Cacciare Draghi e il suo governo
guerrafondai, nemici dei lavoratori e servi della nato
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Dalla lotta dei lavoratori GKN contro la chiusura della loro fabbrica, le delocalizzazioni e lo smantellamento dell’apparato produttivo del paese, passando per lo sciopero di USB del 22 aprile, le manifestazioni del 25 Aprile e del 1° Maggio, fino all’assemblea nazionale del 15 maggio indetta dal Collettivo di Fabbrica della GKN e allo sciopero generale di oggi… Ogni scadenza, ogni lotta, ogni protesta, tutto indica la necessità di organizzarsi e coordinarsi sempre più strettamente verso l’obiettivo che sintetizza ogni rivendicazione popolare ed è lo strumento per realizzarla
- CACCIARE IL GOVERNO DRAGHI, il governo della guerra e dell’asservimento alla NATO e alla UE, della violazione della Costituzione del 1948, della chiusura di aziende, dei morti sul lavoro, dell’impunità per gli stragisti del Ponte Morandi, della privatizzazione dei servizi pubblici e della devastazione dell’ambiente.
- COSTITUIRE UN GOVERNO DI EMERGENZA POPOLARE, composto da uomini di fiducia degli organismi operai e popolari e da esse revocabili, disposti e capaci di tradurre in leggi e altre misure le soluzioni indicate da questi organismi: come hanno dimostrato di fare i tecnici, i giuristi, gli economisti e gli ingegneri che proprio gli operai della GKN hanno riunito a Campi Bisenzio per elaborare, su loro indicazione, il decreto legge antidelocalizzazioni e il piano per la mobilità sostenibile.
In questo modo possiamo iniziare ad attuare le misure di emergenza che ci servono: dal ritiro dei soldati e della partecipazione del nostro Paese alle missioni di guerra degli USA e della NATO, alla riduzione delle spese militari e alla chiusura delle basi USA e NATO; dalla nazionalizzazione delle aziende che i padroni vogliono chiudere o delocalizzare a una politica energetica improntata realmente sulla transizione ecologica; dalla calmierazione dei prezzi alla rimessa in sesto della sanità, della scuola e degli altri servizi pubblici.
Organizzarsi in ogni posto di lavoro!
1 Trova altri due o tre colleghi decisi a darsi da fare: usa ogni occasione e non partire dalla tessera sindacale.
2 Vedetevi (almeno all’inizio) fuori dall’azienda, lontano dall’occhio del padrone.
3 Studiate insieme la situazione: lo stato dell’azienda, i problemi più pressanti, i punti di forza su cui fare leva…
4 Decidete le iniziative da prendere, anche piccole, per raccogliere altri colleghi, difendersi con maggiore efficacia e costruire passo dopo passo rapporti di forza favorevoli.
5 Collegatevi con lavoratori, singoli e gruppi, di altre aziende, con altri comitati e movimenti popolari della zona.
10, 100, 1000 NUOVI CONSIGLI DI FABBRICA!
Aziende che chiudono una dopo l’altra, pandemia, guerra, cambiamento climatico: i risultati dell’azione dei padroni e dei loro governi sono sotto gli occhi di tutti. Se non è roba da matti questa! Il guaio è che i padroni e i loro governi non sono in manicomio, ma comandano.
Finché restiamo nelle loro mani, subiamo le conseguenze delle loro azioni. Possiamo indurli a moderarsi in questo o in quello, fargli paura, costringerli a fare ora una cosa e ora l’altra. È quello che facciamo con le lotte rivendicative. Possiamo farlo con più forza. Ma in definitiva siamo nelle loro mani. E se noi ci fermiamo lì, loro faranno di peggio.
Una parte di noi, stufa e delusa dei risultati scadenti e comunque provvisori della nostra resistenza, delle nostre lotte rivendicative e dei nostri scioperi, darà ascolto ai gruppi più reazionari della classe dominante (fascisti, razzisti, guerrafondai), si arruolerà nelle file della mobilitazione reazionaria, cercherà di crearsi uno spazio vivibile per sé e la sua famiglia scagliandosi contro quelle masse popolari che i gruppi più reazionari indicano come causa dei mali (gli immigrati, i “lavoratori garantiti”, i baby pensionati, ecc.).
Tutto questo lo possiamo evitare. Come? Organizzandoci per strappare ai padroni la direzione della società e per riorganizzare le attività economiche e il resto delle attività in modo confacente ai bisogni, ai migliori sentimenti e alle idee più avanzate delle masse popolari e chiamando tutti a partecipare a quest’opera. I lavoratori organizzati lo possono fare.
Cambiamo il nostro paese come va bene a noi! Costruiamo un nuovo ordinamento sociale, instauriamo il socialismo!