Quale unità per costruire un fronte anti larghe intese?

A distanza di un mese dalle elezioni amministrative possiamo dire che la campagna elettorale per le elezioni politiche del 2023 è ufficialmente aperta. Nel panorama di chi si dichiara apertamente contro il governo Draghi e le larghe intese, partiti e organizzazioni hanno cominciato a costruire liste e coalizioni elettorali.

Tra queste ricordiamo il progetto Unione Popolare con De Magistris, la coalizione che fa capo a Marco Rizzo e Unità Popolare, presentata lo scorso 1° luglio al Parlamento di cui fa parte anche il Partito dei CARC.

Tutti questi progetti rappresentano la manifestazione di una spinta all’unità nella costruzione di un fronte popolare, con l’obiettivo di dare una risposta unitaria all’aggravamento della crisi del capitalismo prodotto prima dalla gestione criminale che la classe dominante ha fatto della pandemia da Covid – 19, poi dalla decisione del governo Draghi di portare il nostro paese in guerra al fianco della Nato con le conseguenze che ne derivano per la classe operaia e per il resto delle masse popolari.

E mentre il teatrino della politica borghese manda in scena l’ennesimo atto della crisi politica del paese con le dimissioni del presidente Draghi, prontamente rigettate da Mattarella, per le forze politiche che si dichiarano apertamente contro il suo governo e contro l’installazione di qualsiasi altro governo di larghe intese, si spiana la strada per rafforzare quel fronte capace di portare alla classe operaia e alle masse popolari la prospettiva di governo che serve al paese.

Costruire questo fronte significa prendere atto del fatto che nessuna organizzazione oggi basta a sé stessa per opporsi ai governi di larghe intese, tantomeno basta a sé stessa nel processo di costruzione di un fronte popolare ampio. L’unità di cui c’è bisogno oggi deve racchiudere il vasto e variegato movimento di resistenza che già esiste nel paese contro lo smantellamento dell’apparato produttivo, della sanità pubblica, dell’istruzione, contro il carovita, la guerra e la devastazione ambientale.

Si tratta di un movimento che spinge verso l’unità e verso la costruzione di nuovi rapporti sociali come è avvenuto sul territorio fiorentino dopo la mobilitazione del Collettivo di Fabbrica della GKN, che ha impedito che un’altra fabbrica venisse cancellata dall’apparato produttivo del paese col sostegno e la mobilitazione di giovani ambientalisti e altre organizzazioni operaie e popolari.

Per questo rinnoviamo l’appello a tutte le forze politiche a partecipare al dibattito “Un fronte Comune per liberare il paese dalle Larghe Intese” che si terrà il prossimo 11 agosto a Marina di Massa (MS) nell’ambito della Festa della Riscossa Popolare 2022.

Le forze che vogliono porsi come alternativa al governo del paese allora, devono mettere da parte personalismi e interessi di bottega per attuare una politica classe tale da mettere al centro le necessità delle masse popolari. Questo vuol dire mettere da parte il settarismo e la concorrenza elettorale per avviare un percorso che le porti a coordinarsi e a fare della campagna elettorale strumento per sostenere, alimentare e promuovere la mobilitazione della classe operaia e del resto delle masse popolari contro Draghi e contro i governi di larghe intese e avanzare nella costruzione delle condizioni per un governo che faccia i loro interessi.

È quello che chiamiamo governo di emergenza popolare e che sarà composto da organismi politici e sindacali al servizio delle masse popolari e dei lavoratori, che siano capaci di organizzarsi e organizzare dal basso la riscossa popolare.

Questo il faro che deve guidare comunisti, socialisti, ambientalisti, democratici, progressisti, intellettuali, lavoratori, studenti nello sviluppare fin da subito l’unità d’azione nella lotta di classe in corso: lavorare per instaurare il governo che serve a questo paese, che niente ha a che fare con i governi borghesi che il paese hanno contribuito solo a devastarlo.

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