Liberare l’Italia dal controllo della NATO, dalla guerra e dai ricatti della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti USA, europei e sionisti!
Rendere ingovernabile il paese fino a imporre un governo di emergenza delle masse popolari organizzate!
No alla prostituzione del nostro paese agli USA e alla NATO!
Nessun sacrificio per arricchire chi specula sui prezzi del petrolio, del gas e dei minerali!
Nessuna tolleranza e contributi per chi usa la crisi ucraina per espandere il nucleare, le trivellazioni, l’uso del carbone!
Fare di ogni azienda che i capitalisti vogliono chiudere, delocalizzare o ridurre un centro di mobilitazione contro lo smantellamento dell’apparato produttivo!
In aperta violazione dell’articolo 11 della Costituzione, il governo Draghi trascina l’Italia nella guerra voluta dalla NATO e dal complesso militare-industriale-finanziario USA.
L’Italia partecipa direttamente attraverso il rifornimento di materiale bellico alle forze armate ucraine (a quelle ufficiali e alle milizie naziste ad esse aggregate), l’intervento di truppe italiane in vari paesi della zona (dalla Romania alle repubblica baltiche), con le operazioni condotte dalle basi NATO e USA installate in Italia; attraverso il sostegno finanziario e politico del governo fantoccio ucraino e la partecipazione alle sanzioni economiche e finanziare imposte alla Federazione Russa (ma che danneggiano principalmente l’economia del nostro Paese).
Il P.CARC partecipa e chiama a partecipare alle manifestazioni contro la guerra, la NATO e l’economia di guerra che ci saranno in occasione del 2 giugno (76° anniversario della proclamazione della Repubblica) e nei giorni successivi.
Le denunce e la mobilitazione contro la politica guerrafondaia del governo Draghi e dei partiti che lo sostengono, contro le esercitazioni militari e l’ampliamento delle basi militari USA, NATO e italiane, contro l’aumento delle spese militari, sono la migliore e più efficace lotta per difendere gli interessi delle masse popolari e per difendere e attuare le parti progressiste della Costituzione antifascista del 1948, continuamente eluse o violate.
La mobilitazione nazionale del 2 giugno “Nessuna base per nessuna guerra” contro la costruzione di una nuova base militare a Coltano (PI), la lotta decennale del comitato No Camp Darby (PI), del movimento NO MUOS in Sicilia, del movimento a Foras in Sardegna; la lotta del CALP di Genova che ha bloccato il porto al traffico di armi per le guerre degli imperialisti, quella dell’USB che ha bloccato l’invio di armi in Ucraina dall’aeroporto di Pisa e lo sciopero generale unitario dei sindacati di base del 20 maggio sono esempi rilevanti della lotta del movimento popolare contro la partecipazione del nostro paese alle guerre degli imperialisti USA. Sono gli esempi da imitare nella lotta contro la militarizzazione dei territori e la politica guerrafondaia degli USA-NATO e dei governi italiani che da 70 anni sono loro vassalli.
Questa diffusa mobilitazione inciderà sulla guerra che USA, NATO, UE conducono e sarà un’altra via per farla finita con il governo Draghi e gli altri governi delle Larghe Intese (polo PD, M5S e gregari e polo Berlusconi-Salvini-Meloni). Occorre costituire un governo alternativo, il governo di emergenza delle masse popolari organizzate, composto da esponenti politici e sindacali e sinceramente democratici, che inizia ad attuare le misure urgenti e necessarie per invertire la china del Paese, a partire dalla fine della partecipazione del nostro Paese alle guerre degli USA-NATO e dello smantellamento dell’apparato produttivo.
La Comunità Internazionale sovverte e colpisce su scala crescente ogni Stato che non si piega alla sua volontà e che non apre le frontiere alle sue scorrerie, ai suoi traffici, ai suoi affari e alle sue sopraffazioni. Tutti i gruppi imperialisti hanno bisogno di fare traffici e affari nei paesi oppressi e negli ex paesi socialisti dell’Europa dell’Est, per rapinare materie prime, gestire rete e servizi, delocalizzarvi aziende, vendere armi e fare speculazioni e commerci di ogni genere.
La crisi generale del capitalismo si trasforma in una guerra sempre più larga e sanguinosa. La guerra è una necessità per la borghesia alle prese con una crisi generale che investe tutti i campi (economico, politico, sociale e ambientale). Per questo non è possibile porre fine alla guerra senza rovesciare il sistema capitalista almeno in alcuni dei maggiori paesi imperialisti, cioè senza un salto della rivoluzione socialista nei paesi imperialisti, senza che almeno uno dei grandi paesi imperialisti rompa le catene della Comunità Internazionale e in questo modo apra la via anche alle masse popolari degli altri paesi.
Gli imperialisti USA non hanno alcuna intenzione di mettere fine alla guerra in Ucraina. Anzi, dopo averne creato le condizioni e favorito le premesse, continuano a condurre provocazioni e ricatti per alimentarla e allargarla. Essi cercano di contrastare il loro declino economico e politico, ricorrendo alle “guerre ibride” (operazioni militari e complotti e attraverso l’articolato sistema di controrivoluzione preventiva con la manipolazione e l’intossicazione dei cuori e delle menti) e alle guerre finanziarie e commerciali in ogni angolo del mondo. Solo la mobilitazione dei lavoratori e delle masse popolari può fermare questa escalation di morte e devastazione.
Combattere per la pace significa organizzarsi e mobilitarsi per cacciare il Governo Draghi e imporre un Governo di Blocco Popolare!
Nelle mobilitazioni popolari del 2 giugno e in quelle che seguiranno bisogna legare strettamente la mobilitazione contro la guerra alle mobilitazioni contro gli effetti della crisi, contro le politiche del governo Draghi e delle Larghe Intese.
Per liberare il paese dai guerrafondai e dai servi della NATO bisogna che tutti coloro che hanno un motivo per mobilitarsi lo facciano INSIEME e verso un comune obiettivo: cacciare il governo Draghi e imporre il nostro governo di emergenza. Proprio per la natura di questa lotta, chi spontaneamente già si mobilita contro gli omicidi sul lavoro, contro la devastazione ambientale, contro il carovita, per il diritto alla casa, per la sanità e la scuola pubbliche, si mobiliterà anche contro la guerra e per cacciare il governo della guerra.
Bisogna coscientemente fare un passo in più, bisogna sviluppare il coordinamento fra tutti gli organismi e le organizzazioni esistenti e quelle che si formeranno, perché il successo della mobilitazione per cacciare Draghi è strettamente legato alla mobilitazione per imporre un governo di emergenza delle masse popolari organizzate.
La strada da percorrere è quella di promuovere l’organizzazione delle masse popolari, in primo luogo dei lavoratori delle aziende capitaliste e dei lavoratori delle aziende pubbliche. Bisogna costruire una rete di organizzazioni operaie e popolari, nelle aziende capitaliste e pubbliche, nelle scuole, università e nei territori che inizino a fare fronte alle loro esigenze, a trovare le loro soluzioni mettendo in pratica tutto ciò che è legittimo anche se illegale (per le leggi della borghesia) fino a rendere ingovernabile il paese al Governo Draghi e a imporre un governo su scala nazionale. Il Governo di Blocco Popolare che sia espressione delle organizzazioni operaie e popolari e che sia disposto a far valere la forza delle masse popolari organizzate, per rompere con i diktat e le imposizioni dell’UE e degli USA-NATO. Solo un governo simile potrà rompere con l’asservimento dell’Italia verso la Comunità Internazionale degli imperialisti USA, UE e sionisti, tagliare le spese militari e attuare nella pratica l’art. 11 della nostra Costituzione.
Sarà questo il governo che attua le parti progressiste della Costituzione del 1948 perché sarà l’espressione del movimento che lotta per il NO alla NATO (sarà capace di fermare subito la partecipazione dell’Italia alla guerra in Ucraina e alle missioni militari USA-NATO e di attuare la linea fuori l’Italia dalla NATO e fuori la NATO dall’Italia), per il NO alla UE, per la difesa a ogni costo del diritto al lavoro (a ogni adulto un lavoro e un salario dignitoso), per contenere ed eliminare il precariato e gli arbitri dei padroni, per programmi e misure veramente ecologiche e in difesa dell’ambiente, per invertire la rotta della chiusura e smantellamento delle aziende capitaliste e la privatizzazione e il degrado dei servizi pubblici (sanità, scuola, ecc.).
In sintesi è l’obiettivo immediato di cacciare il governo Draghi che lega e dà forza e sviluppo ad ogni mobilitazione e lotta particolare!
Noi comunisti siamo in prima fila in questa lotta e nell’aiutare ogni lavoratore ad avere fiducia in sé e negli altri lavoratori e a osare combattere e mettersi all’opera per costruire l’alternativa di governo che serve: il governo di emergenza popolare che attua le parti progressiste della costituzione del 1948.
Sette punti: il programma delle misure urgenti e necessarie del Governo di Blocco Popolare
1. Assegnare a ogni azienda compiti produttivi utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale. Nessuna azienda deve essere chiusa.
2. Distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi.
3. Assegnare a ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società. Nessun lavoratore deve essere licenziato, ad ogni adulto un lavoro utile e dignitoso, nessun individuo deve essere emarginato.
4. Eliminare attività e produzioni inutili o dannose, assegnando alle aziende coinvolte altri compiti.
5. Avviare la riorganizzazione di tutte le altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva e al nuovo sistema di distribuzione.
6. Stabilire relazioni di solidarietà e collaborazione o di scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi.
7. Epurare gli alti dirigenti della Pubblica Amministrazione che sabotano la trasformazione del paese, conformare le Forze dell’Ordine, le Forze Armate e i Servizi d’Informazione allo spirito democratico della Costituzione del 1948 e ripristinare la partecipazione universale dei cittadini alle attività militari a difesa del paese e a tutela dell’ordine pubblico.