Navi da guerra nel golfo di Napoli: organizziamoci! Guerra ai guerrafondai!

Stralci liberamente tratti dal comunicato della Segreteria Federale Campania del P.CARC – 12 maggio 2022

Mercoledì 11 maggio. Dopo sei anni, è tornata a insozzare le acque del golfo di Napoli la “Truman”, portaerei della Marina militare statunitense. Un colosso a trazione nucleare e altamente inquinante (alla faccia delle belle parole sulla green economy di Manfredi e Draghi a cui fanno eco tutte le anime candide del PD) galleggia sullo sfondo del Vesuvio e dell’isola di Capri. Una nave da guerra degli imperialisti USA, che da decenni hanno stabilito a Napoli e nella sua provincia basi militari, centri di controllo e coordinamento sia USA che NATO (Capodichino, Bagnoli, Pozzuoli e Lago Patria per citarne alcuni).

Nello stesso momento al porto di Salerno sono pronti a essere imbarcati decine di carri gommati (autoblindo/caccia-carri da combattimento) e cingolati d’assalto e altri mezzi corazzati da trasporto truppe. Tutto nel giardino di casa del Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che non proferisce parola né prende provvedimenti contro le palesi operazioni di ingresso in guerra dell’Italia: che fine ha fatto la sua contrarietà alla guerra e il suo pacifismo padronale? Oltre a dichiararsi contrario all’invio di armi nei suoi monologhi in TV cosa fa, concretamente, nelle sue funzioni istituzionali, per impedire che il porto della sua città sia un porto di guerra? Perché non è conseguente con quanto dice, dato che potrebbe far valere il suo peso politico e istituzionale sull’Autorità portuale? Del resto di promesse e dichiarazioni da marinaio De Luca ne ha fatte tante, come i famosi 20 milioni di euro messi a disposizione degli operai Whirlpool ripetutamente menzionati e mai visti.

Alle masse popolari invece viene sottoposta una goffa parata di propaganda sull’arrivo del “salvatore” a stelle e strisce impegnato a fare esercitazioni e a garantire la nostra sicurezza. Una cortina fumogena che gli apparati militari statunitensi hanno congegnato con i propri sottoposti delle autorità italiane, impiegando, ad esempio, militari USA nel lavoro di pulizia e manutenzione dell’anfiteatro campano di Santa Maria Capua Vetere. Soliti mezzucci, triti e ritriti, con cui gli oppressori cercano di guadagnare un minimo di consenso nell’opinione pubblica attorno alle guerre schifose che conducono ai quattro angoli del mondo. Nel secondo dopoguerra erano cioccolate e stecche di sigarette, oggi sono strampalate azioni benefiche. Ma la sostanza degli occupanti USA non cambia!

Non bisogna lasciarsi intruppare nella guerra contro la Federazione Russa che la NATO sta combattendo sulla pelle delle masse popolari russe, ucraine e del Donbass! E non bisogna permettere che questa guerra ricada ulteriormente sulle masse popolari italiane! Fin dal 1991 (lo documentano anche fonti americane come ad esempio il Servizio di Ricerca del Congresso USA) hanno fornito all’Ucraina assistenza militare per miliardi di dollari. A questi si sono aggiunti miliardi forniti dal Fondo Fiduciario NATO, dalla Gran Bretagna e dagli altri paesi dell’Alleanza Atlantica. La strategia USA-NATO si è sviluppata ancora di più nei primi mesi del 2022: hanno chiesto all’Ucraina di accentuare il suo impegno militare contro le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk nel Donbass (repubbliche che, per sottrarsi agli attacchi, sollecitano da tempo il riconoscimento della loro indipendenza da parte di Mosca e, dunque, una protezione). Il governo italiano ha sistematicamente fatto quello che la NATO e gli USA hanno preteso facesse.

È giusto, quindi, denunciare ogni azione di guerra e organizzare tra le masse popolari e in particolare nelle Forze Armate italiane proteste e sabotaggi contro l’uso delle basi militari, il trasporto di armi, ecc. Al di là delle operazioni di camuffamento, del pacifismo d’accatto e delle rassicurazioni in favore di telecamera di sindaci, presidenti di Regione e capi militari, la verità è che il governo Draghi ha già pienamente coinvolto l’Italia nella guerra in corso e quella guerra le masse popolari non la vogliono!

(…) Dobbiamo dichiarare guerra ai guerrafondai e a tutti i promotori della prostituzione del nostro paese alla NATO e agli imperialisti USA. I comunisti, i lavoratori, gli studenti e tutti gli elementi più attivi delle masse popolari della nostra città devono cacciare, senza se e senza ma, chi fa scempio del nostro territorio e della nostra città per fare queste “passeggiate” di guerra. (…)

Guerra ai guerrafondai!

Cacciamo il governo Draghi!

Imponiamo un governo di emergenza popolare!

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