Sabato 16 aprile si è svolta a Firenze la manifestazione: “Basta abusi, sciogliere le squadre antidegrado!” in seguito ai fatti del 5 aprile scorso quando un cittadino senegalese Pape Demba ha subito un fermo violento da parte di agenti in borghese del reparto antidegrado della Polizia Municipale di Firenze. Il fermo dell’uomo è stato filmato da alcuni ragazzi che poi hanno pubblicato il video su Facebook. Dopo la protesta dell’ambasciatore del Senegal in Italia i vigili si sono difesi sostenendo di essere stati aggrediti. Intanto i due ragazzi che hanno postato il video, hanno depositato lunedì 11 aprile, in Procura un esposto sull’accaduto. L’avvocato dei due ha spiegato che l’esposto è stato avviato “affinché sia valutato l’operato delle forze dell’ordine”, ovvero dei due agenti in borghese, del nucleo antidegrado, che hanno effettuato l’operazione.
L’associazione Mutuelle della solidarietà dei senegalesi in Italia” ha diffuso un comunicato in cui definisce l’accaduto come “l’epilogo di una serie di atti di discriminazione”, e sottolinea “la natura razzista, inumana e degradante del trattamento”.
Da fatti come questo, ai pestaggi, alle denunce contro i militanti politici, alle perquisizioni abusive e alle intimidazioni , fino agli omicidi di Stato, ricaviamo che l’operato violento ed eversivo delle Forze dell’Ordine e degli apparati dello Stato, non è dovuto a “qualche mela marcia” o a “servizi segreti deviati”, ma è la rappresentazione concreta e reale del vero volto dello Stato e delle sue propaggini locali: anti democratico e a servizio di una specifica classe, quella dei padroni e degli speculatori.
La vicenda di Firenze riporta in scena, con urgenza, la necessità di lottare per lo scioglimento di reparti come quello antidegrado della polizia municipale di Firenze e più in generale di lottare contro l’impunità e gli abusi delle forze dell’ordine; per la difesa e l’applicazione dell’articolo 21 della Costituzione e per l’introduzione effettiva del reato di tortura e del codice identificativo per le Forze dell’Ordine nel nostro Paese.
Il raggiungimento di questi obiettivi dipende principalmente dalla costruzione di rapporti di forza tramite la mobilitazione e l’organizzazione popolare: nello specifico denunciando ogni forma di abuso, sviluppando la vigilanza democratica e il controllo popolare, alimentando il protagonismo delle masse popolari che si organizzano nei posti di lavoro, nelle scuole, nei quartieri. A questo fine è estremamente importante anche l’intervento e il sostegno di consiglieri comunali ed esponenti autorevoli della società civile.
A questo proposito abbiamo raccolto alcune valutazioni di Antonella Bundu attivista antifascista e antirazzista e consigliera comunale di Firenze di Sinistra Progetto Comune.
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“Quanto accaduto a Firenze il 5 aprile chiama tutti noi a un’attenta e profonda riflessione sul tipo di città che vogliamo, su cosa si intenda per decoro, su quale debba essere il ruolo e la funzione degli agenti atti a garantire l’ordine pubblico.
Intanto veniamo al metodo con cui è stato realizzato questo fermo. Partiamo dal presupposto che la persona fermata non ha commesso alcun tipo di reato, tant’è che quello che ci è stato detto è che è stato fermato per chiedergli le generalità. Ma anche se fosse stato fermato perché privo di licenza per vendere, allora quello che dovevano fare gli agenti era una semplice sanzione amministrativa. Quindi siamo già andati oltre.
In secondo luogo, voglio aprire una riflessione sul reparto antidegrado e sul concetto di decoro che questo reparto sarebbe deputato a difendere.
Chiaramente, io metto in discussione questo concetto di decoro, e soprattutto il fatto che per difendere questo presunto decoro si dia mandato alla polizia municipale di usare metodi e tecniche di fermo che mettono a repentaglio la vita stessa di chi ne è oggetto.
La polizia municipale, tra l’altro, dovrebbe occuparsi di ben altro: infrazioni, parcheggi, viabilità…Insomma, sicuramente non di placcare le persone con la forza utilizzando una manovra che è già stata dichiarata illegittima per la sua pericolosità. Pensiamo al caso di Riccardo Magherini” (morto in strada, a Firenze, il tre marzo 2014 proprio in seguito a un fermo violento fatto dai Carabinieri, ndr).
“Il Sindaco Dario Nardella ha dichiarato che non accetta che la polizia venga definita razzista…Il fatto è che il sistema stesso è razzista in quanto reprime e nasconde coloro che, secondo questo concetto di decoro, rappresentano un problema. Del resto, pensiamo a quello che ha subito la Comunità senegalese proprio a Firenze con ben tre omicidi a sfondo razzista negli ultimi dieci anni” (il riferimento è a alla strage di Firenze del 13 dicembre 2011 durante il quale due senegalesi Samb Modou, 40 anni, e Diop Mor, 54 anni, furono uccisi da Gianluca Casseri estremista di destra, sostenitore e attivista di Casa Pound e all’omicidio di Idy Diene, 54 anni, ucciso da Roberto Pirrone, sul ponte Vespucci a Firenze nel marzo del 2018, ndr).
“Con questo non intendo dire che Firenze sia il far west ma i fatti parlano chiaro: questi tre casi hanno visto coinvolte persone senegalesi. Dunque, io non dico che la polizia municipale è razzista di per sé, io dico che gli strumenti e le indicazioni che vengono date agli agenti di questo reparto speciale rispondono a una logica razzista e classista.
Tra pochi giorni avremo un Consiglio Comunale e anche in quel consesso porteremo le nostre rivendicazioni: diremo che il degrado non è chi chiede l’elemosina per strada ma il sistema che porta a chiedere l’elemosina, quello sì che è degradante. Occorre dunque dare delle soluzioni a chi ha bisogno di un lavoro, a chi chiede spazi di socialità. Chiediamo di risolvere le questioni sociali che sono alla base e alla radice di queste situazioni, e certamente la risposta non può essere la repressione. Per tanto, come Sinistra Progetto Comune stiamo intervenendo sul nuovo regolamento della polizia municipale che tra le altre cose istituirà dei mini Daspo con cui si allontaneranno per 48 ore da una certa zona non chi commette un reato ma chi, con il suo comportamento, non risponde a certi criteri di decoro, di morale, di vivibilità…Presenteremo degli emendamenti per ostacolare questo provvedimento.
Fuori dal Consiglio Comunale intendiamo continuare e sostenere il percorso lanciato, in particolare da Firenze Antifascista che denuncia da tempo l’esistenza e le operazioni del reparto antidegrado.
Dunque, la nostra lotta ha a che fare con il tipo di città che vogliamo. Questa non è la Firenze che vogliamo. Il Sindaco parla di una città accogliente, ebbene dev’esserlo per tutte e tutti e non solo per studenti ricchi o turisti abbienti da piazzare negli Student Hotel e nei resort di lusso costruiti espropriando il patrimonio pubblico cittadino oltretutto in una situazione che vede Firenze occupare i primi posti in classifica per numero di sfratti esecutivi. Questa filosofia di nascondere e reprimere quello che non può essere attrattivo per il turista, o comunque “per una certa Firenze”, non ci sta bene.
In conclusione il degrado è generato dalle politiche di questa Amministrazione basate su controllo e repressione (siamo a 1400 telecamere installate in città!)”.