Rilanciamo il post pubblicato su facebook da un compagno che in poche e semplici parole mette nero su bianco il ruolo del Partito Democratico (PD) nel sostenere la guerra promossa dagli USA e dalla NATO contro la Federazione Russa. Tirare fuori i nomi dei dirigenti dei principali organi di guerra del nostro paese, oggi in mano al PD e a uomini sua diretta emanazione, ci permette di dare una risposta al perché il Ministro della Difesa italiano Lorenzo Guerini, anche lui del PD, già lo scorso 11 febbraio avesse confermato la piena disponibilità a fornire il proprio contributo alla NATO qualora avesse deciso di avviare operazioni militari in Ucraina.
“A me questa storia del PD guerrafondaio e violentemente schierato con il governo nazista ucraino non è che mi andasse proprio a genio, certo è un partito fermamente filo-atlantista e filo-Ue ma cavolo, a tutto c’è un limite! Eppure il ricordo delle bandiere del PD scacciate dai cortei contro la guerra in Iraq e Siria o allontanate dalle navi che facevano sbarcare i migranti africani in Sicilia è ancora nitido, possibile che oggi abbiano voluto certificare l’allontanamento siderale non dico dai i valori della sinistra ma anche da quelli liberali e progressisti?
Allora sono andato a riprendere gli articoli dei quotidiani online che circa un mese fa riportavano la notizia delle azioni di Leonardo e Finmeccanica, schizzate in alto “a causa” delle operazioni militari russe in Ucraina e del riarmo deciso dalla Germania, perché beh, la discesa in guerra dei governi ha sempre cattivi consiglieri, no?
Bene, facendo una piccola ricerca (prendendo semplicemente da Wikipedia eh, mica spulciando gli archivi dell’Aise ex Sismi), è uscito fuori che:
La Leonardo-Finmeccanica ha come a.d. Alessandro Profumo, banchiere vicino al PD ed ex presidente di MPS e Unicredit. In più la “nostra” multinazionale (controllata dal MEF) per poter ottenere commesse e aggredire i mercati esteri si muove su più fronti e pertanto possiede alcune fondazioni tra cui:
1) La Fondazione Med-Or, che ha come obiettivo “la promozione di attività culturali, di ricerca e formazione scientifica, tesi a rafforzare i legami, gli scambi e i rapporti internazionali tra l’Italia e i Paesi dell’area del Mediterraneo allargato fino al Sahel, Corno d’Africa e Mar Rosso (Med) e del Medio ed Estremo Oriente (Or)”, insomma una fondazione che si occupa di spianare il terreno commerciale a Leo-Fin con progetti discutibili finanziati dallo stato, il cui presidente è un certo Marco Minniti (sì proprio lui) del PD.
2) La Fondazione Leonardo, che si occupa di “promuovere la cultura e la formazione industriale per lo sviluppo dei territori, la rilevanza delle tecnologie duali al servizio della società civile”. Il presidente è “tale” Luciano Violante, già presidente della Camera, del PD.
Ma la spinta verso un coinvolgimento del nostro paese (e di tutta la UE) nella guerra non arriva solo dai produttori di armi e di mezzi ma anche da settori del Ministero della Difesa (che ormai possono rinominare Ministero della Guerra), tipo:
1) La “Difesa Servizi spa” (soc. in house del Min. Dif.) voluta nel 2009 dall’ex ministro La Russa e che ha la funzione di “reperire fondi per il finanziamento delle attività del Ministero della Difesa, affinché esse gravino il meno possibile sul bilancio dello Stato”, insomma una società che ha come obiettivo la terziarizzazione del nostro ministero e della nostra difesa. L’ad è un ex deputato del PD, Pier Fausto Recchia.
2) La “Agenzia Industrie Difesa“, ente controllato dal Min. Dif. che “ha il compito di provvedere al coordinamento ed alla gestione degli stabilimenti industriali ad essa assegnati, operando secondo criteri industriali sotto la vigilanza del Ministro della Difesa, con la missione di portare all’economica gestione gli stabilimenti industriali assegnati in gestione, in una logica di creazione di valore sociale ed economico per lo Stato e la collettività”, che in soldoni significa pianificare, coordinare, gestire e dirigere sia la produzione bellica che le polveriere sparse nel territorio italiano.
E chi è il direttore di questa agenzia, di nomina puramente politica? Nicola Latorre, vecchia faccia del primo PD.
Alla fine la risposta l’ho trovata, il PD vuole la guerra perché ha i soldi (le banche) e le armi per poterla fare”.