BASTA AI TAGLI SULLA PELLE DEGLI STUDENTI: NO AL DEFINANZIAMENTO DEL DSU!
Durante il Consiglio Regionale Studentesco del 19 gennaio, in sede di discussione sul Bilancio Previsionale del DSU 2022-2024, è emersa la decisione, da parte della Regione Toscana, di ridurre drasticamente, nei prossimi anni, i finanziamenti per il Diritto allo Studio Universitario (DSU), dimezzando la cifra dal 2023 fino ad arrivare all’azzeramento totale a partire dal 2024. È previsto, inoltre, un taglio di 5 milioni dai fondi statali.
Al DSU verrà a mancare una cifra complessiva di circa 12 milioni di euro, soldi che verranno tolti ai servizi per gli studenti e le studentesse, alle borse di studio, alle agevolazioni per migliaia di proletari e proletarie che vedranno messa in discussione la possibilità di poter continuare gli studi. Probabilmente nascerà anche in Toscana (come già accade in altre regioni, soprattutto al sud) la figura dello studente “idoneo non beneficiario di borsa di studio”, ovvero lo studente che avrebbe diritto alla borsa di studio, ma, non essendoci abbastanza fondi per coprire tutte le richieste, non può accedervi.
Non è una novità che il Partito Democratico ed Eugenio Giani siano campioni di privatizzazioni e smantellamento dei servizi pubblici: per quanto lui e l’Assessora all’Università Alessandra Nardini si stiano prodigando nell’assicurare che “il diritto allo studio è un caposaldo della giunta regionale” e che i fondi verrebbero recuperati da quelli europei, è chiaro che il Fondo Sociale Europeo (fra l’altro, destinato alla ricerca, già di per sé definanziata!) non potrà mai arrivare a coprire 17 milioni di euro per una sola regione!
La direzione intrapresa dalla Regione Toscana è evidente ed è la stessa ormai da circa trent’anni. C’è la precisa volontà politica (che si è manifestata in maniera ancora più palese dallo scoppio della pandemia a oggi) di smantellare l’università pubblica, di renderla sempre più simile a un’azienda, di piegarla ai diktat dell’Unione Europea.
Gli studenti ne hanno sempre più consapevolezza e si sono organizzati per impedire l’attuazione di queste misure, aderendo al Comitato “Io Studio in Toscana”, nel quale invitiamo tutti gli studenti e le studentesse ad entrare.
La crisi del sistema capitalista che stiamo attraversando ormai da decenni rende inevitabile la riduzione dei fondi per il welfare: nel disperato tentativo di valorizzare il più possibile il capitale, si dà il via a tagli, delocalizzazioni, deregolamentazioni sul lavoro, industria di guerra. È per queste ragioni che gli studenti non possono limitarsi a chiedere a Giani (o a chi per lui) che il taglio dei fondi non venga attuato: si tratta di una misura che deve essere imposta, dal basso!
Deve essere imposta come gli operai del Collettivo di Fabbrica della GKN hanno imposto che non partissero i licenziamenti di 500 lavoratori, come gli studenti delle scuole superiori e università si sono riappropriati dei propri spazi occupando i luoghi di studio. Deve essere imposta trasformandola in una questione di ordine pubblico, farlo è possibile insorgendo e convergendo insieme agli operai (i loro figli sono quelli che risentiranno dei tagli al DSU, mica quelli della borghesia!), ai lavoratori delle biblioteche e ai ricercatori precari, agli studenti delle scuole superiori, a partire dallo scendere in piazza insieme 26 marzo!
Serve convergere per ribaltare i rapporti di forza, perché, come dice il CdF della GKN, nei fatti “siamo classe dirigente”, e allora dobbiamo essere noi, studenti, operai, disoccupati, attivisti, a imporre dal basso le misure che servono, fino ad arrivare ad instaurare un nostro governo, il Governo di Blocco Popolare.
IL DIRITTO ALLO STUDIO NON SI TOCCA!
INVITIAMO TUTTI E TUTTE A PARTECIPARE AL PRESIDIO ORGANIZZATO DAL COMITATO “IO STUDIO IN TOSCANA” MERCOLEDI’ 15 APRILE ALLE 15.30 DAVANTI AL RETTORATO, IN PIAZZA SAN MARCO A FIRENZE!
INSORGIAMO E CONVERGIAMO IL 26 MARZO PER RIBALTARE I RAPPORTI DI FORZA!