Nella mattina di ieri giovedì 10 marzo una nuova operazione repressiva si è abbattuta contro il movimento NO TAV. Sono in tutto 13 i compagni colpiti, tra questi militanti di primo piano del CSOA Askatasuna, come Umberto e Giorgio, addirittura ristretti in carcere. Tutti accusati di reati relativi alla loro partecipazione e attivismo nelle lotte NO TAV e in altre lotte sociali.
Questura, magistratura e Interni come avviene in tutta Italia alzano il tiro contro i promotori dell’organizzazione e della mobilitazione popolare contro il disastroso corso delle cose. Questa volta gli uffici della mafia del TAV in tribunale e questura hanno compiuto un attacco frontale contro un organismo, Askatasuna, che generosamente da decenni svolge un ruolo prezioso di impulso, sostegno e rafforzamento delle lotte sociali a Torino e nel paese.
Colpiscono i compagni di Askatasuna per colpire il movimento NO TAV ed ognuno dei percorsi di resistenza, lotta, autorganizzazione che dall’azione di questi compagni hanno tratto alimento e slancio.
Tutto ciò avviene nel bel mezzo di una nuova ondata repressiva di massa. Dopo la discriminazione a mezzo Green Pass ora è la volta della campagna russofoba e pro-NATO promossa dal governo Draghi (zerbino dei suoi padroni USA e UE) che prepara nuove discriminazioni di massa. Cercano così di chiamare a raccolta almeno una parte delle masse popolari attorno alla loro autorità oramai senza credito. Vogliono campo libero da chi può ostacolare la loro mobilitazione reazionaria. Il governo della guerra, del carovita e dei licenziamenti vuole poter operare senza avere tra i piedi oppositori coerenti, determinati e combattivi quali i compagni di Askatasuna sono sempre stati.
Stanno agitando un macigno contro i movimenti sociali di Torino e di tutto il paese. Facciamo in modo che ricada sui loro piedi. Se a suon di perquisizioni e arresti vorrebbero liquidare i promotori dell’opposizione sociale occorre rispondere mettendo sul banco degli imputati il governo Draghi, il sistema Torino e la loro repressione. Rispondiamo estendendo la solidarietà verso i compagni e gli organismi colpiti. Rispondiamo rendendo la vita impossibile a mandanti ed esecutori di questa sporca montatura giudiziaria.
I compagni arrestati e perquisiti hanno dalla loro parte tutti i malcontenti del corso disastroso delle cose.
Libertà per i compagni arrestati!
La solidarietà è un’arma: usiamola per liberare i compagni, usiamola anche per rafforzare e unire ancor di più le lotte di tutti i malcontenti!