Oggi 31 marzo sarà per i portuali di Genova e per il resto dei lavoratori e delle masse popolari che parteciperanno alle loro iniziative, una giornata di lotta per impedire il traffico di armi, contro le misure dell’Unione Europea e del governo Draghi che strozzano le masse popolari del paese a suon di delocalizzazioni e carovita.
I portuali segnano infatti la strada che tutti i lavoratori devono percorrere per boicottare la guerra imperialista. Il blocco del Porto in uno sciopero di 24 ore, il presidio e l’assemblea pubblica alla quale parteciperemo e a cui invitiamo a intervenire hanno l’obiettivo di fermare le armi che transitano via mare verso i teatri di guerra col solo fine di alimentare morte e distruzione.
Che questa giornata sia la prima di 10, 100, 1000 mobilitazioni contro le manovre di guerra del governo Draghi a partire dalle aziende dove si producono armi boicottandone l’uscita, passando per la logistica e bloccando i convogli di armi diretti in Ucraina, fino a tutto il resto degli operai che possono promuovere scioperi e proteste in ogni luogo di lavoro.
Di fronte a questa guerra i portuali mostrano che è possibile e necessario organizzarsi per boicottarla. Dimostrano che le guerre giuste le combattono la classe operaia e le masse popolari contro la classe dominante del proprio paese.
In ogni azienda deve risuonare la parola d’ordine dello sciopero generale contro la NATO e contro la partecipazione dell’Italia alla guerra.
Che ogni posto di lavoro diventi un ambito di lotta per rendere il paese ingovernabile al governo Draghi, boicottare la NATO e la guerra della Comunità Internazionale che conta le sue vittime tra le masse popolari di tutto il mondo. È così che la classe operaia deve seguire l’esempio del CALP di Genova, organizzandosi per cacciare questo governo e costruire le condizioni per la nuova liberazione nazionale di cui c’è bisogno.