Il 10 febbraio il Tribunale di Genova ha condannato in primo grado 47 antifascisti genovesi a pene dai 6 mesi a 4 anni di reclusione per i fatti legati alla contestazione del comizio elettorale di Casa Pound del 23 maggio 2019.
Quel 23 maggio venne concessa a Casa Pound l’autorizzazione a tenere il comizio conclusivo della campagna elettorale per le elezioni europee in una piazza del centro di Genova, nonostante i tanti appelli degli organismi antifascisti e della società civile a revocare l’iniziativa. La città, dalla storica tradizione antifascista, rispose con una manifestazione di contestazione durante la quale, in piazza Corvetto, si ebbero cariche della polizia, lanci di lacrimogeni, fermi e pestaggi (tra cui quello del giornalista di Repubblica Stefano Origone, per il quale gli agenti responsabili sono stati condannati in primo grado a soli 40 giorni di reclusione…).
Le condanne spropositate comminate a tutti gli imputati di questo troncone del processo sono una chiara sentenza politica che mira a stroncare il movimento popolare e antifascista genovese. Tra i condannati ci sono anche alcuni membri del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali (CALP), costantemente sotto attacco per aver denunciato e contrastato il traffico di armi nel porto di Genova e per essere sempre stati in prima linea nella mobilitazione contro la guerra e le organizzazioni neofasciste.
Esprimiamo massima solidarietà agli antifascisti genovesi! La repressione è uno degli strumenti che la classe dominante usa sempre più indiscriminatamente verso le masse popolari che si mobilitano contro gli effetti della crisi.
Agli attacchi della borghesia rispondiamo con la solidarietà di classe e la crescita del fronte contro i governi delle Larghe Intese. Che ogni piazza, azienda, scuola e quartiere diventino focolai di ribellione e organizzazione delle masse popolari!