[Napoli] 8 maggio in Galleria Principe: la Questura dalla parte dei nazisti ucraini?

Nella mattinata di domenica 8 maggio 2022 si è tenuta, in Galleria Principe, a Napoli, la celebrazione del Giorno della Vittoria sul nazifascismo, la fine della Seconda guerra mondiale. L’iniziativa è stata promossa dalla comunità russa della città di Napoli e partecipata non solo da russi ma anche da ucraini, cittadini del Donbass, associazioni e organismi che fanno vivere gli spazi della Galleria Principe di Napoli attraverso la promozione ordinaria di attività politiche, sociali e culturali.

Durante l’iniziativa si sono presentati alle porte della Galleria due evidenti provocatori, altrettanto evidentemente della parte più reazionaria della comunità ucraina napoletana (segnalatici, in quanto tali, da esponenti della loro stessa comunità che stavano invece partecipando all’iniziativa) con l’intento di fotografare i cittadini russi presenti. L’obiettivo di quelle fotografie era quello di produrre altri schifosi volantini con “foto segnaletiche” e messaggi in cui incitano i loro connazionali e i napoletani a sputare in faccia e picchiare cittadini russi, popolazione russofona e presunti “filo russi”. Per questo, alla luce delle recenti provocazioni avvenute in diverse città italiane, è stato intimato ai due di smetterla se volevano rimanere.

Dopo poco, in realtà, la Galleria Principe di Napoli è stata circondata da una quindicina di nazisti ucraini, alcuni dei quali sono arrivati a bordo di un furgone e si sono schierati in blocco davanti a una delle uscite della struttura (lato Museo). Tutto questo è avvenuto nell’assenza totale di controllo da parte delle Forze dell’Ordine, solitamente solerti e zelanti nel presenziare alle iniziative politiche, sociali e culturali promosse nella Galleria Principe di Napoli (anche in occasione di attività non notificate alla Digos e alla Questura).

Nonostante avessimo schierato un nostro servizio d’ordine per garantire l’incolumità delle donne, degli anziani e dei bambini, alcuni presenti hanno contattato comunque la forza pubblica. Poco dopo i nazisti ucraini sono stati raggiunti, a loro volta, da una telefonata e hanno ripiegato in buon ordine rimontando sul furgone e riprendendo la via (che casualità!).

Subito dopo si sono presentati, invece: una volante dei Carabinieri, due volanti della Polizia e un nutrito numero di agenti della Digos. Non appena arrivati sul posto, gli agenti hanno cominciato a pretendere generalità dei presenti e chiedere informazioni sull’iniziativa senza minimamente preoccuparsi della questione per cui erano stati chiamati. Per gli agenti, quindi, il problema non era la presenza di gruppi nazisti di un altro paese che vanno in giro per la città, impiunemente, a minacciare e aggredire gli antifascisti napoletani e di altre nazionalità. Il “problema” era sapere se l’iniziativa (fatta in uno spazio occupato e noto alle autorità dal 2013) fosse “autorizzata” o meno. Come se il processo di autonomia sociale che abbiamo costruito in anni in Galleria, la riqualificazione degli spazi e la loro restituzione alla città in termini di fruibilità pubblica avesse bisogno di “autorizzazione” da parte di istituzioni che hanno lasciato marcire per anni, nell’abbandono, nel degrado, nel decadimento un gioiello monumentale della città. In sostanza, l’obiettivo era intimidire gli organizzatori e i partecipanti all’iniziativa. Per questo, senza informarsi dell’accaduto, con fare inquisitorio, appena arrivati, hanno cominciato a interrogare i presenti su chi fossero i promotori e preteso nomi, cognomi e documenti dei presenti. Forse la cosa c’entra con il fatto che la Galleria Principe di Napoli, restituita al suo valore sociale di piazza coperta e luogo di incontro con la sola forza dell’autorganizzazione popolare, guarda caso, le scorse settimane è stata messa integralmente in vendita dalla nuova Amministrazione comunale a guida PD?..

Fatto sta che all’ennesima provocazione di uno degli agenti che intimava ai presenti di “mettersi in un angolo” per farsi identificare e redarguiva chi provava a obiettare (“non gesticolare!”, gridava uno dei solerti agenti) i compagni preposti al servizio d’ordine dell’iniziativa hanno reagito. Hanno denunciato a gran voce a tutti i presenti che la pubblica autorità, anziché andare a cacciare i provocatori delle squadracce naziste, voleva identificare e denunciare i partecipanti stessi – e particolarmente i militanti politici, non a caso – per manifestazione non autorizzata. Denunciare coloro che, invece, erano oggetto di una provocazione da parte dei gruppi reazionari. I compagni hanno urlato che la Costituzione italiana è antifascista e che essere fascisti o nazisti in Italia, oltre ad essere inattettabile per la storia stessa del nostro paese e per giudizio storico più generale è anche illegale. Il giochino-tranello per cui, guarda caso, non era presente alcuna pattuglia durante l’iniziativa è stato smascherato pubblicamente. Lo schieramento di tutti i presenti ha ridotto l’intervento a una mera identificazione di due compagni.

Chi volevano minacciare questi provocatori nazisti dato che il grosso dei presenti era composto da donne e bambini? Chi volevano colpire, nell’impunità e nell’avallo omertoso delle Forze dell’Ordine napoletane? Volevano colpire i principi e i valori antifascisti e antinazisti che animano la parte migliore della comunità russa, ucraina e napoletana. Volevano impedire la celebrazione del Giorno della Vittoria e trasformarlo nell’ennesima occasione per diffondere la propaganda di guerra di Zelenskji, del battaglione Azov e il resto delle squadracce assoldate dagli imperialisti NATO, USA e UE in chiave antirussa contro le popolazioni del Donbass e le loro repubbliche indipendenti e la loro autodeterminazione. Volevano colpire uno dei principali centri di organizzazione, coordinamento e mobilitazione politica per la riscossa popolare della città di Napoli, un laboratorio di unità delle masse popolari in lotta contro la guerra e i guerrafondai di casa nostra: il governo Draghi e tutti i governi emanazione dei principali gruppi imperialisti attivi nel nostro pese. Volevano colpire ciò di cui hanno più paura gli oppressori di tutto il mondo e i loro lacché: il nuovo potere delle masse popolari organizzate.

La Segreteria Federale Campania del Partito dei CARC denuncia il comportamento dei vertici delle Forze dell’Ordine della città e chiama tutti i compagni, gli operai, i lavoratori, gli studenti, le organizzazioni politiche e sindacali e anche la parte più democratica e leale ai principi costituzionali delle stesse Forze dell’Ordine a isolare ogni tentativo di intimidazione delle squadracce di provocatori fascisti di qualsiasi nazionalità, a non ridurre la città in un teatro di scontri per bande e soprattutto a imporre il rispetto dei valori antifascisti della Costituzione della Repubblica italiana, quella per la quale si combattè, si morì pur di vincere, pur di liberare l’Italia dalla barbarie nazifascista che aveva condotto le masse popolari nel disastro della guerra, nel baratro dell’oppressione.

Chiama a organizzare azioni di vigilanza e tutela della comunità russa napoletana e di tutti gli antifascisti russi, ucraini e del Donbass. Chiama a ribaltare ogni attacco repressivo, a renderlo l’opportunità per imparare a organizzarsi e lottare meglio e di più contro i nemici principali delle masse popolari italiane, i gruppi imperialisti USA e UE, il Vaticano, Confindustria, i sionisti, le organizzazioni criminali e il resto dei mandanti, padroni e padrini del governo Draghi, con l’accozzaglia di partiti e gruppi d’interesse che lo sostengono.

Per questo invitiamo i compagni, i lavoratori, gli studenti, i sinceri democratici e tutti gli elementi attivi delle masse popolari napoletane e campane, a promuovere, sostenere e partecipare a 10, 100, 1000 azioni di lotta per cacciare Draghi!

Non un passo indietro!

Quando il nemico colpisce duro è perché ha bisogno di farlo, ha paura ed è debole!

Passiamo dalla difesa all’attacco, rispediamo al mittente ogni attacco repressivo!

Imponiamo il Governo di Emergenza delle masse popolari organizzate!

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