Julian Assange è la prova della debolezza degli imperialisti USA

Julian Assange è il fondatore di Wikileaks, l’agenzia che dal 2006 ha reso pubblici migliaia di documenti segreti o confidenziali sui crimini di guerra e altri misfatti del governo statunitense, dei suoi esponenti e di altri governi complici.

Da più di dieci anni Assange subisce una persecuzione giudiziaria. Gli USA lo vogliono nelle loro mani per infliggergli una punizione esemplare: il processo per spionaggio prevede il carcere di massima sicurezza e la pena di morte.

A seguito di una strumentale denuncia per molestie sessuali in Svezia, nel 2010 Assange si consegna alla polizia inglese: a Londra viene arrestato e poi rilasciato su cauzione. Per evitare l’estradizione in Svezia, premessa per quella negli Stati Uniti, si rifugia nell’ambasciata dell’Ecuador, che lo accoglie come rifugiato politico.

Vive segregato dal 2012 fino al 2019, ma quando il governo dell’Ecuador “cambia colore” (da Correa passa nelle mani di Lenin Moreno) l’ambasciata lo consegna alle autorità britanniche che lo incarcerano per “violazione dei termini della libertà su cauzione”. La Gran Bretagna che a suo tempo negò l’estradizione in Spagna di Pinochet, accusato di tortura, accampando ragioni di salute, oggi collabora alla persecuzione di Assange: il 10 dicembre scorso l’Alta Corte di Londra ha ribaltato la sentenza di primo grado e ha disposto che l’estradizione di Assange negli USA è compatibile con il suo stato di salute, accogliendo le rassicurazioni sul fatto che riceverà “trattamenti umani” dalle autorità USA.

Benché non sia ancora fisicamente nelle sue mani, il governo USA ha già ottenuto il suo scopo: Julian Assange è un uomo distrutto, annientato fisicamente e psicologicamente, provato da anni di “torture democratiche”.

Il messaggio è chiaro: chi ha velleità come le sue farà la stessa fine.

è una manifestazione di potenza degli imperialisti USA? La realtà delle cose spesso differisce dal modo in cui viene raccontata.

La vicenda di Julian Assange, se si va oltre la cortina della propaganda di regime, mostra la debolezza della borghesia imperialista.

Julian Assange insieme a Edward Snowden, Bradley Manning e il meno noto Hervé Falciani dimostrano che la borghesia è un gigante dai piedi d’argilla. Persino nella cerchia ristretta e selezionata delle sue agenzie di spionaggio e di controllo ci sono individui che defezionano, alcuni prendono coraggio e denunciano i crimini dei loro capi, dei loro datori di lavoro, di coloro a cui avevano promesso fedeltà e da cui sono stati anch’essi ingannati.

Sentono crescere dentro di loro il disagio di operare contro le masse popolari e sentono fuori da loro, intorno a loro, il disprezzo e l’indignazione delle masse popolari verso i loro padroni e il sistema criminale a cui contribuiscono. Finanche dalle file dei mercenari che la classe dominante è costretta ad assoldare sorgono ribelli, nauseati dai crimini che sono indotti a compiere. L’indignazione prorompe e rende inaffidabili per la borghesia i suoi stessi eserciti.

Assange, Snowden e gli altri “Whistleblower” non hanno avuto il solo merito di squarciare il velo di segretezza (politica, militare ed economica) sulle operazioni sporche degli USA in Iraq e Afghanistan, ma hanno anche mostrato l’esistenza e il funzionamento della rete di controllo globale delle agenzie di spionaggio e fornito una serie di strumenti che sono presto diventati patrimonio di schiere di attivisti e militanti.

Chi vuole lottare contro la borghesia imperialista può e deve imparare e servirsi delle loro indicazioni liberandosi dal pregiudizio dell’onnipotenza del nemico. Programmi di criptazione come Kleopatra, sistemi di comunicazione sicura come TOR, che Assange come Snowden hanno reso popolari, sono utilizzati dai comunisti di tutto il mondo.

Esistono gruppi di hackers che hanno messo le loro capacità al servizio del movimento comunista (i Redhack turchi sono tra i più noti) e man mano che il movimento comunista crescerà, schiere sempre più folte di nuovi Assange o Snowden potranno riporre in esso la speranza che la loro diserzione dalle file nemiche verrà valorizzata ai fini della liberazione dell’umanità dal capitalismo e dall’imperialismo.

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