Stralci liberamente tratti dal comunicato della Segreteria Federale Campania del P.CARC – 10 maggio 2022
Nella mattinata di domenica 8 maggio si è tenuta in Galleria Principe, a Napoli, la celebrazione del Giorno della Vittoria sul nazifascismo, la fine della Seconda guerra mondiale. L’iniziativa è stata promossa dalla comunità russa della città di Napoli e partecipata non solo da russi ma anche da ucraini, cittadini del Donbass, associazioni e organismi che fanno vivere gli spazi della Galleria attraverso la promozione ordinaria di attività politiche, sociali e culturali.
Durante l’iniziativa si sono presentati alle porte della Galleria due evidenti provocatori della parte più reazionaria della comunità ucraina napoletana (ci sono stati segnalati come tali da esponenti della loro stessa comunità che stavano, invece, partecipando all’iniziativa) con l’intento di fotografare i cittadini russi presenti. L’obiettivo delle fotografie era quello di produrre schifosi volantini con “foto segnaletiche” e messaggi attraverso cui incitare i loro connazionali e i napoletani a sputare in faccia e picchiare cittadini russi, russofoni e presunti “filo russi”. Per questo, alla luce delle recenti provocazioni già avvenute in diverse città italiane, è stato intimato ai due di smetterla di fotografare se volevano rimanere.
Dopo poco, in realtà, la Galleria Principe di Napoli è stata circondata da una quindicina di nazisti ucraini, alcuni dei quali sono arrivati a bordo di un furgone e si sono schierati in blocco davanti a una delle uscite della struttura (lato Museo). Tutto questo è avvenuto nell’assenza totale di controllo da parte delle Forze dell’Ordine, solitamente solerti e zelanti nel presenziare alle iniziative politiche, sociali e culturali promosse nella Galleria (anche in occasione di attività non notificate alla Digos e alla Questura).
Nonostante avessimo schierato un nostro servizio d’ordine per garantire l’incolumità delle donne, degli anziani e dei bambini, alcuni presenti hanno contattato comunque la forza pubblica. Poco dopo i nazisti ucraini sono stati raggiunti, a loro volta, da una telefonata e hanno ripiegato in buon ordine rimontando sul furgone e riprendendo la via (che casualità!).
Subito dopo si sono presentati una volante dei Carabinieri, due volanti della Polizia e un nutrito numero di agenti della Digos. Non appena arrivati sul posto, gli agenti hanno cominciato a pretendere le generalità dei presenti e a chiedere informazioni sull’iniziativa senza minimamente preoccuparsi della questione per cui erano stati chiamati. Per gli agenti, quindi, il problema non era la presenza di gruppi nazisti di un altro paese che vanno in giro per la città impunemente, a minacciare e aggredire gli antifascisti napoletani e di altre nazionalità. Il “problema” era sapere se l’iniziativa (fatta in uno spazio occupato e noto alle autorità dal 2013) fosse “autorizzata” o meno. (…)
Fatto sta che all’ennesima provocazione di uno degli agenti che intimava ai presenti di “mettersi in un angolo” per farsi identificare e che redarguiva chi provava a obiettare (“non gesticolare!”, gridava uno dei solerti agenti) i compagni preposti al servizio d’ordine dell’iniziativa hanno reagito. Hanno denunciato a gran voce a tutti i presenti che la pubblica autorità, anziché andare a cacciare i provocatori delle squadracce naziste, voleva identificare e denunciare i partecipanti stessi – e particolarmente i militanti politici – per manifestazione non autorizzata.
I compagni hanno urlato che la Costituzione italiana è antifascista e che essere fascisti o nazisti in Italia, oltre a essere inaccettabile per la storia stessa del nostro paese e per giudizio storico più generale, è anche illegale. Il giochino-tranello per cui, guarda caso, non era presente alcuna pattuglia durante l’iniziativa è stato smascherato pubblicamente. Lo schieramento di tutti i presenti ha ridotto l’intervento alla mera identificazione di due compagni.
Chi volevano minacciare i provocatori nazisti dato che il grosso dei presenti era composto da donne e bambini? Chi volevano colpire, nell’impunità e con l’avallo omertoso delle Forze dell’Ordine napoletane? (…) La Segreteria Federale Campania del P.CARC denuncia il comportamento dei vertici delle Forze dell’Ordine della città e chiama tutti i compagni, gli operai, i lavoratori, gli studenti, le organizzazioni politiche e sindacali e anche la parte più democratica e leale ai principi costituzionali delle stesse Forze dell’Ordine a isolare ogni tentativo di intimidazione delle squadracce di provocatori fascisti di qualsiasi nazionalità, a non ridurre la città a teatro di scontri per bande e soprattutto a imporre il rispetto dei valori antifascisti della Costituzione della Repubblica italiana, quella per la quale si combatté, si morì pur di liberare l’Italia dalla barbarie nazifascista che aveva condotto le masse popolari nel disastro della guerra, nel baratro dell’oppressione. (…)
Invitiamo i compagni, i lavoratori, gli studenti, i sinceri democratici e tutti gli elementi attivi delle masse popolari napoletane e campane a promuovere, sostenere e partecipare a 10, 100, 1000 azioni di lotta per cacciare Draghi!
Non un passo indietro!