Chiediamo a tutti coloro che avvertono la gravità della situazione di far circolare il testo e aderire anche se sono impossibilitati a intervenire e a partecipare
“In Italia non c’è la censura ed è garantito il pluralismo”. È il coro di risposta a chi osa sollevare questioni rispetto alla narrazione dominante sulla guerra in Ucraina. E in effetti sugli organi di informazione viene dato un qualche spazio a chi solleva dubbi, a chi propone analisi discordanti dalla propaganda di regime. Ma coloro ai quali viene concesso quello spazio sono sistematicamente attaccati, derisi, umiliati, isolati, messi all’indice. In alcuni casi ricevono minacce. Al punto, persino, di scoraggiarli dal prendere posizione pubblicamente. Chi non si scoraggia riceve doppia e tripla razione di “pluralismo”. Oppure viene oscurato.
È successo a giornalisti, docenti, analisti, attivisti politici, ognuno di loro ha un percorso umano, professionale, politico, civile e una diversa provenienza, ma tutti hanno in comune di essere finiti nel “tritacarne” mediatico.
Perchè in Italia non si può parlare seriamente delle cause della guerra in Ucraina? Perchè non si possono sollevare questioni sulla coerenza della politica del governo Draghi con gli interessi nazionali? Perchè non si possono fare i conti su quanto gravano – e su chi gravano – le sanzioni alla Federazione Russa? Perchè non si può affrontare seriamente il discorso che inviare armi coinvolge direttamente l’Italia nel conflitto? Perchè dobbiamo ingoiare litri di propaganda a senso unico e chiudere gli occhi di fronte alle smentite plateali di bufale confezionate per suscitare reazioni (ricordiamo “il teatro di Mariupol”)?
La censura (quella diretta e quella indiretta fatta di derisione e liste di proscrizione) è l’altra faccia della propaganda di guerra.
Siamo convinti che servano invece un ragionamento approfondito e un confronto ampio per comprendere la situazione; che serva un’insorgenza civile contro i bavagli e le gogne; che serva una resistenza ampia verso chi ha già deciso per tutti che il nostro paese debba diventare vittima e carnefice al servizio di interessi e sentimenti opposti a quelli della grande maggioranza della popolazione.
Pochi giorni fa, la magistratura inglese ha dato parere positivo all’estradizione di Julian Assange negli USA dove sarà processato per aver reso pubblici dei documenti che per il governo USA dovevano rimanere segreti. Assange rischia 175 anni di carcere.
Non siamo riusciti a proteggerlo dalla vendetta degli stessi che oggi pretendono di imporre un’informazione sia a senso unico, pilotata, manipolata e dagli stessi che si fanno strumento di questa manipolazione.
Incontriamoci per parlarne, per confrontarci e per organizzarci
Galleria Principe – Napoli
2 maggio alle ore 18:30
Partecipano
Luigi De Magistris
Ciro Raia – Presidente dell’ANPI di Napoli
Antonio Amoretti – Partigiano delle Quattro Giornate e Presidente Onorario dell’ANPI di Napoli
Giorgio Bianchi – Corrispondente di guerra, fotoreporter, regista e scrittore
Filippo Severino – Pax Christi di Napoli
Luciano Ferrara – Giornalista e fotoreporter
Stefano Federici – Giornalista
Fabiola D’Aliesio – Partito dei CARC
Jorit Agoch – Artista
Ciro Crescentini – Giornalista, direttore de IL DESK, quotidiano indipendente
Francesco Santoianni – Giornalista, esperto di fake news
Pino Guerra – Fotografo
Nicola Nardella – Presidente VIII Municipio di Napoli
Elena Coccia – Segretaria PRC Provincia di Napoli
Mari Muscarà – Consigliera Regionale Campania
Valentina Dell’Aversana – Coordinamento NO Green Pass di Napoli
Per adesioni carc@riseup.net