Una pubblicazione Red Star Press / Edizioni Rapporti Sociali
Introduzione di Enrique Ubieta Gomez della Brigata medica cubana Henry Reeve
Dalla Spagna della guerra civile alla Cina della rivoluzione, la vita straordinaria di un medico in lotta contro la pandemia del capitalismo. Questa la sintesi narrativa di un’impeccabile ricerca storica dedicata alla vita e alle opere del dottor Norman Bethune: medico brillante, sostenitore convinto della necessità di un sistema sanitario pubblico e, in qualità di chirurgo, attivo sia nei quartieri popolari canadesi, dove prestava gratuitamente la sua opera, che sui campi di battaglia della guerra civile spagnola e della rivoluzione cinese. Parte di quell’avanguardia internazionalista in grado di riconoscere immediatamente la gravità della minaccia fascista e che, senza indugio alcuno, si mise in gioco per combatterla, Norman Bethune approdò al comunismo osservando come fosse impossibile portare avanti un discorso sulla salute pubblica senza mettere radicalmente in discussione ciò che impedisce il dispiegarsi di una vera sicurezza sociale. Impegnato in prima persona nella durissima lotta contro la tubercolosi, Bethune ebbe modo di toccare con mano i perversi legami tra malattia, disoccupazione, condizioni abitative e, quindi, appartenenza di classe. Per questo non tardò a mettere la sua vita al servizio di una sfida ancora più grande: la sconfitta della stessa “pandemia” capitalista che, ovunque, subordinava i più elementari diritti umani al profitto di pochi. Una lezione, quella di Bethune, quanto mai attuale oggi: un momento storico in cui il dilagare apparentemente senza limiti della speculazione finanziaria arriva a mettere in discussione la stessa sopravvivenza della specie umana sul pianeta Terra. Un uomo, dunque, noto per le sue capacità di medico chirurgo, ma che, in misura diversa, fu scienziato, inventore, conferenziere, pittore, poeta, prima che soldato e militante rivoluzionario.
Un uomo che visse vite diverse, in luoghi diversi del mondo, dai molteplici interessi “spirituali”, che conobbe genti diverse, che fu al centro di alcuni degli avvenimenti decisivi della nostra epoca e particolarmente utili a noi oggi, per comprendere la realtà, per trasformarla. Un uomo, alla cui morte in combattimento, nel dicembre del 1939, nell’esercizio dei suoi compiti nei ranghi dell’Ottava Armata cinese, Mao Tse-tung dedicò una lettera di commiato densa di sentimento e non a caso riportata all’interno del volume che le Edizioni Rapporti Sociali e la Red Star Press hanno ridato alle stampe.
Un uomo speciale? Straordinario? Certo. Speciale, straordinario come chiunque si assuma l’onere e l’onore di diventare ed essere trasformatore della società, mettendo le sue abilità, conoscenze, competenze tecniche e intuizioni, la sua genialità, a servizio dell’interesse collettivo di masse popolari che, ancora oggi, per le condizioni oggettive poste e imposte dalla crisi generale del capitalismo, più o meno consapevolmente, resistono e si organizzano per la costruzione di un altro mondo possibile. Una mobilitazione straordinaria per un obiettivo straordinario.
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Nato a Gravenhurst (Ontario), nel 1890, appena laureato in medicina partì per la Francia e partecipò alla Prima Guerra Mondiale, combattendo in un reparto canadese.
Medico in un quartiere popolare di Detroit, si ammalò di tubercolosi e dovette confinarsi in un sanatorio. Qui ebbe modo di apprendere molte cose nuove sulla tubercolosi e di studiarne i metodi di terapia chirurgica, sperimentando su se stesso l’applicazione del pneumo-torace. Da allora si dedicò con ogni energia alla cura della tubercolosi, inventando fra l’altro nuovi strumenti per la chirurgia del torace.
Nel 1935 parti per un viaggio in Russia. Erano anni agitatissimi, dopo la crisi del ‘29 e si andava preparando l’aggressione del fascismo al mondo intero. Bethune avvertì qual era il dovere di un democratico e partì per la Spagna.
E proprio in quella guerra civile egli, primo al mondo, praticò la trasfusione del sangue nelle immediate retrovie del fronte e sulla stessa linea del fuoco.
Tornato in America, dopo un lungo giro per gli Stati del Nord in cerca di aiuti per la Spagna, decise di accorrere in Cina, dove il Giappone aveva sferrato la sua aggressione. Raggiunse la zona in cui si era formato il governo popolare, con la leggendaria Ottava Armata rivoluzionaria, inquadrata dai veterani della Lunga Marcia; dal governo dello Yenan Bethune fu nominato consulente medico. Riuscì ad organizzare, in condizioni incredibilmente difficili, alcuni ospedali da campo, a creare il personale sanitario, medici, assistenti, infermieri. La sua attività in questo periodo ha del prodigioso e si spiega così la popolarità che egli ebbe fra i cinesi e la leggenda di Pei Ciu En (cosi in Cina pronunciavano il suo nome). E per la causa della libertà e dell’indipendenza del popolo cinese egli dette la vita: durante un’operazione chirurgica condotta sotto il fuoco nemico, una grave infezione lo colse e lo portò alla tomba, il 13 novembre 1939.
Il compagno Bethune aveva fatto della medicina la sua professione e migliorava di continuo le sue capacità; egli si distingueva per la sua competenza. Il suo esempio rappresenta una buona lezione per coloro che vogliono cambiare lavoro non appena vedono qualcosa di nuovo e per chi disprezza il lavoro tecnico giudicandolo poco importante e senza prospettive. Ora tutti noi lo commemoriamo e ciò dimostra quanto il suo spirito abbia profondamente toccato ognuno di noi. Noi tutti dobbiamo prendere a esempio il suo spirito di assoluta abnegazione. Con questo spirito ognuno può essere molto utile al popolo. L’abilità di un uomo può essere grande o piccola, ma se egli avrà questo spirito sarà un uomo nobile, puro, un uomo moralmente integro, superiore ai meschini interessi, un uomo prezioso per il popolo.
Mao Tse-tung, 21 dicembre 1939