a. Il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) è stato dissanguato
Rispetto al 2010, in rapporto al tasso d’inflazione, i tagli al finanziamento del SSN ammontano a 37 miliardi di euro.
Il grosso è avvenuto tra il 2010 e il 2015 (governi Berlusconi e Monti), con circa 25 miliardi, mentre i restanti 12 sono stati tagliati tra il 2015 e il 2019 (governi Letta, Renzi, Gentiloni, Conte). I dati più significativi sono: -48% tra il 2009 e il 2017 dagli investimenti degli enti locali e -5,3% dalla spesa per le risorse umane, che concretamente si traduce in una riduzione di 46mila lavoratori, di cui 8mila medici e 13mila infermieri, oltre che nel mancato ammodernamento e adeguamento dei macchinari e delle strutture – Fonte: Relazione della Corte dei Conti 2020.
b. Una strage di ospedali e strutture pubbliche
Dal raffronto fra L’annuario statistico del SSN del 2010 con quello del 2019 emerge una drastica riduzione delle strutture sanitarie pubbliche (il 41,3% nel 2019 contro il 46,5% nel 2010), una riduzione significativa di ospedali (-173) e di ambulatori (-837) e un taglio di posti letto (fra strutture pubbliche e private) per 43.471 unità.
c. Arrivano i migliori
Draghi taglia altri 6 miliardi alla sanità per il biennio 2022/2023. Cifra assolutamente non compensata dalle fumose e irrealistiche promesse sui soldi del Pnrr che la sanità vedrà con il binocolo anche nel migliore dei casi.
Che l’emergenza sanitaria sia usata dalla borghesia solo per fare affari sulle spalle delle masse popolari risulta evidente anche dalla gestione della campagna vaccinale: completa sottomissione dell’Italia alla UE, cioè agli interessi economici e politici della Comunità Internazionale: vietati i vaccini cubani, russi e cinesi, miliardi di euro per ingrassare le multinazionali come Pfizer, BionTech e Moderna e misure criminali come l’insensata sospensione delle forniture di DPI alle RSA (vedi Il Fatto Quotidiano del 12 dicembre 2021).
d. Profitti sulla pandemia
Le speculazioni sull’emergenza sanitaria non si contano più: iniziate con le mascherine e i respiratori già nel marzo 2020, continuate con i camici (vedi inchiesta su Attilio Fontana, Presidente della Lombardia) e le forniture ospedaliere, riguardano inevitabilmente anche i vaccini.
Pfizer, BioNTech e Moderna vendono oltre il 90% dei loro vaccini ai “paesi ricchi”. In questo modo, nel 2021 realizzeranno un utile di 34 miliardi di dollari, cioè più di mille dollari al secondo, 65.000 al minuto o 93,5 milioni al giorno – dati di Peoples Vaccine Alliance.
“A fronte di un investimento pubblico complessivo nel 2020 di oltre 8,3 miliardi di dollari tra UE e USA, Moderna, Pfizer e BioNTech hanno registrato nella prima metà del 2021 ricavi per 26 miliardi di dollari, circa 22 miliardi di euro. Come se non bastasse, le aliquote d’imposta sugli utili sono ad appena il 7% e il 15% – Fonte: il Fatto Quotidiano.