[Toscana] Aeroporto di Pisa, un esempio di boicottaggio operaio della guerra

Il 14 marzo la Federazione USB di Pisa ha denunciato che alcuni lavoratori loro iscritti, impiegati all’aeroporto “Galilei”, si sono rifiutati di caricare armi ed esplosivi che venivano spacciati per “aiuti umanitari” per l’Ucraina ed erano diretti nelle basi USA e NATO in Polonia.

Quanto accaduto è estremamente grave e conferma l’operato criminale del governo Draghi, che espone a pericoli facilmente immaginabili dei lavoratori non formati a trattare simili sostanze pericolose. Sembra che sia intervenuto direttamente il generale Figliuolo per trattare la cosa e far partire ugualmente il carico di armi, che andrà ad alimentare ulteriormente gli scontri in corso. Giusto ieri il Parlamento ha votato quasi all’unanimità per l’invio di altri armamenti e per portare la spesa annuale fino a 38 miliardi di euro: il tutto a scapito di Sanità e Scuola e altri settori realmente essenziali per le masse popolari, quando per garantire la continuità produttiva di fabbriche come la GKN di Campi Bisenzio o della Whirlpool di Napoli bastavano 20 milioni all’anno!

Questi lavoratori sono un ottimo esempio delle azioni da fare e del ruolo che deve avere la classe operaia nel boicottaggio di questa guerra, fomentata dagli imperialisti USA, UE, sionisti e dalla NATO. Il Coordinamento USB Porti ha subito rilanciato proclamando lo stato di agitazione e sciopero nel Porto di Genova per il prossimo 31 marzo, quando vi arriverà una delle navi della famigerata compagnia Bahri con il suo carico di armi e distruzione destinato allo Yemen, per un’altra guerra portata avanti dagli “alleati” dell’Arabia Saudita (notoriamente poco democratici ma pieni di petrolio e dollari). Anche in questo porto i lavoratori segnalano numerosi movimenti clandestini di armi, perfino di carri armati come quelli sbarcati il 6 marzo scorso dal traghetto proveniente da Palermo (vedi foto).

USB ha proclamato una giornata di mobilitazione e lotta presso l’aeroporto di Pisa per sabato 19 marzo, una mobilitazione che si aggiunge a quella indetta da diverse organizzazioni politiche e sindacali (riunite in comitato cittadino) come il nostro Partito, il PC, il PRC, la CUB locali: tutti insieme per protestare contro questi scenari che rendono la città di Pisa un potenziale bersaglio in caso di allargamento del conflitto.

È positivo che si moltiplichino queste manifestazioni e prese di posizione, che si pongano nella pratica le basi per un fronte cittadino contro le manovre delle Larghe Intese locali e regionali. Infatti, il sindaco leghista di Pisa è ovviamente caduto dal pero sull’accaduto, ma non ha detto cosa intende fare per tutelare i suoi concittadini e le decine di migliaia di persone che passano ogni mese dallo scalo. Marco Carrai, presidente di Toscana Aeroporti e console onorario di Israele per il Centro Italia, ha invece candidamente ammesso di sapere tutto e che la cosa non si ripeterà: come un bambino beccato a rubare le caramelle, ma già pronto a ricominciare.

USB, PRC e la lista civica Una Città In Comune ne hanno chiesto le dimissioni, noi aggiungiamo che queste andranno imposte dai lavoratori degli scali di Firenze e Pisa che la Toscana Aeroporti prova a esternalizzare da anni con conseguenti tagli di posti e diritti; le devono imporre i comitati ambientalisti e popolari in lotta da anni nelle due città contro le emissioni inquinanti e acustiche che rendono la vita impossibile agli abitanti dei quartieri popolari limitrofi ai due scali; le devono imporre il coordinamento dei comitati della Piana fiorentina, che da anni lottano contro il raddoppio dello scalo di Peretola che Giani e il PD cercano di rilanciare a ogni piè sospinto, nonostante le continue bocciature di TAR e Consiglio di Stato.

Al coro di protesta si sono unite anche le consigliere regionali del M5S Noferi e Galletti, che promettono di fare interrogazioni sull’accaduto. Possono rendersi ancora più utili organizzando ispezioni a sorpresa nello scalo, mobilitando i loro colleghi parlamentari a fare altrettanto e promuoverne nelle decine di basi militari di cui è costellato il paese, a cominciare dal controllo serrato di Camp Darby: la più grande base americana in Europa. Inoltre, devono vigilare insieme ai sindacati che a quei lavoratori che hanno coraggiosamente sputtanato il traffico clandestino di armi non sia torto un capello, dato che i padroni dell’aeroporto probabilmente cercheranno di fargliela pagare. Queste sono alcune cose che possono fare, sicuramente più efficaci di una mozione già bocciata in partenza per i numeri in Consiglio.

Domani una delegazione del Partito parteciperà alle manifestazioni contro le manovre di guerra all’aeroporto di Pisa, con l’obiettivo di alimentare l’organizzazione e la mobilitazione dei lavoratori e lavoratrici che hanno dato adesione, come quelli della Rete Lavoro No Green Pass oltre che i diretti interessati impiegati nell’aeroporto. La classe operaia è fondamentale per la promozione del boicottaggio ad ogni livello delle manovre di guerra, che sono legate allo smantellamento delle aziende. L’iniziativa è un’ottima occasione per alimentare l’unità dei comunisti, visto che diverse forze che vi si richiamano parteciperanno: partiamo da queste attività pratiche per arrivare a discutere del tipo di regime politico in cui ritroviamo, di cosa deve fare il partito comunista per fare dell’Italia un paese socialista cominciando dal contrastare le attività belliche della NATO. E’ un’occasione per fare un passo avanti in questa direzione.

È evidente il ruolo nefasto del governo Draghi in questo contesto, mostra che è necessario cacciarli per imporre un governo di emergenza che tiri fuori l’Italia da queste sabbie mobili non dando più un euro, un metro di suolo né un soldato alle manovre sporche di NATO e eserciti vari! È possibile farlo perché è un governo debole, che riesce a compattarsi un minimo solo dietro alle “emergenze”; è debole perché il malcontento e la rabbia sono sempre più diffusi nel paese, per le condizioni di vita sempre più disastrose a cui sono sottoposte le masse popolari che cercano di terrorizzare passando da un’emergenza all’altra: ma la dura realtà spazza via sempre più questa coltre di intossicazione.

Quanto accaduto all’aeroporto di Pisa, unito alla grave crisi ambientale (abbiamo una siccità a livelli estivi), i continui morti sul lavoro (oggi è toccato a un 65enne a Grosseto, la Toscana nel 2021 è risultata terza a livello nazionale), i ripetuti sgomberi avvenuti a Firenze nell’ultimo mese, sono tutte manifestazioni dell’aggravarsi della crisi del sistema capitalista, con la borghesia impegnata con le unghie e con i denti a difendere disperatamente il suo dominio di lussi e sprechi sempre più inguardabili. Queste manifestazioni indicano a noi comunisti e alle masse popolari la necessità impellente di prendere in mano i nostri destini e imporre il Governo di Blocco Popolare, il governo di emergenza dei lavoratori necessario per cominciare a invertire il catastrofico corso delle cose e per avanzare verso il socialismo: la superiore forma di società che garantirà “pace, pane e libertà” ai lavoratori e alle masse popolari in Italia e nel mondo.

La classe operaia sia il perno del boicottaggio della guerra imperialista!  

Che la mobilitazione, gli scioperi e le proteste si estendano a porti, ferrovie e autostrade, nelle scuole e nei quartieri!

Cacciare il governo con l’elmetto di Draghi, imporre un governo che faccia i nostri interessi e non quelli di guerrafondai, speculatori e mafiosi di ogni genere!

Federazione Toscana del P.CARC

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