[Bologna] Insorgiamo contro la repressione: solidarietà al SI Cobas!

È di queste ore la notizia, anticipata dal sindacato stesso, di un nuovo attacco repressivo ai danni del SI Cobas in Emilia Romagna e a Bologna: l’attacco questa volta prende la forma dell’ipotesi di associazione a delinquere. Le presunte (e ridicole) accuse sono di estorsione e corruzione ai danni di imprenditori che la stampa borghese non ha perso tempo ad etichettare come “vittime” del disegno criminale dei sindacalisti del SI Cobas (che avrebbero, si legge sul Corriere Bologna, avuto come scopo quello di favorire sé stessi). La lotta per un lavoro dignitoso che il SI Cobas porta avanti da anni nel nostro territorio è fumo negli occhi per i padrini di questo sistema e i loro funzionari (i caporali, i questurini, ecc.).

Per prima cosa, esprimiamo ai lavoratori, agli operai, ai compagni e alle compagne del SI Cobas la nostra solidarietà per questo attacco repressivo e chiamiamo le organizzazioni politiche, sindacali, associative e i lavoratori a fare, attivandosi da subito, altrettanto: sappiamo ormai fin troppo bene (dopo Piacenza, Modena e Bologna) che la nostra regione è governata da un sistema clientelare, poliziesco e mafioso che ha alla testa il Partito Democratico e Questure conniventi, il cui scopo è fiaccare e criminalizzare ogni forma di lotta, dissenso e resistenza operaia e popolare.

Accuse queste, non nuove e infatti all’indomani dell’arresto, il 26 gennaio 2017 a Modena, di Aldo Milani (coordinatore nazionale del SI Cobas), scrivevamo: “Estorcere ai padroni denaro, condizioni migliori, tutele, garanzie è diventata la frontiera delle lotte rivendicative (ma più in generale violare le leggi ingiuste è diventata la frontiera di tutto il movimento delle masse popolari in ogni ambito). Padroni, autorità e istituzioni vogliono costringere i lavoratori a “rispettare la legalità”, una legalità al servizio del loro profitto e dei loro affari e traffici, una legalità che serve a ostacolare, disarmare e colpire chi di organizza e lotta. Vorrebbero costringere i lavoratori, con le buone e con le cattive, ad accettare un sindacato che è ufficio risoluzione problemi dei padroni, che ratifica decisioni, che si accorda al ribasso, che collabora nel peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, che si limita a compilare la dichiarazione dei redditi. Ma la lotta di classe non contempla la sottomissione degli interessi dei lavoratori alla legalità, alle prassi e ai costumi della classe dominante. Pertanto è bene ribadire un principio: è legittimo tutto quello che è conforme agli interessi dei lavoratori e delle masse popolari, anche se è considerato illegale dalle autorità e dalle istituzioni borghesi”.

Sappiamo che quando il nemico colpisce duro è perché ha bisogno di farlo, ha paura, è in una situazione di debolezza e gioca sporco.

La fase attuale è caratterizzata dall’aggravarsi della crisi generale del capitalismo (che è anche crisi politica) e dalle misure di guerra (interna ed esterna) cui la borghesia imperialista sottopone le masse popolari per portare avanti i suoi affari. Data la situazione, la resistenza spontanea, il malcontento e la ribellione delle masse popolari si estendono. Nel tentativo di asfissiarle la classe dominante ricorre in maniera crescente alla repressione dispiegata e di massa nei confronti di tutti coloro che si si mobilitano e alla repressione selettiva e mirata di comunisti, avanguardie di lotta, dirigenti di sindacati e portavoce di organismi e movimenti popolari. La repressione poliziesca, giudiziaria e aziendale quindi, aumentano e aumenteranno ma questa costante necessità del ricorrervi è cartina al tornasole della debolezza e difficoltà della classe dominante nel governare la società e i contrasti oggettivamente generati a fronte di interessi di classe antagonisti e inconciliabili.

A Bologna, negli ultimi mesi, tutto ciò si è tradotto ad esempio nelle limitazioni per le mobilitazioni, a partire da quelle del Movimento NO Green Pass, nel centro città e nelle schedature indiscriminate “anti movida e anti degrado” su mandato del PD in zona Universitaria (criminalizzazione dei giovani e degli studenti): è in questo contesto che si inserisce il nuovo attacco frontale al SI Cobas.

La lotta alla repressione è un campo della lotta di classe e per questo bisogna rispondere con la mobilitazione operaia e popolare, in ogni dove, così da rispedire l’attacco al mittente e farne occasione per fomentare organizzazione e coordinamento nei posti di lavoro e nelle piazze, tra i pilastri della costruzione del nuovo potere del proletariato. Uniti, facciamo valere e applichiamo le agibilità politiche e sindacali: creiamo il più ampio fronte di solidarietà e lotta contro la repressione anche perché per farla finita con la repressione dei capitalisti e delle loro Istituzioni bisogna farla finita con il capitalismo!

Passare dalla difesa all’attacco, a Bologna come a Firenze: convergere per insorgere! Che la mobilitazione nazionale chiamata dal Collettivo di Fabbrica della GKN a Firenze il 26 marzo sia un’altra tappa per alimentare l’organizzazione e il coordinamento operaio e popolare e per rigettare gli attacchi repressivi (siano essi polizieschi, giudiziari o aziendali) al nemico! Questo attacco repressivo è un motivo in più per essere a Firenze!

Toccano uno toccano tutti ma anche tutte e tutti a Firenze per insorgere organizzandosi!

Già diversi i bus (FGC, CUA e altri) da Bologna per il 26.3: per chi volesse scendere a Firenze un bus farà tappa all’ingresso nord delle Fiere (rotonda di via Nuvolari – via Michelino) alle 10:45. Prenotazioni al numero 348.7701001- costo a/r 10 euro.

Qui di seguito il comunicato del SI Cobas nazionale

***

ENNESIMA INCHIESTA CONTRO IL SI COBAS!

Domani il Si Cobas si troverà protagonista della cronaca della città di Bologna, con una notizia che deflagherà come l’innesco di una bomba. L’ipotesi è quella associativa, per il compimento di atti estorsivi nei confronti di aziende e di corruzione tra privati. L’inchiesta, da quanto comunicatoci dai nostri legali, parte dalle dichiarazioni di un soggetto (il caporale di Castello d’Argile, filmato mentre costringeva i lavoratori a restituire una parte della retribuzione dai lavoratori pachistani, costretti a lavorare fino a 12 ore all’interno di un capannone e alloggiati dallo stesso caporale in un casolare diroccato privo di servizi igienici) denunciato dal SI Cobas nell’agosto del 2018 e successivamente arrestato per tali fatti.

Dalle dichiarazioni di tale soggetto, peraltro rese mentre si trovava in stato di arresto per tali ragioni, partono le richieste di intercettazione telefonica e telematica che tracciano l’attività di un paio di sindacalisti per due anni. Il fondamento dell’inchiesta è dunque costruito su deposizioni di caporali e altri soggetti denunciati dal Si Cobas e su intercettazioni telefoniche, allo stato solo parzialmente oggetto di trascrizione. Tali elementi vengono tradotti in una fantasiosa ipotesi associativa a delinquere (cioè il SI Cobas…), ed in una serie di attività definite estorsive, costituite principalmente da scioperi e picchetti nel settore Logistico. Allo stato attuale non vogliamo e non possiamo dire di più, in quanto non abbiamo minimamente contezza del contenuto integrale di questa inchiesta, ma in base a quanto emerge attualmente denunciamo l’ennesimo tentativo di ridurre al silenzio un sindacato, al quale, nonostante gli oltre 50.000 iscritti a livello nazionale e gli oltre 5000 iscritti nella sola città di Bologna, non si riconoscono i diritti e le agibilità sindacali perchè non firmatario del T.U. sulla rappresentanza, che chi si occupa di diritto sindacale ben conosce nei limiti che pone all’azione dei sindacati di base.

Vogliamo solo dire che da sempre siamo oggetto di interventi repressivi da parte della magistratura, anche con arresti culminati in quello del Coordinatore Nazionale Aldo Milani, poi assolto dal reato di estorsione, oltre che di decine e decine di processi per violenza privata (scioperi), dai quali i  sindacalisti ed i lavoratori sono stati sempre assolti. Il SI Cobas dunque si riserva di esprimere una posizione più articolata nel merito non appena sarà possibile visionare gli atti, e non appena possibile sarà pienamente a disposizione per chiarire a tutti l’intera vicenda con la trasparenza che ci ha sempre contraddistinto, riservandosi altresì di valutare eventuali condotte personali difformi dai principi e dai valori che da sempre hanno contraddistinto il nostro sindacato.

23/03/2022

SI Cobas nazionale

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