Cosa cova ai cancelli delle fabbriche lombarde?

Lettera alla Redazione

Maggio e giugno sono stati mesi intensi per il lavoro operaio e sindacale della Federazione Lombardia del P.CARC, che si รจ svolto in maniera articolata ai cancelli di aziende della Lombardia e della provincia di Verbania Cusio e Ossola.

Abbiamo propagandato e promosso lo sciopero generale del 20 maggio, proclamato unitariamente da tutto il sindacalismo di base contro la guerra, lโ€™economia di guerra e il governo. Abbiamo fatto conoscere i contenuti delle iniziative tenute dal Collettivo di Fabbrica della GKN di Firenze. Abbiamo invitato a partecipare alle presentazioni del libro I Consigli di Fabbrica degli anni Settanta โ€“ La parola ai protagonisti (Edizioni Rapporti Sociali), svoltesi a Bergamo e a Domodossola, e alle iniziative di solidarietร  nei confronti di Simone Casella, nostro compagno licenziato per la sua attivitร  sindacale e politica. In ogni occasione abbiamo orientato e spinto gli operai ad organizzarsi sul proprio luogo di lavoro.

Le diffusioni di volantini spesso prevedono la partecipazione di giovani studenti, operai in pensione o semplici simpatizzanti del P.CARC e sono avvenute allโ€™Iveco di Brescia, alla Cromodora di Ghedi (BS), alla Vetrobalsamo di Sesto San Giovanni (MI), allโ€™Idrochem di Pieve Vergonte (VCO), alla RSA Emmaus di Gratosoglio (MI) e alla Whirlpool di Cassinetta (VA).

Aziende e ambiti di lavoro molto diversi tra loro, ma con il comune denominatore della preoccupazione per la crisi generale e la guerra in corso.

Oltre a questa preoccupazione, sono varie sono le problematiche emerse parlando con i lavoratori. In alcune aziende รจ evidente lo sfruttamento massiccio di manodopera interinale, poco formata e utilizzata spesso per carichi di lavoro molto pesanti, oppure per mettere in concorrenza i lavoratori piรน giovani con quelli meno giovani, o per aumentare i ritmi di produzione a scapito della sicurezza. In altre, come alla Vetrobalsamo, cโ€™รจ una netta prevalenza di manodopera immigrata, assunta tramite cooperative, ed รจ palpabile il regime da caserma. Alla Whirlpool di Cassinetta, dopo la chiusura dello stabilimento di Napoli alla fine del 2021 e le ultime dichiarazioni della dirigenza, che minaccia di lasciare il mercato europeo, il processo di morte lenta sembra a una svolta negativa.

Ovunque abbiamo trovato operai che si chiedono che cosa bisogna fare in una situazione del genere e che sono interessati a sapere cosa succede nelle altre aziende, del proprio come di altri settori produttivi.

Le diffusioni sono molto formative, soprattutto per i giovani, e sono delle occasioni per contrastare le tesi piรน disparate e fuorvianti. Ad esempio sfatiamo falsitร  come โ€œla classe operaia non esiste piรนโ€ e mettiamo le mani in pasta nelle contraddizioni reali.

Le iniziative in solidarietร  con il compagno Casella e le presentazioni del libro I Consigli di Fabbrica, che abbiamo propagandato ai cancelli, grazie alla partecipazione operaia si sono trasformate in vere e proprie assemblee con i lavoratori. Nonostante emerga una grande sfiducia nella propria forza, nei propri colleghi, nei sindacati, siano essi di base o confederali, abbiamo trovato lavoratori che con speranza guardano a quello che sta facendo il Collettivo di Fabbrica della GKN. Da comunisti supportiamo con ogni mezzo, mettendo a disposizione la nostra esperienza, tutti coloro che hanno questa spinta a organizzarsi e vogliono intraprendere lo stesso cammino, al di lร  delle tessere sindacali o politiche.

Voglio sottolineare come siano molto formative anche le obiezioni che riceviamo dai lavoratori, perchรฉ ci costringono a mettere al centro lโ€™aspetto di classe, a essere meno astratti e a calare nel concreto la nostra linea.

Portare fuori dalle aziende la bandiera rossa e la falce e martello รจ necessario per ridare fiducia agli operai e farli interessare al movimento comunista. Per questo invitiamo anche le altre organizzazioni comuniste a fare altrettanto, singolarmente o assieme a noi. Anche da queste azioni passa quellโ€™unitร  dei comunisti che tanti auspicano.

Lโ€™intervento fuori dalle aziende, i volantinaggi e le iniziative pubbliche che promuoviamo costantemente sono una scuola. Dimostrano come, nonostante i cambiamenti innegabili del tessuto produttivo e il predominio del capitale speculativo, la classe operaia rimane la principale protagonista della lotta di classe. Il nucleo fondante del sistema รจ ancora lo sfruttamento dellโ€™operaio da parte del padrone: su questo si basa tutto il funzionamento della societร  capitalista.

Compito dei comunisti รจ orientare e spingere i lavoratori a organizzarsi, partendo dalle condizioni oggettive, per creare quelli che saranno i nuovi Soviet: organizzazioni operaie nelle aziende che saranno lโ€™asse portante del nuovo potere.

Non sono i padroni ad essere forti, ma รจ la classe operaia che deve imparare a far valere la propria forza!

Matteo Chindemi
Responsabile del settore Lavoro operaio e sindacale della Federazione Lombardia

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