Il 12 marzo abbiamo partecipato alla riuscita manifestazione nazionale contro la guerra e contro lo stato di emergenza promossa a Bologna da Fronte del Dissenso, Emilia Romagna Costituzionale e Movimenti di Resistenza Costituzionale a cui hanno aderito numerosi coordinamenti di piazza, soggetti politici tra i quali Riconquistare l’Italia, Studenti contro il Green Pass, PC Rizzo, Ancora Italia, il sindacato FISI e il CLN.
Dopo 34 settimane consecutive di mobilitazioni contro il Green Pass, la gestione criminale della pandemia e lo stato di emergenza, i promotori hanno allargato la protesta alla questione della guerra. “Guerra e pandemia: stessa strategia” era lo slogan della manifestazione che è tornata dopo mesi di divieti a riprendersi le vie centrali della città. Al comizio di chiusura si è ricordato senza ambiguità il ruolo della NATO come prima promotrice della guerra in Ucraina e si è chiesta a gran voce l’uscita dell’Italia dall’UE, dalla NATO e dai teatri di guerra. È stata espressa solidarietà agli antifascisti del Donbass e i vari relatori hanno denunciato la subalternità del governo italiano agli oligarchi (borghesia imperialista) di casa nostra, degli USA e della UE.
In piazza erano presenti delegazioni da varie città italiane, in particolare dal Veneto e dalle Marche. Abbiamo propagandato fra studenti, operai e lavoratori autonomi la manifestazione del 26 marzo a Firenze del Collettivo di Fabbrica della GKN con l’obiettivo di promuovere un fronte unito capace di liberare il paese, di rovesciare questo governo e costruirne uno che sia realmente espressione degli interessi delle masse popolari.
La linea della convergenza con gli operai GKN ha trovato il massimo consenso fra i partecipanti, che hanno accolto, in generale, con grande favore anche le nostre bandiere rosse. Abbiamo dato via 400 volantini in due ore: queste sono piazze in cui il volantino te lo prendono dalle mani quando vedono che hai la falce e martello in spalla. Nei mesi scorsi il lavoro costante di tanti compagni e compagne, attivi nel movimento e in varie organizzazioni, ha concorso ad elevare i contenuti di queste mobilitazioni in cui ora la questione della gestione politica dell’intera società è vista come la questione decisiva.
Diversi interventi al comizio di chiusura hanno spinto per la costituzione di un soggetto politico unitario che raccolga quello che il movimento ha costruito in questi mesi. Bene ha fatto Francesco Tabaroni di Emilia Romagna Costituzionale a ricordare la parabola del M5S: insegna che non ci si può limitare ad andare a caccia di voti per poi sperare di aprire il parlamento come una scatola di sardine. I Comitati di Liberazione Nazionale vanno costruiti sui territori: occorre organizzare in ogni città, in ogni quartiere, in ogni azienda, in ogni scuola, organismi aperti a tutti coloro – singoli o organizzazioni – che si impegnano a portare avanti campagne coordinate per affermare dal basso gli interessi delle masse popolari, che sono opposti e inconciliabili con quelli di capitalisti, padroni e speculatori, italiani e stranieri. Questo è il lavoro da fare adesso.
MP
Federazione Emilia Romagna del P.CARC