- 26 marzo 2022: Il Collettivo di Fabbrica della ex GKN di Campi Bisenzio (FI) porta per le strade di Firenze centinaia di persone a sostegno della lotta contro le delocalizzazioni e la devastazione ambientale;
- 31 marzo 2022: I portuali del CALP di Genova proclamano lo sciopero di 24 ore per boicottare e bloccare il traffico di armi diretto verso gli scenari di guerra;
- 16 aprile 2022: Si svolge la marcia popolare NO TAV contro le devastazioni e le guerre;
- 22 aprile 2022: Lo sciopero nazionale di USB confluisce a Roma contro il governo Draghi e la guerra;
- 25 aprile 2022: Una delegazione di compagni del Partito dei CARC scende in piazza a Milano per contestare la presenza dei guerrafondai, della NATO e del PD al corteo del 25 aprile.
Queste sono solo alcuni esempi di mobilitazioni che negli ultimi mesi si sono susseguiti da un capo all’altro dell’Italia. Mobilitazioni che oggi rappresentano la cartina al tornasole della Resistenza che la classe operaia e le masse popolari oppongono contro gli effetti della crisi del capitalismo e delle sue guerre, contro il governo Draghi, gli imperialisti USA, NATO e UE che oggi occupano il paese.
La differenza coi nostri partigiani infatti è che oggi gli occupanti non vestono più le divise dell’esercito nazista ma portano giacca e cravatta. Sono gli uomini d’affari della finanza internazionale, delle multinazionali e i politicanti borghesi che, applicando la legge del profitto ad ogni costo, seminano morte e distruzione attraverso privatizzazioni, speculazioni e devastando l’ambiente, promuovendo e finanziando guerre per cui a farne le spese restano i lavoratori e le masse popolari.
Seppur in condizioni differenti, le lotte e le mobilitazioni di oggi hanno un minimo comune denominatore con quelle combattute dai partigiani durante la Resistenza al nazifascismo: liberare il paese! Ma organizzare la nuova Resistenza oggi significa lottare per liberare l’Italia non più dai nazisti, ma dai capitalisti, dalla borghesia e dal clero, cominciando dalla cacciata del governo Draghi!
La lotta contro il fascismo venne diretta dal PCI, all’epoca partito di avanguardia della classe operaia e delle masse popolari. Oggi è il movimento comunista che rinasce a doversi assumere la responsabilità di porsi alla testa della mobilitazione dal basso e dirigerla per costruire l’alternativa di governo che serve al paese.
Come la vittoria della Resistenza sul nazifascismo aveva aperto la strada alla rivoluzione socialista; organizzarsi e coordinarsi oggi per cacciare il governo Draghi significa aprire la strada per la costituzione di un governo di emergenza delle masse popolari e spingere fino in fondo la lotta per la rivoluzione socialista nel nostro paese.