non c’è i topi ballano”
Andiamo a manifestare
Mercoledì 10 agosto – alle 21:00
Concentramento in piazza Garibaldi, Massa (MS)
Fiaccole, tamburi, mestoli e forconi: in piazza per cacciare chi affama i lavoratori e le masse popolari!