Ipocrisia: immigrazione, accoglienza e sfruttamento

I flussi migratori sono una delle conseguenze del corso disastroso che la borghesia imperialista impone al mondo.

Così come è impossibile fermare l’emigrazione dai paesi e dalle zone del mondo sottoposte alle “delizie” dell’oppressione imperialista, allo stesso modo non è possibile impedire l’immigrazione nei paesi imperialisti (o comunque nei paesi che offrono una prospettiva di vita migliore) di chi fugge dalla guerra, dalla miseria, dalla devastazione ambientale, dalle persecuzioni religiose, etniche e politiche.

La classe dominante sfrutta i flussi migratori in molti modi.

In Italia sono diventati un affare da miliardi di euro sia per chi gestisce il traffico degli esseri umani dell’immigrazione clandestina, sia per chi gestisce l’accoglienza attraverso canali legalizzati, dalla Caritas alla miriade di associazioni e cooperative.

L’immigrazione è anche un ingrediente essenziale della guerra fra poveri promossa dai politicanti borghesi che usano gli immigrati come capro espiatorio, per scaricare su di loro le proprie responsabilità nel progressivo peggioramento delle condizioni di vita delle masse popolari italiane. La lotta all’immigrazione clandestina e al degrado provocato dagli immigrati clandestini serve alle autorità borghesi da pretesto per sperimentare ulteriori dispositivi di repressione e di controllo sociale.

Per i “democratici” governi dei paesi imperialisti (tra i quali rientra a pieno titolo anche il Vaticano) gli immigrati sono solo merci su cui speculare, un esercito industriale di riserva contro la classe operaia “troppo organizzata”, “troppo costosa” e meno ricattabile.

Per decenni i governi italiani, nessuno escluso, hanno permesso (e continuano a permettere) che centinaia di migliaia di immigrati che scappavano dalla povertà, dalla miseria e dalle guerre scatenate dalla NATO affogassero nel Mediterraneo o morissero assiderati nei container dentro cui si ammassavano per arrivare in Europa. Un numero imprecisato è imprigionato nei lager aperti dai governi italiani ed europei. Un numero ancora maggiore vive ai margini delle città e nelle baraccopoli delle campagne.

Ai cittadini “di buon cuore” che hanno osato offrire un ristoro alle persone ammassate a Ventimiglia (al confine con la Francia) o sostenuto chi provava ad attraversare a piedi le Alpi, lo Stato ha dispensato multe, denunce, processi e persino il carcere quando qualcuno al buon cuore ha aggiunto rivendicazioni politiche e appelli alla disobbedienza, all’organizzazione e alla mobilitazione.

In questo quadro va inserito anche il fenomeno dell’accoglienza ai profughi ucraini.

Quegli stessi assassini in doppio petto che non si fanno nessuno scrupolo a fare affari sulla pelle degli immigrati afgani, iracheni, siriani, malesi, egiziani, ecc. sono gli stessi che oggi lanciano h24 appelli per l’assistenza e l’accoglienza dei profughi ucraini. Inviano armi al governo fantoccio di Zelensky, alimentano la guerra, e intanto si smanicano per accogliere chi scappa dalle bombe… peccato che siano già pronti a offrire anche alla popolazione ucraina solo una vita di supersfruttamento.

Un governo serio, che fa gli interessi dei lavoratori e delle masse popolari e che vuole avere un ruolo positivo per la pace e la collaborazione fra paesi deve abolire subito tutte le leggi razziste e discriminatorie contro gli immigrati, deve abolire i centri di accoglienza, deve favorire i ricongiungimenti famigliari, deve garantire la possibilità di andare a scuola a tutti i bambini e ragazzi e deve assegnare a ogni adulto un lavoro utile e dignitoso.

La gestione dei profughi ucraini deve essere tolta al più presto agli speculatori e ai trafficanti di persone perché nelle loro mani diventerà una bomba sociale, un ingrediente aggiunto della guerra fra poveri.

La miccia è accesa

“A fronte di una carenza di personale negli alberghi e nei pubblici esercizi che sta diventando “cronica” e rischia di compromettere in particolare la prossima stagione estiva a Lignano Sabbiadoro, Confcommercio di Udine e provincia avanza l’ipotesi di un coinvolgimento delle popolazioni in arrivo dall’Ucraina.
(…) Il problema è emerso con la pandemia, quando “diversi collaboratori hanno preferito scegliere altre opportunità lavorative”. Da occasionale, sottolinea Confcommercio Udine, il fenomeno sta diventando cronico e la preoccupazione si concentra ora sui prossimi mesi, che soprattutto nella città balneare di Lignano Sabbiadoro, presentano l’urgenza di poter contare su personale qualificato.
“Viste le tante persone che, con la guerra in Ucraina, si presenteranno ai nostri confini e verranno accolte – affermano i rappresentanti di Confcommercio spiegando la loro proposta – si potrebbe pensare a quote aggiuntive che consentano a qualche immigrato in arrivo dai territori del conflitto di trovare lavoro nelle nostre imprese. Si potrebbe anche favorire la possibilità di inserimento lavorativo temporaneo per il periodo estivo – concludono – agevolando con servizi di nurseries chi giunge sul territorio con figli al seguito” – ANSA, 3 marzo 2022.

“Le imprese di Padova e di Treviso “non intendono voltarsi dall’altra parte”, per usare le parole del Premier Draghi, davanti all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e alla tragedia umanitaria che si sta verificando con l’esodo del popolo ucraino. L’invito rivolto dal presidente di Assindustria Venetocentro, Leopoldo Destro a segnalare la disponibilità ad attivarsi per contribuire a dare risposte concrete e immediate ai bisogni delle persone in fuga dalla guerra, per la gran parte donne, bambini e anziani, è stato già raccolto in pochi giorni da sessantasette imprese associate delle province di Padova e Treviso, che hanno messo a disposizione 24 alloggi (circa 100 posti letto) per l’accoglienza di famiglie di profughi ucraini e 240 offerte di lavoro per un’accoglienza piena, rispettosa e dignitosa delle persone nelle comunità del territorio” – Treviso Today, 10 marzo.

Se per gli esempi precedenti la scusa è che “gli italiani non vogliono più fare certi lavori”, in quello che segue il governo caccia lavoratori regolarmente assunti, ma sospesi a causa del Green Pass.
“Per un anno medici e infermieri ucraini scappati dalla guerra sostituiranno i camici bianchi No Vax sospesi. (…) Lo prevede il decreto “Misure urgenti” per l’Ucraina pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 21 marzo: è consentito l’esercizio temporaneo delle qualifiche professionali sanitarie e della qualifica di operatore socio-sanitario ai professionisti cittadini ucraini residenti in Ucraina prima del 24 febbraio 2022 che intendono esercitare nel territorio nazionale, in strutture sanitarie pubbliche o private, una professione sanitaria o socio sanitaria in base a qualifica conseguita all’estero regolata da direttive UE” – La Stampa, 22 marzo 2022

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