Nei primi nove mesi del 2021 i licenziamenti per motivi disciplinari hanno già superato il totale degli anni precedenti. Nel trimestre estivo i dipendenti licenziati “per punizione” sono stati 54.764, mentre nello stesso periodo del 2020 erano stati 39.621 e nel 2019 solo 32.344 (dati Istat).
è in corso la “caccia” ai delegati e ai lavoratori combattivi.
Pisa, licenziato un delegato CGIL
Il 10 dicembre la Worsp, agenzia privata (in appalto) che si occupa di vigilanza presso l’ospedale di Cisanello, ha licenziato in tronco Simone Casella, il delegato della FILCAMS CGIL, nonché nostro compagno della Sezione di Pisa. La motivazione è la “perdita del rapporto di fiducia per il comportamento scorretto del lavoratore”. La sua colpa? Quella di aver lasciato la sua postazione 30 minuti prima della fine del turno notturno per prestare aiuto a un collega a 50 metri di distanza, costretto a rifugiarsi nella sua auto (privata) per ripararsi dal freddo.
Ma il vero motivo del licenziamento è l’attività che Simone ha portato avanti nell’ultimo anno, smascherando e denunciando, insieme al sindacato, i contratti irregolari dei lavoratori della vigilanza (con paghe inferiori del 30% rispetto a quanto dovuto), le carenze strutturali delle postazioni di guardia (mancanza di riparo e riscaldamento per gli orari notturni, mancanza di servizi igienici) e la mancanza di DPI all’esplosione della pandemia. Il compagno si è sempre battuto insieme ai suoi colleghi contro queste misure, arrivando a ottenere importanti vittorie sul posto di lavoro e portando solidarietà e supporto anche agli altri lavoratori del territorio, a partire da quelli dell’ospedale di Cisanello e della GKN di Campi Bisenzio, ai lavoratori di altri appalti come AVR e Aeroporto di Pisa.
In solidarietà a Simone, i lavoratori del Comitato Operai Piaggio di Pontedera (PI) hanno indetto un’ora di sciopero nel loro stabilimento lunedì 13 dicembre.
Lo stesso giorno si è svolto anche un presidio promosso dalla FILCAMS all’ingresso dell’ospedale, a cui abbiamo partecipato con una delegazione del Partito. Erano presenti anche i sindacati di base Cobas, CUB e USB, forze politiche come la lista civica Una Città In Comune, PRC, PC Rizzo, Rete dei Comunisti, gli operai della Piaggio e del Collettivo di Fabbrica della GKN, oltre a colleghi della Worsp. Un solido fronte contro la repressione aziendale, avallata dall’Azienda Ospedaliera Universitaria di Pisa che è committente e quindi responsabile politico della situazione, ma che non ha proferito parola sull’accaduto.
Come P.CARC ci stiamo attivando per un suo effettivo reintegro, perché la lotta dei lavoratori Worsp è anche la lotta di tutti coloro che ogni giorno si battono per vedere rispettati i loro diritti.
Per questo stiamo promuovendo una campagna di raccolte firme, prese di posizione e foto in solidarietà, banchetti informativi davanti ai luoghi di lavoro e agli ospedali. La lotta del compagno non è solo la SUA lotta, ma è un attacco ai diritti di tutti! Affinché i padroni non possano più fare quello che vogliono è necessario innanzitutto organizzarsi in ogni posto di lavoro; contrastare gli attacchi del padrone, coordinarsi con gli altri operai già organizzati e sostenere quelli che intendono farlo, unire le forze.
Come alla Worsp, se c’è piccolo gruppo o anche un solo lavoratore deciso a dare battaglia e a fare fronte comune con gli altri colleghi, con i sindacati, con i lavoratori delle altre aziende per far fronte alle problematiche del posto di lavoro e non solo, allora la lotta si sviluppa e vince! Molte sono state le vittorie ottenute alla Worsp e il reintegro di Simone sarà tanto più possibile quanto più anche lavoratori di altre aziende cominceranno a organizzarsi!
Invitiamo perciò tutti i lavoratori, le forze politiche progressiste, i sindacati e gli esponenti della società civile a mettersi in contatto con il compagno e la Sezione di Pisa del P.CARC (vedi i recapiti più sotto), a fare delle foto con il cartello “Solidarietà a Simone e ai lavoratori Worsp – Basta repressione aziendale!” e a portare/promuovere ogni altra possibile forma di solidarietà.
Scandicci, licenziati due delegati USB
A fine novembre, i padroni della CSO di Scandicci (FI) hanno licenziato in tronco Paolo Bonardi e Andrea Sarti, delegati sindacali di USB. A nulla è valso l’incontro richiesto subito dal sindacato per trattare della sospensione che era stata comminata ai due operai, responsabili dell’ormai famigerato “danno di immagine” che viene usato sempre di più dai padroni per cacciare i lavoratori e delegati combattivi.
Nel caso specifico, i delegati hanno pubblicato una nota (dai toni estremamente composti), in cui chiedevano di aprire un tavolo di trattativa per un rinnovo adeguato del contratto integrativo, che l’azienda aveva corrisposto unilateralmente secondo il vecchio accordo scaduto da tempo e in corso di rinnovo. Per sostenere la vertenza, era stato proclamato – insieme all’altro delegato della RSU iscritto alla FIOM – un pacchetto di 40 ore di sciopero, attuato con fermi a scacchiera che avevano messo in seria difficoltà l’azienda, ma con un danno contenuto per la busta paga dei lavoratori.
Va considerato che la CSO, che produce strumenti oftalmici, è un’azienda in piena espansione, opera sui mercati di mezzo mondo grazie alla qualità dei suoi prodotti (quindi grazie alle capacità e qualità degli operai). è un’azienda a conduzione familiare che conta 170 dipendenti. Le relazioni sindacali sono sempre state discrete, con un “classico” lavoro di trattativa fra le parti che non aveva mai visto episodi di repressione simili.
Nell’ultimo periodo, con il passaggio di consegne fra il vecchio padrone e il nuovo (le figlie) le cose sono cambiate, con un atteggiamento ben più aggressivo verso gli operai e in particolare verso i numerosi interinali, con l’aumento dei carichi di lavoro e l’inserimento di nuovi consulenti del lavoro altrettanto aggressivi e meticolosi nel loro sporco mestiere: gli avvocati di LabLav, che rivendicano l’opera prestata per il licenziamento dei 422 operai della GKN, non sono evidentemente i soli sciacalli in circolazione!
In fabbrica il clima è via via peggiorato fino a questo epilogo repressivo. Anche a Scandicci i padroni sentono di avere le spalle coperte dal governo Draghi e pensano di poter fare come vogliono, ma non deve essere così!
Il 13 dicembre USB ha proclamato lo sciopero regionale a sostegno dei propri delegati, con un picchetto ai cancelli della fabbrica che ha rallentato il carico/scarico delle merci e a cui il P.CARC ha partecipato con una delegazione insieme agli operai della GKN, altri sindacati di base come la CUB, organizzazioni politiche come Potere al Popolo, PRC, Rete dei Comunisti. È intervenuto e ha portato la sua solidarietà anche il nostro compagno Simone Casella, delegato FILCAMS all’ospedale di Cisanello che è stato licenziato come Andrea e Paolo.
Costruiamo un ampio fronte contro le misure di lacrime e sangue imposte dal Governo Draghi, passiamo dalla difesa all’attacco!