Continua la battaglia per il reintegro di Simone, delegato Filcams e compagno del P.CARC, licenziato con un pretestuoso motivo dalla WORSP (agenzia di vigilanza privata) di Pisa (vedi articolo RE 01-22). La lotta per il suo reintegro si combina con quella per migliori condizioni di lavoro per gli addetti WORSP che da mesi denunciano inadempienze, soprusi e misure illegittime da parte dell’azienda. Simone si era messo alla testa della mobilitazione per fare venire a galla i problemi e per risolverli e per questo è stato licenziato.
Il 31 dicembre la Filcams CGIL e la Fisascat CISL hanno proclamato una giornata di sciopero contro il licenziamento illegittimo di Simone e contro la dirigenza WORSP che fa orecchie da mercante sulle innumerevoli denunce del sindacato: stipendi da fame, carenza cronica di personale, carichi di lavoro insostenibili con attribuzione di mansioni improprie, vessazioni di ogni tipo e buoni pasto irrisori. L’azienda ha cercato di boicottare lo sciopero, mettendo in ferie i lavoratori che sapeva avrebbero aderito: un’attività antisindacale di infimo livello che però non ha frenato le iniziative di lotta.
Tra dicembre e gennaio è partita la campagna fotografica e di raccolta firme per Simone e contro i licenziamenti dei delegati sindacali. Come P.CARC stiamo facendo girare l’appello di solidarietà nelle fabbriche, nelle aziende e tra i lavoratori con i quali siamo in contatto. L’appoggio è unanime e da più parti si avverte l’esigenza di trovare un modo efficace per far fronte a tali attacchi, certo non nuovi, ma che le aziende private e pubbliche stanno usando in maniera sempre più spudorata.
In quest’ottica, il Gruppo Lavoratori WORSP ha promosso, il 12 gennaio scorso, un’assemblea per organizzare un’iniziativa cittadina sulla repressione aziendale e sul sistema degli appalti con l’intento di costruire un percorso di lotta condiviso. Ad essa hanno partecipato esponenti della CUB, della Filcams, della Redazione Lotta Continua, del Comitato di quartiere S. Ermete, del PRC e del Partito Comunista. Dall’incontro si è usciti con un appello rivolto a tutti i lavoratori, organismi di lotta, realtà politiche e sindacali e l’indicazione del 5 febbraio come data per un presidio a Pisa.
Nel frattempo Simone sta stringendo relazioni con altri lavoratori della vigilanza per costruire un coordinamento nazionale del settore che prescinda dall’appartenenza sindacale (sul modello del Collettivo di Fabbrica della GKN). Un passo importante che mira a organizzare i lavoratori di un settore storicamente poco sindacalizzato e nel quale le condizioni di lavoro sono pessime.
Il 20 gennaio, un altro lavoratore WORSP dell’ospedale di Cisanello (lo stesso dove lavorava Simone) si è sentito male perché costretto a stare per ore in un parcheggio sotto la pioggia gelata. Questo perché l’azienda, nonostante le denunce del sindacato, non ha ancora provveduto alla realizzazione di postazioni al coperto per i vigilanti. Ricordiamo che Simone si era allontanato dalla sua postazione per un fatto analogo, per prestare soccorso a un collega in difficoltà a causa del freddo, e per questo è stato licenziato!
Anche in questo caso la Filcams ha denunciato l’accaduto e ha chiesto l’intervento degli Ispettori dell’ASL di Pisa.
La battaglia per il reintegro di Simone è ancora in corso e si sta allargando anche ai lavoratori di altri settori, perché quello che è accaduto a Simone non è un caso isolato, ma una prassi con la quale i padroni cercano di eliminare i delegati scomodi e chi si mobilita contro le loro pratiche criminali.