Un piano industriale dal basso per rilanciare la GKN

Lo scorso gennaio al Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) è stato raggiunto l’accordo per avviare la reindustrializzazione della ex GKN di Campi Bisenzio (FI), oggi QF Spa, sottoscritto con il nuovo padrone Francesco Borgomeo e i sindacati.

Nell’attesa che ai “piani alti” si raggiungesse una sintesi per il rilancio dell’azienda, dentro ai cancelli della GKN in assemblea permanente si stava già lavorando a un piano di reindustrializzazione alternativo.

Il risultato è stato un piano realizzato su misura per la classe operaia e per tutto il territorio fiorentino, che prevede, oltre all’intervento dello Stato e alla conferma del ruolo del Collettivo di Fabbrica, anche la costruzione di un Polo Pubblico della Mobilità Sostenibile.

Il piano alternativo prodotto dagli operai dimostra che è possibile definire e pianificare dal basso cosa serve ai lavoratori e a tutto il resto del territorio. Perché sono gli stessi operai che ogni giorno, per anni, hanno vissuto la fabbrica, hanno lottato per questa e hanno imparato cosa serve per farla funzionare.

Grazie alle competenze e al lavoro del gruppo di ricercatori e di ingegneri solidali, al fianco del Collettivo di Fabbrica fin dallo scorso luglio, i lavoratori della GKN hanno elaborato e presentato alla stampa il loro piano industriale.

Uno strumento di lotta, frutto dei legami costruiti col territorio fiorentino, per portare avanti la battaglia contro lo smantellamento di GKN, del tessuto produttivo del nostro paese e contro la devastazione ambientale.

Rovesciare i rapporti di forza è possibile!

L’esperienza della GKN è ricca di insegnamenti per i lavoratori e gli operai che devono e vogliono opporsi allo smantellamento dell’apparato produttivo e al declino di ogni settore della società portato avanti dai padroni e dal Governo Draghi!

Operai, lavoratori, tenetevi liberi sabato 26 marzo per convergere a Firenze alla manifestazione nazionale promossa e organizzata dai lavoratori e dal Collettivo di Fabbrica GKN: . Riconquistate fiducia nella vostra forza! Impariamo a governare noi il paese, cacciamo il governo Draghi!

***

La nota del Collettivo di Fabbrica GKN

Questa mattina [11 marzo, ndr] abbiamo presentato alla stampa il piano industriale elaborato con ricercatori solidali e ingegneri solidali (alla presenza di Andrea Roventini, Lorenzo Cresti, rispettivamente docente e dottorando di Economia alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa).

Entro fine marzo la proprietà presenterà il proprio piano, ma vogliamo lasciare chiaro che questo territorio e il collettivo di fabbrica non attenderanno passivamente l’esito della reindustrializzazione.

Il piano per quanto ci riguarda sarà presentato in tutte le sedi possibili. È una questione di 1. Materialità della vertenza 2. Prospettiva, 3. merito, 4. metodo, 5. mobilitazione.

1. La condizione materiale della fabbrica: la fabbrica è ancora ferma al 9 luglio. Lo stabilimento Gkn Firenze è un monumento di resistenza operaia ma è oggi anche un monumento di viltà della politica industriale. Saremmo potuti ripartire come fabbrica dell’automotive se lo Stato fosse intervenuto su Stellantis o ci avesse riconvertito in un polo pubblico della mobilità sostenibile. Per fare questo ci sarebbero voluti rapporti di forza diversi nel paese. E quei rapporti di forza dobbiamo ancora andarceli a prendere.

Il piano infatti prevede la costruzione di un Polo Pubblico della Mobilità Sostenibile.

2. La prospettiva della reindustrializzazione, che quindi alla fine abbiamo dovuto subire, è fatta di ammortizzatore sociale ed esiti, incerti, verificabili solo negli anni. La reindustrializzazione prevede di fatto lo svuotamento del capannone e il suo riempimento con nuovi macchinari. Ci hanno tolto una fabbrica funzionante, immaginatevi quanto sarebbe facile togliercene una che ancora non esiste. Per questo non si smobilita.

3. Merito. Il piano elaborato con ricercatori e ingegneri solidali è una proposta concreta che parte dalle reti produttive e universitarie presenti sul territorio.

4. Metodo. Il piano da noi elaborato ritiene fondamentale l’intervento pubblico, il contributo del Collettivo di Fabbrica e della struttura democratica dei delegati di raccordo, con la creazione di una fabbrica socialmente integrata.

5. Mobilitazione. Assistiamo a una strumentalizzazione quotidiana del concetto dell’ “andrà tutto bene”. No, non va tutto bene.

Andrà tutto bene se il 25 e il 26 marzo a Firenze saremo in tanti. Perchè fuori dalla mobilitazione non c’è salvezza. Nè per noi nè per gli altri. Per questo, per altro, per tutto #insorgiamo

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