Operai, boicottate la guerra di Draghi!

Operai, in questi giorni, in tutta Italia, decine di migliaia di lavoratori, donne, studenti, pensionati, si stanno mobilitando contro la guerra.

La classe dominante, il suo governo, le sue forze politiche (dal PD a Fratelli d’Italia), i suoi media, stanno cercando di trasformare queste manifestazioni in mobilitazioni per fare guerra alla Russia. Quella in corso è una martellante campagna mediatica per presentare la guerra come uno scontro tra il bene e il male, dove la Russia è il male assoluto e si descrive Putin come impazzito, folle e nuovo Hitler, mentre NATO ed UE come un faro di libertà e speranza. Ma quella in Ucraina è una guerra che niente ha a che vedere con la libertà di questo paese, è invece una guerra che ha alla sua origine le manovre degli imperialisti USA e UE contro la Federazione Russa, paese non succube alla NATO e che si contrappone alle sue manovre (leggi La pace dei padroni fa comodo ai padroni).

Siamo in guerra! Ma quale guerra?

Il governo Draghi ha aderito alle sanzioni contro la Russia emanate dall’UE. Il ministro Di Maio ha annunciato l’invio di migliaia di soldati italiani in est Europa e di armi all’Ucraina per 110 milioni di euro.

Queste misure si stanno già tramutando in un ulteriore peggioramento delle condizioni di vita dei lavoratori del nostro paese: le speculazioni sulle sanzioni hanno portato e porteranno ulteriori rincari per materie prime ed energia, peggiorando la crisi economica. Infatti è di pochi giorni fala notizia della chiusura di alcuni reparti della Whirlpool di Siena e la cassa integrazione per lo stabilimento di Melano. Al contempo si incrementano le spese militari mentre da anni si tagliano i servizi pubblici, per il reddito, per la salvaguardia dei posti di lavoro. Sono passi verso una guerra aperta che aggrava la guerra non dichiarata che già da decenni i padroni e i loro governi conducono contro i lavoratori e le masse popolari nel nostro paese.

Questa prospettiva è stata ammessa dallo stesso governo e viene giustificata come un “sacrifico necessario per difendere la libertà”! Sacrificio di chi? Di chi per vivere deve lavorare, di chi si suda lo stipendio, di chi già fa fatica ad arrivare a fine mese! Non certo della classe dominante che vede nella guerra un ambito in cui speculare e fare profitti (Leonardo e Fincantieri hanno già registrato rialzi in borsa rispettivamente del 17% e 20% da quando è cominciato il conflitto).  Per difendere quale libertà? Quella che la NATO ha già portato in Afghanistan, in Iraq, in Siria, in Libia, nell’ex Jugoslavia? La libertà di sfruttare e opprimere il mondo intero!

Lottare per la pace vuol dire cacciare Draghi e tutti i guerrafondai dal governo del paese!

Le mobilitazioni per la pace devono trasformarsi in mobilitazioni contro la NATO e le manovre di guerra del governo Draghi. Tutte le realtà e i movimenti contro la guerra devono coordinarsi e saldarsi alle altre mobilitazioni contro il governo fino a cacciarlo e imporre un governo di emergenza popolare per avanzare nella liberazione del paese dalla NATO, dall’UE, dal Vaticano e da Confindustria e proseguire poi fino all’instaurazione del socialismo.

Lavoratori, organizzatevi subito in ogni azienda, mobilitatevi per boicottare le manovre di guerra del Governo Draghi, a partire dalle aziende dove si producono armi boicottandone l’uscita, passando per la logistica e bloccando i convogli di armi diretti in Ucraina, fino a tutto il resto degli operai che possono promuovere scioperi e proteste in ogni luogo di lavoro. Portate in ogni azienda la parola d’ordine dello sciopero generale contro la NATO e per tenere l’Italia fuori dalla guerra. Fate di ogni azienda un focolaio di boicottaggio della NATO e dell’ennesima sporca guerra condotta dalla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti ai danni delle masse popolari di tutto il mondo!

Il CALP di Genova, un esempio recente

Il Comitato Autonomo Lavoratori Portuali (CALP) di Genova a inizio marzo 2019, emulando i propri colleghi di Marsiglia, ha promosso uno sciopero con presidio per il blocco del cargo saudita Bahri Yanbu con il suo carico di armi per la guerra in Yemen, che a Genova avrebbe dovuto imbarcare alcune strumentazioni militari. Quella mobilitazione ha impedito alla nave cargo di imbarcare armamenti e ha quindi reso la vita difficile al regime dell’Arabia Saudita nella sua guerra di aggressione allo Yemen.

Cacciare Draghi per boicottare la guerra imperialista, queste le parole d’ordine da far vivere in ogni luogo di lavoro, in ogni mobilitazione, corteo e presidio. Queste le mobilitazioni che devono confluire con quelle in corso per insorgere e rendere il paese ingovernabile al governo Draghi, di cui la prossima tappa è la manifestazione nazionale indetta dal Collettivo di Fabbrica della GKN in lotta, che si terrà il prossimo 26 marzo a Firenze.

Operai, boicottiamo la guerra imperialista e rendiamo il paese ingovernabile per il governo Draghi e qualsiasi governo delle Larghe Intese. Questa la strada per vincere!

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