Ancora privatizzazioni: intervista a un navigator

I navigator sono quelle figure che indirizzano i percettori del Reddito di Cittadinanza (RdiC) a districarsi nelle procedure per trovare un lavoro.
La figura è stata istituita nel 2019, in parallelo con l’introduzione del RdiC. All’epoca ne sono stati assunti 3000 (circa la metà di quelli previsti) con contratto a tempo determinato, oggi sono 2400. Il loro destino è legato a quello del RdiC.
L’istituzione del RdiC è una fra le principali misure che qualificato la natura “di rottura” del governo Conte 1 e – non a caso – è quella più osteggiata dalle Larghe Intese. Eliminare il RdiC è il loro obiettivo, ma farlo di colpo presenta alcuni rischi (in primis proteste e mobilitazioni), pertanto il governo Draghi si adopera per “la sua morte lenta”.
Ne parliamo con un navigator che lavora in Campania.

Parlaci del vostro inquadramento contrattuale

Siamo stati assunti con concorso pubblico nel 2019. Inizialmente il contratto durava un anno e mezzo, 18 mesi che poi sono stati prorogati fino ad arrivare al 31 dicembre 2021.
L’ultima proroga scade il 30 Aprile 2022 e già la minore durata del contratto lascia intendere una tendenza al disimpegno del governo rispetto al nostro ruolo.
Oltre a ciò ci sono altre questioni “tecniche” che portano alla stessa conclusione. Il numero dei navigator viene ridotto per quelle Regioni che hanno “raggiunto gli obiettivi” occupazionali previsti. Ciò significa che le Regioni che non hanno raggiunto i risultati che si erano prefissate potranno continuare a ricorrere ai navigator, le altre dovranno farne a meno.
Questo alimenta instabilità e precarietà. Ad esempio, in Campania ci hanno comunicato da un giorno all’altro che i contratti per alcuni di noi venivano sciolti e questo sulla base della decisione unilaterale della Regione che ritiene di aver raggiunto i suoi obiettivi.
Capite che questo complica di molto le cose: uno sa di avere un contratto per altri 4 mesi, ad esempio, ma da un giorno all’altro si trova senza lavoro, perché anche se il contratto scade fra 4 mesi, la “sua missione” è conclusa. E niente lavoro, niente stipendio.

Concretamente che lavoro fate? Il vostro è davvero un servizio “accessorio” come dice il governo?

Noi ci occupiamo di assistere i percettori del RdiC, mappando le loro competenze e le loro capacità, per indirizzarli a percorsi di formazione e supportarli talvolta anche nelle pratiche che devono inviare.
Spesso abbiamo a che fare con persone che non sono in grado di usare un computer o il cellulare. Ci sono soggetti per cui è difficile valutare le offerte di lavoro o l’invio di candidature, perché magari non sanno neanche usare la mail. Abbiamo anche il compito di contattare le aziende del territorio per verificare se cercano personale e con quali caratteristiche. Qui, in Campania, l’impiego dei navigator è iniziato con 4 mesi di ritardo rispetto alla media del resto d’Italia e questo ha significato, nel concreto, che i percettori del RdiC fossero abbandonati al mero assistenzialismo e privati di ogni orientamento o sostegno nella ricerca di lavoro.

Quale relazione c’è fra il vostro lavoro e i centri per l’impiego?

Guarda, questa questione fa capire parte dei problemi “a monte”. Ci sono molte differenze fra le Regioni per quanto riguarda il nostro impiego.
Anzitutto, in Campania non è previsto che i navigator siano presenti fisicamente presso il centro per l’impiego. E questo va contro gli interessi dei percettori del RdiC che spesso necessitano di relazionarsi di persona.
Ad ogni modo, chi percepisce il RdiC deve presentarsi almeno una volta al mese ai centri per l’impiego per aggiornamenti sulla situazione lavorativa e su eventuali corsi di formazione. Non presentarsi equivale a rifiutare un’offerta di lavoro e questo non può accadere per due volte consecutive, pena la perdita del RdiC.
Ma i centri per l’impiego non sono strutturati per accogliere una volta al mese tutti i percettori del RdiC, che sono tantissimi. Gli impiegati non sono affatto sufficienti e le stesse strutture non sono predisposte per accogliere un numero tale di persone.
Quindi, è stato impostato a monte un sistema che non regge.

Quali prospettive vedi per te e i tuoi colleghi?

Dall’inizio del 2022 il governo ha lanciato il Programma GOL (Garanzia Occupabilità Lavoratori – ndr) che coinvolge i percettori del RdiC, i percettori di ammortizzatori sociali, i lavoratori over 50 che hanno perso il lavoro, i lavoratori svantaggiati, i giovani che non studiano né lavorano, ecc.
La cosa assurda è che in questo progetto non siamo inclusi noi navigator! Abbiamo lavorato per due anni in questo ambito, abbiamo fatto corsi di formazione anche a spese dello Stato e dei contribuenti, abbiamo fatto esperienza, e ora veniamo lasciati a casa in attesa di procedure di assunzione per lavori che già sappiamo fare.
Abbiamo sviluppato rapporti e conoscenze con tutta una serie di lavoratori, dal laureato a chi possiede solo la quinta elementare e ha sempre lavorato in nero. Conosciamo tutte le categorie di lavoratori dai 18 ai 65 anni. Mi sembra un forte controsenso mandare noi – che siamo più di 2000 – a casa, mentre nell’ambito del programma GOL del Pnrr saranno spesi 6 miliardi di euro, di cui 600 milioni per il rafforzamento dei centri per l’impiego.

Che idea ti sei fatto sui motivi della dismissione dei navigator?

Se i navigator vengono lasciati a casa, a guadagnarci saranno le agenzie per il lavoro interinale, perché prenderanno loro in carico i percettori del RdiC e per questo avranno anche “un premio”. Infatti, se un datore di lavoro assume un percettore di RdiC riceve un premio e se lo fa tramite un’agenzia interinale, questa ha diritto al 20% del premio che viene riconosciuto al datore di lavoro.
Un servizio che possiamo svolgere benissimo noi, verrà appaltato alle agenzie private: è un’ulteriore privatizzazione del sistema delle politiche attive del lavoro.
Quindi, nonostante anche la Corte dei Conti abbia espresso giudizi positivi sull’opera dei navigator, paghiamo in prima persona il fatto di essere figure professionali previste da una legge voluta dal Movimento 5 Stelle, ma osteggiata da tutti gli altri partiti, dal tessuto imprenditoriale italiano, da Confindustria e dai vari organi di stampa ad essi legati.
Ci capita di lavorare in contesti in cui la nostra presenza è mal tollerata e il nostro lavoro volutamente ostacolato.
Anche per questo trovi tante resistenze a raccogliere denunce rispetto a quello che succede: molti navigator non si fidano ad avanzare pubblicamente delle critiche, hanno paura delle ripercussioni.

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