Cari compagni della Redazione di Resistenza, con questa lettera spero di arrivare ai vostri lettori più giovani.
Qualche giorno fa ho ascoltato sul podcast del vostro Direttore, Pablo Bonuccelli, l’intervista a Yung Stalin, fondatore e musicista della P38 Gang, un gruppo musicale con un messaggio molto esplicito e fortemente legato alla storia del movimento comunista.
Da essa emerge bene, a mio parere, che una parte dei giovani del nostro paese si rifà agli ideali del comunismo, odia e denuncia le storture del capitalismo, immagina il socialismo come l’ordinamento sociale in grado di consegnarci un futuro dignitoso, luminoso.
Allo stesso tempo traspare, però, con altrettanta evidenza che ritengono il socialismo un’ipotesi remota, qualcosa che semmai si realizzerà, riguarderà un tempo per loro ancora troppo lontano e quindi…
Quindi, talvolta ci si spende nella lotta contro le storture del capitalismo, ma per il resto del tempo che fare? Si viene quasi inevitabilmente attratti dalle sirene della borghesia, si soccombe ai suoi vizi, alle sue abitudini più arretrate.
Si finisce magari col fare uso di qualche droga o di alcool per evadere dal cattivo presente, per non pensare alle brutture della vita. Oppure si cerca affannosamente di ritagliarsi, magari con lo studio, la propria nicchia in questa società. E se per farlo occorre “fare le scarpe” a chi è sulla nostra stessa barca e “vendersi l’anima al diavolo”, tant’è! Così va la vita.
È a questi giovani che si definiscono comunisti, ma che pensano che il socialismo sia troppo lontano, che non dipende in fondo da loro costruirlo, che mi rivolgo.
Mi rivolgo a voi per dirvi che il nostro Partito, in cui militano già tanti vostri coetanei, coltiva l’ambizione e ha l’obiettivo di rendervi protagonisti dell’impresa di fare dell’Italia un paese socialista; rendervi protagonisti di una causa capace di dare un senso alla vostra vita, capace di sottrarvi al malessere che vivete nel dover accettare lo status quo, fatto di miseria morale e materiale, di devastazione dell’ambiente e ora sempre più anche di guerra.
Una soluzione per rivoluzionare il mondo noi ce l’abbiamo e ve la offriamo. Abbiamo il dovere di farlo, di dirvi che il socialismo può non essere così lontano se ci organizziamo per costruirlo: compagni, porre le basi del nuovo mondo dipende da ognuno di noi!
Prima però, un breve inciso per chiarire la posizione del P.CARC sull’uso e la diffusione della droga nella società in cui viviamo: non temete, non voglio farvi la paternale. Ma la questione è complessa e non è possibile ridurla alla diatriba “la droga fa bene o fa male… le droghe pesanti no, quelle leggere sì”. Il punto è che la droga è uno strumento potentissimo nelle mani della borghesia, che la usa per distogliere voi giovani (ma anche chi giovane non lo è più) dalla lotta di classe, per paralizzare le vostre più sane energie. Oggi, che il movimento comunista cosciente e organizzato è ancora debole, la borghesia usa la droga come uno degli strumenti capaci di ostacolare il suo rafforzamento.
Quando negli anni Settanta il movimento comunista cosciente e organizzato era forte, la borghesia ha usato anche la droga per stroncarlo, approfittando dei limiti e degli errori che avevano portato il movimento a “rifluire”. Ma questo molti di voi già lo sanno.
Il punto nodale è: come riempire “il vuoto” che c’è dentro voi, quel vuoto che la droga attutisce ma non colma, quel vuoto causato dal senso d’impotenza di fronte a un mondo che odiate e disprezzate?
Il punto per voi è capire che fare qui e ora, per noi dare una risposta a questa domanda.
Per fare la rivoluzione socialista bisogna che gli operai e gli altri lavoratori si organizzino (oggi, non domani!) costituendo organizzazioni operaie nelle aziende capitaliste, organizzazioni popolari nelle aziende pubbliche, nei quartieri, nelle scuole. E queste organizzazioni devono agire da nuove autorità pubbliche che lottano per adottare misure d’emergenza, devono coordinarsi tra loro, rendere il paese ingovernabile ai vertici della Repubblica Pontificia, costituire un loro governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare (GBP). La costituzione del GBP sarà un passo in avanti nell’instaurazione del socialismo in Italia.
La rivoluzione socialista è un’impresa che non si fa lavorando a caso, a buon senso. La rivoluzione socialista è una scienza che si impara, si applica e si sviluppa facendo il bilancio dell’esperienza, è una scienza sperimentale come le altre scienze. Questa scienza, che ha le sue fondamenta nel materialismo dialettico, permette a chi la assimila di comprendere a fondo le condizioni, le forme e i risultati della lotta delle classi sfruttate e dei popoli oppressi e di portarla avanti fino alla vittoria.
È applicando questa scienza che il Partito comunista russo di Lenin e Stalin guidò le masse popolari russe ad approfittare con successo della Prima Guerra Mondiale scatenata dalle potenze imperialiste, a fondare l’Unione Sovietica, a scatenare la prima ondata della rivoluzione proletaria che mobilitò le masse popolari e i popoli oppressi di tutti i paesi e cambiò il volto di tutto il mondo. È l’uso di questa scienza che portò alla fondazione della Repubblica Popolare Cinese guidata da Mao Tse-tung e di altri paesi socialisti. È la mancata assimilazione e uso di questa scienza che impedì ai partiti comunisti dei paesi imperialisti, come il primo PCI di Gramsci, di fare la rivoluzione socialista nei paesi imperialisti.
La Carovana del (nuovo)PCI, di cui noi del P.CARC siamo parte, ha tratto gli insegnamenti della prima ondata della rivoluzione proletaria, ha individuato i limiti che impedirono di instaurare il socialismo e i rimedi da adottare, i passi avanti da compiere nella scienza della rivoluzione socialista e nella sua applicazione nel nostro paese.
È partecipando a questa impresa che colmerete “il vuoto” di cui vi ho parlato. Chi di voi si dedicherà ad essa dando il meglio di cui è capace contribuirà a costruire per l’umanità un futuro degno di essere vissuto, un futuro luminoso, il socialismo.
Chi di voi si dedicherà a questa impresa, che può iniziare con l’adesione al nostro Partito, trasformerà a poco a poco anche il proprio modo di pensare, i propri sentimenti, desideri, comportamenti aprendo così la strada “all’uomo nuovo” protagonista della società socialista.
Chiudo questa lettera con un brano che rende bene in che senso il socialismo è possibile ORA. è una citazione un comunicato del (nuovo)PCI intitolato “Organizzarsi e combattere a modo nostro fino a vincere”:
“Il socialismo inizia semplicemente utilizzando più razionalmente le forze produttive esistenti e organizzando in modo più dignitoso il lavoro necessario. Occorre che le aziende smettano di esistere per produrre profitti; che diventino istituzioni pubbliche incaricate di produrre beni e servizi utili alla popolazione; che formino un sistema in cui ogni azienda svolge un ruolo simile a quello che oggi svolge un reparto in una grande azienda. Le aziende non devono chiudere: le aziende che oggi fanno produzioni inutili, inquinanti o nocive, devono essere trasformate e adibite a lavorazioni utili e necessarie. Il lavoro deve diventare un diritto e un dovere per ogni adulto sano, una funzione civile come l’istruzione. Non fare la propria parte di lavoro deve diventare per ogni individuo un reato come l’omissione di soccorso.
L’energia di ogni persona deve essere indirizzata a dare il massimo contributo che egli può dare alla vita della società. L’attività economica deve essere pianificata per soddisfare i bisogni socialmente riconosciuti di tutta la popolazione e di ogni individuo. Insomma occorre eliminare la proprietà capitalista e instaurare un nuovo ordinamento sociale. Bisogna eliminare lo Stato dei capitalisti e instaurare un nuovo Stato basato sui lavoratori organizzati. Allora tutto diventa possibile e relativamente facile”.
Avanti compagni, aderite al P.CARC, costruite il futuro conquistando il presente!
Il responsabile nazionale del Settore Organizzazione del P.CARC
Ermanno Marini