Da quando si è esaurita la prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale, la classe dominante manovra per portare indietro l’orologio della storia e fare piazza pulita dei diritti e delle conquiste delle masse popolari.
La pandemia ha fornito l’occasione per portare più a fondo questo processo, scaricando sui lavoratori gli effetti della crisi, imponendo sempre nuovi sacrifici venduti come misure necessarie per tornare “alla normalità”. Ma a più di due anni dall’inizio dell’emergenza sanitaria, è sotto gli occhi di tutti che quella narrazione era una bugia. Miseria, sfruttamento, guerra, crisi ambientale sono la normalità nella fase della crisi generale del capitalismo in cui viviamo.
Bando allora a ogni illusione! I lavoratori possono conquistare un futuro migliore solo con la rivoluzione socialista: non esiste nessuna normalità a cui tornare, ma abbiamo un nuovo mondo da conquistare!
Questi anni di pandemia hanno aggravato la crisi del capitalismo, alimentando in tutto il mondo la lotta di classe e lo scollamento tra masse popolari e classe dominante.
Se guardiamo al nostro paese, è stato un crescendo di proteste e mobilitazioni, con numerosi comitati, collettivi e coordinamenti che in questo periodo sono nati (come le brigate di solidarietà) o hanno assunto un ruolo superiore (come il Consiglio di Fabbrica dell’ex GKN), e con la sfiducia nelle istituzioni e nei media della classe dominante che non ha fatto che crescere.
In questa situazione, la classe dominante ha dovuto prendere delle contromisure. In particolare ha dovuto imbrogliare le carte per costruire un minimo di consenso attorno a una gestione della pandemia che è stata criminale. L’arma più efficace a questo scopo è stata il miraggio del “ritorno alla normalità”, che governo e media di regime hanno agitato sistematicamente per presentare ogni sacrificio imposto ai lavoratori, ogni limitazione dei diritti e delle libertà, ogni peggioramento delle condizioni di vita, come necessari per riconquistarla. Individuando ad ogni occasione un nemico verso cui deviare la rabbia delle masse popolari per una situazione che, nonostante le promesse, continuava a peggiorare, in cui era sempre più evidente che non sarebbe “andato tutto bene”. I runner, i giovani della movida, e soprattutto i no vax, sono stati di volta in volta il capro espiatorio verso cui indirizzare l’ira popolare, additandoli come l’ostacolo da rimuovere per conquistare il tanto agognato ritorno alla normalità.
Bene, dopo più di due anni di lotta alla pandemia è oramai sotto gli occhi di tutti in cosa consista questa nuova normalità tanto sbandierata: è la chiusura di decine di aziende, la perdita di migliaia di posti di lavoro, una sempre maggiore precarietà e arbitrio padronale; sono 4/5 morti al giorno sul lavoro, tra cui studenti minorenni che ci lasciano la pelle durante gli stage; è una sanità pubblica completamente allo sbando dopo decenni di tagli, che non è implosa completamente solo grazie al sacrifico di migliaia di lavoratori che la tengono ancora in piedi; è un’istruzione pubblica devastata da due anni di DAD, con il disagio psicologico tra i giovani che diventa un fenomeno di massa; è una crisi climatica sempre più grave, che sta già sconvolgendo la vita sull’intero pianeta; è il pericolo sempre più concreto di una guerra mondiale, con il connesso caro-carburante, caro-bollette, caro-vita.
Il tanto decantato ritorno alla normalità si è tradotto in peggiori condizioni di vita per le masse popolari, maggior arbitrio per la classe dominante, nuove e più gravi emergenze alle porte e una generale decadenza dell’intera società, che sembra riportare indietro l’orologio della storia di decenni, a dispetto delle belle promesse di Draghi.
Così da una parte il governo parla di transizione ecologica e inserisce la tutela dell’ambiente in Costituzione, mentre dall’altra progetta di riaprire le centrali a carbone per fare fronte agli effetti delle sanzioni alla Russia, facendo un ulteriore passo verso il disastro ambientale.
A parole si erge a fautore della pace, ma nei fatti manovra per portare in guerra il nostro paese, marciando a grandi passi verso una nuovo conflitto imperialista. Fa grandi discorsi sulla ripresa economica, ma poi si fa complice di licenziamenti, chiusure, delocalizzazioni in misura sempre più ampia.
Insomma, quella di un ritorno alla normalità è un’illusione che fa comodo solo alla classe dominante. Nella crisi generale del capitalismo in cui siamo immersi miseria, pandemie, guerre, eventi climatici estremi sono la normalità, la guerra dei padroni contro masse popolari è la normalità. Se non vogliono subirla, le masse popolari devono fare la loro guerra a modo loro: organizzarsi in ogni azienda, scuola, quartiere e territorio per prendere in mano il paese, cacciare il governo Draghi, imporre un governo popolare di emergenza e avanzare così nella rivoluzione socialista!