In molti stanno prendendo posizione contro la guerra e l’impiego di soldati italiani nelle operazioni. Mentre lo Stato porta al 2% del PIL le spese militari, non sono solo le associazioni pacifiste e “di sinistra” che si oppongono all’invio di armamenti e uomini in Ucraina, ma anche soldati e funzionari delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate. Associazioni come l’ANVUI (Associazione Nazionale Vittime dell’Uranio Impoverito), il sindacato SIBAS finanzieri e persino alcuni generali dell’Esercito si schierano pubblicamente contro la partecipazione dell’Italia al conflitto.
Questo il comunicato dell’ANVUI del 24 febbraio:
“Proprio le oltre 400 vittime e le migliaia di ignari militari italiani che si sono ammalati, più un numero incalcolabile di civili inermi, sono il prodotto degli effetti devastanti di alcune tra le più terribili armi che sono state usate in passato e che potrebbero essere usate anche nel conflitto in corso in Ucraina e nella regione del Donbass.
(…) L’Associazione Nazionale Vittime dell’Uranio Impoverito non può che augurarsi che prevalga il buon senso e che si trovi la strada per una soluzione immediata e pacifica delle ostilità ma, contestualmente, in caso di un inasprimento del conflitto che comporti un intervento della NATO, chiede con fermezza che nessun militare italiano venga impiegato nelle zone di conflitto. Questa circostanza comporterebbe ulteriori perdite di vite umane sia per le conseguenze dirette del loro impiego in zona di guerra sia per gli eventuali effetti dell’esposizione all’uranio impoverito e alle nanopolveri di metalli pesanti rilasciate nell’ambiente dall’impatto degli armamenti. Sono già troppe le vittime che abbiamo riscontrato tra militari e civili nei precedenti e già citati conflitti e non siamo disposti ad accettarne altre.
A tale proposito ricordiamo l’art. 11 della Costituzione Italiana:
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.
(…) Per la pace, per il rispetto dei principi costituzionali, a garanzia della salute del personale militare italiano e in nome di tutte le vittime dell’uranio impoverito!
Che nessun soldato italiano venga utilizzato per questa guerra a rischio della propria vita!”.