Nelle ultime settimane in Italia e in tutto il mondo abbiamo assistito ad alcuni degli effetti più preoccupanti della crisi climatica che è in atto da decenni. Record di temperature, siccità, incendi e scioglimento dei ghiacciai sono quelle più evidenti. Colpiscono le immagini del livello dell’acqua del fiume Po ai minimi storici (al 20% della portata consueta) e i laghi che si stanno progressivamente svuotando a causa della poca neve caduta d’inverno. Colpiscono soprattutto catastrofi come quelle della Marmolada che hanno responsabilità precise e che sono nei fatti degli omicidi che vanno a sommarsi ai morti sul lavoro e ai morti per lo smantellamento della sanità.
Le responsabilità sono di chi da decenni fa profitto sulla pelle delle masse popolari, di chi specula e si arricchisce con la devastazione ambientale. Di chi usa le tecnologie che abbiamo a disposizione non per la sua salvaguardia e la messa in sicurezza della collettività, ma per la guerra e per i propri traffici. Poco contano quindi le sceneggiate dell’Unione Europea e del governo Draghi, che sembrano cadere dalle nuvole: “Se non è questo il momento” di agire sul clima, “quando?” dice il vicepresidente della Commissione UE Frans Timmermans, mentre Mario Draghi dà il via libera ai piani di emergenza regionali.
La responsabilità verso la collettività invece è quella di chi non si sveglia oggi, ma da anni è attivo nel denunciare la gravità della crisi ambientale che stiamo vivendo e che si organizza per invertire il corso delle cose. Quella di chi mette in campo mobilitazioni e blocchi che rendono l’emergenza climatica un problema di ordine pubblico, un problema politico. Parliamo delle centinaia di comitati ambientalisti presenti in tutto il paese, parliamo del movimento NO TAV, di Fridays for Future e Extinciton Rebellion. Parliamo degli attivisti di Ultima Generazione, che nelle ultime settimane hanno fatto parlare di sé per i blocchi stradali di protesta sul Grande Raccordo Anulare.
Ha ragione chi si organizza e si mobilita senza farsi legare le mani dalle regole della classe dominante e del senso comune. Chi lo fa è deciso a vincere e sa che farlo è possibile e urgente. Per arrivarci alla vittoria bisogna costruire attorno alle singole lotte una rete di alleanze, di sostegno e solidarietà, in primis con i lavoratori in lotta come il Collettivo di Fabbrica GKN, come già il Fridays For Future sta facendo. Vincere per ogni lotta in corso – da quella ambientale a quella per il lavoro – è possibile solo avanzando compatti verso un obiettivo comune: cioè che il governo del paese faccia gli interessi della collettività e non degli speculatori.
Il passo necessario è quindi costruire i rapporti di forza per imporlo dal basso un governo che prenda misure urgenti per invertire la rotta: tutelare l’ambiente, la salute e il lavoro. Questo è quello che serve: un governo che pianifichi la produzione e la distribuzione in base alle necessità e non al profitto, che converta le produzioni inutili e renda sicure quelle che oggi sono inquinanti e dannose, che indirizzi la ricerca a questi scopi. Insomma serve un governo che faccia gli interessi dei giovani, di chi la mattina deve andare a lavorare per vivere e dell’ambiente e che rompa invece con quelli di Confindustria e soci. Questo è un passo concreto che ci permette di avanzare nella costruzione di quello che siamo certi essere l’obbiettivo finale, ovvero l’instaurazione del socialismo, la soluzione definitiva alla crisi del capitalismo in corso.
Il primo obiettivo comune su cui far convergere tutte le forze è mobilitarsi subito per far cadere definitivamente Draghi e rendere il paese ingovernabile a tutti i partiti delle larghe intese e ai loro governi. Sono questi oggi i principali nemici di tutte le lotte in corso.
Questo è anche il contenuto politico della Festa nazionale della Riscossa Popolare che come P.CARC organizziamo a Marina di Massa (MS) dall’11 al 16 agosto 2022. Un’iniziativa politica di confronto, di organizzazione e di lotta che ha l’obiettivo di coordinare comitati e organismi attivi da un capo all’altro del paese in un percorso comune per non sottostare alla loro emergenza (quella della classe dominante) ma dichiarare il nostro stato di emergenza dal basso.
Per questo invitiamo tutti i giovani che hanno a cuore il tema della tutela della difesa dell’ambiente a partecipare e a far partecipare ai dibattiti, ai tavoli e alle tante attività collettive che si svolgeranno nelle diverse giornate.
Prossimi appuntamenti:
16 luglio Marcia contro la devastazione delle Apuane
14 -17 luglio Campeggio giovani NO TAV
23 – 24 luglio Campeggio di lotta NO TAV
25 – 29 luglio Climate Social Camp
29 – 31 luglio Festival Alta Velocità
5 – 7 agosto Campeggio No MUOS
11 – 16 agosto Festa nazionale della Riscossa Popolare