Dopo la manifestazione nazionale del 26 marzo a Firenze, gli operai della GKN di Campi Bisenzio (FI) continuano la lotta per la riapertura della fabbrica in stretta sinergia con il gruppo dei solidali che si è strutturato attorno alla vertenza. La forza del Collettivo di Fabbrica sta nell’aver portato la lotta dal piano vertenziale al piano politico, rendendo la battaglia per la riapertura una questione di carattere nazionale, dando impulso ed esempio a tante altre organizzazioni operaie e popolari a “convergere per insorgere: per questo, per altro, per tutto”.
17 aprile, dalla RSU – “La vertenza va avanti e la situazione attuale è piuttosto ambigua perché il 19 gennaio è stato firmato un accordo quadro al MISE (un accordo approvato dai lavoratori che definisce il percorso verso la reindustrializzazione in continuità occupazionale per la fabbrica,ndr),accordo che fino ad oggi non è stato rispettato.
Non è stato rispettato perché alla fine di marzo dovevano essere presentate delle proposte vincolanti per la reindustrializzazione dello stabilimento, ma queste proposte sono state sostituite con un piano industriale presentato dall’attuale proprietà, cioè Qf di Francesco Borgomeo. Ad oggi questo piano è nella sostanza un fumoso progetto di motori elettrici accampato su delle slide… Queste slide sono state presentate il 24 marzo in un tavolo apposito al MISE. Durante questo incontro la RSU ha posto tutta una serie di domande che però sono rimaste senza risposta.
Il 31 marzo è stato convocato un altro incontro, questa volta a livello regionale, con gli stessi discorsi, le stesse slide e le stesse domande rimaste eluse… Abbiamo quindi deciso di porle per iscritto e inviarle a tutti i soggetti istituzionali, sindacali e all’azienda ma… ancora silenzio!
Voglio ricordare che la nostra vertenza, come ogni altra vertenza, ha delle scadenze. Nello specifico il 17 aprile ci è scaduta la CIG ordinaria e il 20 aprile è previsto un tavolo al MISE, secondo noi tardivo. Tardivo perché il 20 aprile ci troveremo al tavolo senza aver ricevuto nessuna risposta tecnica rispetto al progetto di industrializzazione e con la spada di Damocle della scadenza degli ammortizzatori sociali! Insomma, ci sembra che vogliano metterci nella condizione di dover firmare una CIG di transizione senza un’approfondita discussione sul piano industriale.
Dall’altra parte la nuova proprietà (Qf), anziché rispondere alle nostre domande, ha chiamato per il 19 aprile due assemblee e lo ha fatto con delle modalità piuttosto scorrette, dato che ha convocato gli impiegati e i responsabili di reparto la mattina in un albergo a Firenze e il pomeriggio gli operai in azienda. Questo atteggiamento punta evidentemente a dividere quello che la lotta ha unito dal 9 luglio ad oggi.
Per quanto riguarda lo sviluppo della lotta, essa vede pienamente coinvolte tutte quelle soggettività che in questi mesi sono intervenute a sostegno della nostra vertenza e che hanno composto la grande manifestazione del 26 marzo.
Il proseguimento di questa convergenza sarà il 15 maggio con un’assemblea nazionale a cui invitiamo a partecipare tutti coloro che hanno preso parte a quell’appuntamento. Un’assemblea in cui secondo me dovremo provare a mettere a terra idee, contenuti e progetti cercando di superare quelle litigiosità per cui la sinistra è tristemente famosa. Dovrà essere quindi un esercizio di maturità da parte di tutte quelle componenti che erano in piazza il 26 marzo per costruire un movimento che faccia sintesi rispetto a quella manifestazione, ai suoi contenuti e tutti coloro che vi hanno preso parte.”
Dopo l’incontro a Firenze del 19 aprile con Borgomeo, il 20 aprile si è svolto l’incontro al MISE che avrebbe dovuto rendere noti ufficialmente agli operai i nomi dei soggetti per la reindustrializzazione della fabbrica (che il MISE e il nuovo proprietario Borgomeo avrebbero già dovuto svelare a marzo come scritto nell’accordo quadro…). Ma ancora una volta il tavolo si è concluso con un rinvio-farsa e un sostanziale nulla di fatto, estendendo ancora la CIG agli operai e fissando un nuovo incontro in Regione Toscana per il 27 aprile.
“Un susseguirsi di rinvii e di poca chiarezza che ricade interamente sulle istituzioni. Perché non solo hanno acconsentito a questo gioco di rinvii, ma non sono state né in grado di ribattere quando sono state indicate dall’azienda come le responsabili degli attuali ritardi né si sono espresse sulla necessità o meno di approfondimenti del piano industriale.
Dal 24 dicembre le istituzioni si sono evidentemente considerate autoassolte come se la questione delle delocalizzazioni e di un piano serio di reindustrializzazione non le riguardasse. Come lavoratori ex GKN siamo “soli” assieme alle 30mila persone che a Firenze hanno sfilato il 26 marzo scorso.
(…) L’immobilismo, unito però allo show mediatico fatto sulla pelle di lavoratori cassintegrati, ci convincono sempre di più della necessità di insorgere e mobilitarci. Ci reindustrializzeranno non perché ‘facciamo a fidarci’, ma perché il territorio e la lotta staranno a guardia di questo risultato. Fuori dalla mobilitazione non c’è salvezza” – dal comunicato dell’Ufficio Stampa del gruppo dei solidali GKN, 20 aprile.
Gli operai e i solidali hanno lanciato per il 15 maggio la convocazione di un’assemblea nazionale a Campi Bisenzio (FI) come momento di “restituzione assembleare” di tutte le posizioni e per tutti i singoli e realtà che hanno contribuito alla costruzione della manifestazione del 26 marzo. Per tenere collegato particolare e generale, per vincere alla GKN e continuare il processo di costruzione della “nuova classe dirigente” del paese.