La notte tra il 18 e il 19 giugno 1986 i rivoluzionari prigionieri del Partito Comunista del Perù – Sendero Luminoso, detenuti nelle carceri di El Fronton, di Lurigancho e di El Callao, insorsero contro le durissime condizioni di detenzione riservate ai comunisti e occuparono una parte delle carceri, sequestrando le guardie.
Il governo socialdemocratico di Alan Garcia chiuse gli accessi ai penitenziari per evitare la presenza di parenti dei prigionieri, giornalisti o altri possibili testimoni e dispose di soffocare nel sangue la rivolta. Le forze speciali dell’esercito, la marina e l’aviazione attaccarono le prigioni provocando un massacro, con il silenzio complice dei partiti socialdemocratici europei, riuniti in quei giorni a Lima per il Congresso dell’Internazionale socialista. Il bilancio fu di quasi 300 morti.
Da allora, i caduti del 19 giugno 1986 fanno parte della memoria del movimento comunista internazionale: il Partito Comunista del Perù – Sendero Luminoso lanciò un appello internazionale affinché il 19 Giugno fosse inserito nel novero delle celebrazioni del movimento comunista. Così nacque la Giornata Internazionale del Rivoluzionario Prigioniero.
È significativo come Garcia e complici gestirono l’inevitabile scossa che il massacro generò. L’allora Ministro della Giustizia, Luis González Posada affermò che “non c’era altra scelta” che massacrare i detenuti.
Garcia invece definì il massacro “un crimine di Stato”, dal quale cercò di prendere le distanze affermando “o se ne vanno loro o me ne vado io”, riferendosi ai ministri e ai vertici militari con cui aveva coordinato l’operazione.
Ma non se ne andò lui e nemmeno i ministri e i vertici militari: fu trovato un capro espiatorio, il colonnello Cabezas, che insieme ad altri “pesci piccoli” scontarono pochi anni di reclusione.
Il 19 Giugno è una data che si inserisce nella rinascita del movimento comunista e si inquadra nella seconda ondata della rivoluzione proletaria mondiale, non è retaggio del glorioso passato dei primi paesi socialisti. Pertanto, per la debolezza del movimento comunista internazionale, non viene ancora celebrata con la giusta solennità e importanza in tutto il mondo.
È una ricorrenza che affronta (spinge ad affrontare) non solo il tema della solidarietà di classe, della resistenza e della lotta alla repressione, ma anche i problemi della rinascita del movimento comunista nel loro complesso.
Anche per questo, da quando il Partito Comunista del Perù – Sendero Luminoso l’ha istituita, la Carovana del (nuovo)PCI l’ha celebrata e onorata, legandola alle particolarità del nostro paese. Il 19 Giugno è occasione per far conoscere la storia e il bilancio della lotta di classe in Italia e per contribuire ad abbattere il muro che le istituzioni borghesi hanno alzato attorno ai prigionieri degli anni Settanta e Ottanta per isolarli dalle masse popolari.
Ma è anche occasione per ragionare sull’importanza della solidarietà internazionale con i rivoluzionari prigionieri detenuti nelle carceri del resto d’Europa (solo il mese scorso lo Stato francese ha favorito la morte di Ivan Colonna, indipendentista corso) e del mondo (vedi articolo a pag. 13).
È inoltre ambito per trattare dell’allargamento della repressione che nel nostro paese si abbatte sui movimenti popolari come quello NO TAV, sugli operai o gli studenti (vedi comunicato a pag. 13) che si fanno promotori delle mobilitazioni ed estendere quindi l’analisi ad esempio rispetto alla persecuzione contro Julian Assange che forse non è un rivoluzionario (nel senso stretto del termine), ma di certo è un prigioniero politico.