La Sezione Siena – Val d’Elsa del Partito dei CARC esprime solidarietà alla sindacalista FLC CGIL, dipendente dell’Università degli Studi di Siena, che ieri, giovedì 14 aprile, è stata vittima di un grave atto intimidatorio fascista. Nel suo ufficio sono state trovate scritte omofobe, inneggianti al duce e contro la CGIL.
Purtroppo, non è la prima volta che ci troviamo a denunciare fatti di questo tipo (soltanto cinque mesi fa esprimevamo solidarietà a Cravos Siena per le intimidazioni fasciste subite da una compagna all’interno della loro sede!), a testimonianza del fatto che nella città di Siena la presenza di gruppi neofascisti è un problema.
Rispetto a questo, crediamo sia importante ricordare che i fascisti hanno libertà di manovra laddove hanno campo libero: essi rappresentando una costola del sistema di potere della borghesia imperialista (sono uno dei bracci con cui la borghesia promuove la mobilitazione reazionaria delle masse che consiste, sostanzialmente, nel mettere masse contro masse per mantenere il suo dominio). Non c’è da meravigliarsi, quindi, se oggi le istituzioni senesi e il sindaco Luigi de Mossi, oltre ad esprimere un mero antifascismo di facciata, non prendano alcuna misura concreta per togliere spazio e agibilità ai fascisti! D’altronde, si tratta delle stesse istituzioni che negli scorsi anni hanno sdoganato tali movimenti neofascisti – ricordiamo che nel 2017, sotto l’amministrazione Valentini (PD), Casapound ha aperto la sua sede in centro a Siena!
Del resto, anche storicamente, le istituzioni di questo stato hanno dimostrato di non avere alcuna volontà di reprimere il fascismo. Non possiamo aspettarci niente dall’alto: l’antifascismo vero è quello che si fa nelle strade, nelle piazze, nelle aziende, nelle scuole. è l’antifascismo popolare, quello che promuove l’organizzazione e la mobilitazione dei lavoratori e delle masse popolari contro gli attacchi della classe dominante, per rovesciare la classe dominante.
Anche la CGIL può, e quindi deve, fare la sua parte, riprendendo e rilanciando il percorso aperto con lo sciopero generale del 16 dicembre contro il governo guerrafondaio di Draghi, uno sciopero i cui contenuti sono sempre attuali, anzi si sono aggravati con l’aumento esponenziale delle spese militari, il carovita e caro bollette, la richiesta di salari dignitosi fino alla dismissione dell’apparato produttivo (che nel nostro territorio vede a serio rischio la camperistica: https://www.carc.it/2022/04/05/toscana-costruire-unita-operaia-dalla-laika-alla-gkn-per-il-polo-della-mobilita-sostenibile/ ). La lotta al fascismo che ne ha contraddistinto la storia centenaria deve spingere il sindacato alla mobilitazione dei delegati e dei lavoratori e alla vigilanza contro assalti e provocazioni, che stanno evidentemente aumentando.
I fascisti fanno il gioco di Draghi, sono al servizio delle Larghe Intese: l’episodio di ieri deve servire a noi comunisti, ai comitati popolari, alle associazioni antifasciste, a costruire con più determinazione il 25 aprile. Un 25 aprile che estrometta i guerrafondai, gli affaristi della guerra e chi fa gli interessi degli sfruttatori, che non dia spazio ai vertici del Partito Democratico, il partito che è stato tra i principali sdoganatori dei fascisti e dei repubblichini (ricordiamo Violante e “i ragazzi di Salò”)! Un 25 aprile che sia PER una nuova Liberazione, PER portare a compimento l’opera dei nostri partigiani!