Saluto del compagno Ulisse per il dibattito “Cacciare il governo Draghi: sfrattare padroni e guerrafondai” della Festa di Riscossa Popolare – Campania

Rilanciamo a seguire il saluto che il compagno Ulisse, segretario generale del (nuovo) Partito Comunista Italiano ha inviato per il dibattito “Cacciare il governo Draghi: sfrattare padroni e guerrafondai” organizzato dalla Federazione Campania del P.CARC nell’ambito della Festa della Riscossa Popolare locale.

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1° luglio 2022

Dibattito “Cacciare il governo Draghi: sfrattare padroni e guerrafondai”

Contributo del CC del (n)PCI

Cari compagni,

a nome del (nuovo)Partito comunista italiano ringrazio il compagno Marco Coppola responsabile della Festa della Riscossa Popolare della Federazione Campania del P.CARC che ci ha invitato a questo dibattito. Partecipare a iniziative come questa è per noi importante. Il P.CARC è nostro partito fratello perché, oltre a sostenere al meglio delle sue capacità come altri organismi comunisti e progressisti la resistenza delle masse popolari alle imposizioni della borghesia e del clero, condivide con noi l’obiettivo di creare le condizioni per la costituzione del Governo di Blocco Popolare, una tappa della rivoluzione socialista che il (n)PCI promuove e che sfocerà nell’instaurazione del socialismo, prima tappa della società comunista che è il futuro dell’umanità.

Infatti la storia del secolo che abbiamo alle spalle e l’attuale corso delle cose confermano pienamente la tesi che Marx ed Engels hanno proclamato a conclusione del capitolo 2 del Manifesto del partito comunista del 1848. In particolare lo ha confermato la storia della costruzione del socialismo in Unione Sovietica e della corrosione di questa dopo l’avvento al potere nel 1956 dei revisionisti moderni fino alla sua dissoluzione nel 1991 con l’epoca di nera e sfrenata reazione che ne è seguita. Lo ha confermato la storia dei paesi imperialisti con le grandi conquiste di civiltà e benessere strappate dalle masse popolari alla borghesia e la loro sistematica eliminazione iniziata negli anni ’70 e ancora in corso. Lo confermano la guerra e la catastrofe ambientale che incombono sull’umanità a causa del permanere del sistema capitalista nonostante esso un secolo fa sia entrato nella sua fase imperialista, di predominio del capitale finanziario e speculativo sul capitale industriale.

Ma in cosa consiste il socialismo che noi vogliamo instaurare? Tre sono le sue caratteristiche principali: 1. la direzione politica del paese è nelle mani degli organismi operai e popolari, cioè delle masse popolari organizzate; 2. l’apparato produttivo è un’istituzione pubblica che svolge attività pianificate per soddisfare i bisogni della popolazione residente e delle sue relazioni di solidarietà, collaborazione e scambio con altri paesi; 3. e principale tra le tre, tutte le risorse del paese sono dedicate ad accrescere la partecipazione della popolazione alle attività specificamente umane dalle quali le classi dominanti hanno da sempre escluso la massa degli esseri umani e li escludono ancora oggi benché la produttività del lavoro sia cresciuta tanto che, se l’attività economica non fosse ancora dominata dai capitalisti, per produrre le condizioni materiali dell’esistenza basterebbe che l’intera popolazione dedicasse al lavoro una parte trascurabile del proprio tempo e della propria energia. Il socialismo è la fase della creazione di una umanità nuova, quale non è ancora mai esistita proprio perché la grande maggioranza degli esseri umani doveva dedicare tempo ed energie a produrre le condizioni materiali dell’esistenza e per di più i membri delle classi dominanti da sempre, come ancora oggi, si appropriavano di gran parte di quelle che i lavoratori producevano.

Perché noi comunisti marxisti-leninisti-maoisti che promuoviamo la rivoluzione con la quale le masse popolari instaureranno il socialismo oggi partecipiamo con tutte le nostre forze alle lotte indicate nell’appello con cui il P.CARC ha convocato questo dibattito, alle lotte e alle iniziative di cui discutete qui oggi?

Perché esse oggettivamente sono e saranno una necessaria scuola di comunismo. Oggi noi comunisti siamo pochi. Pochi sono i lavoratori combattivi e gli individui avanzati che si arruolano nelle nostre file, pochi quelli che hanno fiducia in noi. Cosa ovvia stante le sconfitte che il movimento comunista ha subito nonostante il grande seguito e la fiducia di cui godevamo tra le masse popolari. Sconfitte che abbiamo subito, si badi bene, non perché la borghesia era forte: abbiamo ampiamente dimostrato che eravamo in grado di vincerla. Ci ha sconfitto a causa di nostri errori e limiti nella comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe che pure avevamo promosso.

Oggi gli esponenti delle masse popolari non affluiscono a migliaia e a milioni nelle nostre file, ma a milioni sono malcontenti e insofferenti del corso delle cose che i vertici della Repubblica Pontificia impongono loro.

Il governo Draghi ha coinvolto il nostro paese nella guerra con la quale i gruppi imperialisti USA cercano di estendere all’Ucraina, alla Bielorussia, alla Federazione Russa e oltre verso oriente la NATO, cioè la loro rete di basi militari e di agenzie (palesi e occulte) di manipolazioni e manovre politiche con cui da più di settant’anni tengono sotto controllo un vasto numero di paesi, tra cui anche l’Italia. Imbroglia o comunque sbaglia chi dice che con la NATO i gruppi imperialisti USA ci hanno difeso dall’Unione Sovietica durante la guerra fredda.

Ora le sofferenze prodotte dalla guerra e dal riarmo si aggiungono a quelle della pandemia e della seconda crisi generale del capitalismo generata dalla sovrapproduzione assoluta di capitale con il connesso smantellamento dell’apparato produttivo del nostro paese e l’eliminazione delle conquiste di civiltà e benessere che le masse popolari del nostro paese come quelle degli altri paesi imperialisti hanno strappato alla borghesia negli anni in cui nel mondo il movimento comunista cosciente e organizzato era forte. Molti sono e ancora più saranno gli organismi e gli individui che daranno il loro contributo per porre fine alla guerra, alle sofferenze prodotte dalla crisi generale del capitalismo e agli altri effetti del capitalismo. Noi comunisti sosteniamo tutte le forme di resistenza delle masse popolari, mobilitiamo e rafforziamo ogni suo protagonista e valorizziamo il contributo che dà. Grazie alle lezioni che abbiamo tirato dal bilancio delle nostre vittorie e delle nostre sconfitte siamo in grado di illuminare la strada che le masse popolari devono percorrere per far fronte alla borghesia e al clero e avanzare. Non a caso oggi indichiamo e promuoviamo la creazione delle condizioni per costituire un governo d’emergenza delle masse popolari organizzate, la costituzione di organismi operai e popolari, il loro coordinamento locale e nazionale, fino a rendere impossibile ai vertici della Repubblica Pontificia di governare, fino a costringerli a cedere il governo a persone che godono della fiducia delle masse popolari organizzate. Ridotte all’impotenza lo cederanno sicuri di venire a capo della situazione e riprenderlo, come hanno fatto già in molti casi: dai più gloriosi come dal 1944 al 1947 grazie alla Resistenza ai più miseri, i governi Conte 1 e Conte 2. Ma noi, forti delle lezioni che abbiamo tratto dal bilancio delle vittorie e delle sconfitte del passato e dall’analisi del corso delle cose condotta guidati dalla concezione comunista del mondo e con il metodo del materialismo dialettico, guideremo le masse popolari organizzate a far fronte ai tentativi di rivincita e alle aggressioni e rafforzare il proprio potere. Esse avanzeranno nella scuola pratica di comunismo fino a instaurare il socialismo.

Per questo guardiamo lontano e abbiamo i piedi ben piantati nel presente. Con questo spirito sosteniamo i propositi del vostro dibattito, auguriamo conclusioni giuste e contribuiremo al successo nell’attuazione.

il compagno Ulisse, segretario generale del Comitato Centrale del (nuovo)PCI

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