[Firenze] Intervista alla rete dei collettivi Studenti di Sinistra

Pubblichiamo di seguito l’intervista che ci ha rilasciato Paolo, studente fiorentino che fa parte dell’organizzazione politica universitaria Studenti di Sinistra. La rete dei collettivi partecipa attivamente al gruppo dei solidali GKN “Insorgiamo” e nelle ultime settimane รจ stata protagonista di alcune occupazioni universitarie e mobilitazioni studentesche a Firenze.

***

1. Come Studenti di Sinistra partecipate al gruppo di solidali GKN e siete attivi nel promuovere la solidarietร  ai lavoratori, cosรฌ come giร  avete fatto con la Texprint. Perchรฉ pensate che sia importante farlo?

Diciamo che รจ stata anche unโ€™esperienza nuova di questโ€™ultima generazione di compagni di Studenti di Sinistra, ma รจ stato un processo abbastanza spontaneo, non abbiamo fatto delle riflessioni approfondite nellโ€™immediato. Siamo andati a portare la nostra solidarietร  a dei lavoratori che erano in sciopero in picchetto permanente alla Texprint e poi dal 9 luglio alla GKN, partecipando poi alla formazione del gruppo di supporto e anche alla lotta che tuttโ€™ora va avanti.

Noi crediamo che ci sia una connessione strettissima tra il mondo universitario, quello che noi studenti viviamo tutti i giorni, e il mondo del lavoro e, in generale, anche tra le lotte che vengono portate avanti in questi ambiti, per cui non cโ€™รจ mai stato un problema di incompatibilitร  tra la nostra attivitร  dentro lโ€™universitร  e il portare la solidarietร  e partecipare alle lotte dei lavoratori.

Un meccanismo interessante che si รจ sviluppato รจ quello di uscire da una retorica di solidarietร  passiva, cioรจ, ad esempio, portare quello che serve al presidio, dare una mano a livello organizzativo, ecc.: tutte cose che sono state fatte e sono comunque fondamentali. Col tempo abbiamo perรฒ visto che nei singoli militanti dellโ€™organizzazione e poi anche nelle riunioni che facciamo maturava la volontร  di approfondire le varie tematiche. Ad esempio capire perchรฉ a Prato cโ€™รจ una condizione di sfruttamento che non รจ limitata a unโ€™impresa ma รจ un modus operandi di tutto il distretto industriale. Poi รจ nata anche la volontร  di supportare e portare avanti una lotta piรน radicale, che magari esce fuori dagli schemi dellโ€™ordinario come quella portata avanti dagli operai Texprint che รจ stato un primo barlume di luce che non si vedeva da tempo, questo grazie anche allโ€™appoggio di compagni e compagne che sono stati eccellenti da questo punto di vista.

รˆ appunto anche una volontร  di capire meglio e poi anche formarsi come militanti su questioni politiche che un giorno ci riguarderanno anche di piรน in quanto lavoratori del futuro, chi di noi non lo รจ giร , perchรฉ quello che vediamo davanti a noi non รจ una prospettiva felice, in quanto si esaspereranno processi che sono giร  in atto in questo momento, lโ€™orizzonte che ci si prospetta รจ fatto di precarietร . Il nostro โ€œInsorgiamoโ€ รจ proprio un orizzonte politico che ci poniamo perchรฉ non cโ€™รจ via di uscita se non si cambiamo le cose. Quindi รจ stato interessante e giusto uscire dal semplice meccanismo della solidarietร  passiva e cominciare invece a prendere parte a un processo diverso, avendo un ruolo propositivo allโ€™interno di un contesto come puรฒ essere quello del gruppo solidali GKN, oltre che poi dal punto di vista di analisi e forza pratica, essendo noi una realtร  comunque piccola e che esiste solo a Firenze e che quindi non puรฒ dare chissร  quale grande contributo. Quindi il rapporto co i lavoratori ci ha sicuramente fatto crescere anche come organizzazione studentesca.

2. In questi ultimi mesi gli studenti universitari e medi a Firenze e non solo sono tornati a prendersi le scuole e le universitร  occupando. Cosa vi ha dato la spinta a farlo? E quali vittorie avete ottenuto?

Intanto, appunto, รจ un processo ancora in corso, siamo nel bel mezzo della lotta e non escludiamo di tornare a fare altre azioni allโ€™universitร , magari non nellโ€™immediato ma รจ tutto da decidere. A livello complessivo, la vicenda GKN ha ridato forza a tutta una serie di soggetti, studenti compresi, per rimettere al centro la presenza e partecipazione nei propri luoghi di studio e di lavoro e riprendersi i propri spazi. In questo senso cโ€™รจ stata una convergenza, tutto sommato abbastanza voluta e al contempo nuova, anche tra universitari e medi. Dallโ€™universitร  non cโ€™รจ stata una grandissima risposta, ma ce lo aspettavamo, mentre le scuole superiori hanno risposto meglio: in vari istituti รจ rinata allโ€™interno unโ€™organizzazione politica oppure un collettivo dopo anni di letargo, e ci sono perfino alcune scuole che un collettivo non lo avevano mai avuto e che le occupazioni hanno fatto nascere. Un esempio รจ il liceo Calamandrei di Sesto Fiorentino che esce dallโ€™occupazione con un collettivo di 30 studenti! Secondo me, anche in ottica strategica, si รจ inciso dove era giusto incidere e siamo riusciti a coinvolgere una generazione che รจ molto lontana dalla politica per vari fattori e che invece ha voglia di riscatto e di impegnarsi in qualcosa. Questo magari non si รจ visto tanto nella partecipazione numerica del corteo di sabato 20 novembre per vari motivi, quanto piรน a livello qualitativo nel percorso delle occupazioni. A Firenze sono state occupate a tappeto quasi tutte le scuole e, in contemporanea, ci sono state le occupazioni in universitร  per motivi specifici e diversi. Anche perchรฉ, come era stato auspicato anche dal Collettivo di Fabbrica GKN, il motto โ€œInsorgiamoโ€ riguarda tutti noi ma per ragioni particolari e specifiche. Non abbiamo occupato semplicemente โ€œin solidarietร  alla GKNโ€, altrimenti saremmo ricaduti in quel meccanismo di solidarietร  passiva che dicevo prima; lโ€™obiettivo era quindi insorgere per le condizioni problematiche che ci troviamo ad affrontare. Per questo motivo le occupazioni universitarie hanno avuto il filo conduttore degli spazi, perchรฉ noi ancora viviamo in una situazione assurda dove il rientro in universitร  รจ una barzelletta, con sistemi di tracciamento che sono assolutamente ridicoli. Banalmente, lโ€™universitร  non riesce a prendere una posizione seria nemmeno in merito al Green Pass per cui fa un tracciamento a campione e ti obbliga a passare dai tornelli. Tra lโ€™altro la spesa per tornelli e via dicendo ammonta a varie decine di migliaia di euro: soldi che potevano magari essere spesi per una borsa di studio, per un contributo alloggio o per riaprire gli spazi per gli studenti. In questo โ€œfalsoโ€ rientro, perfino studiare e partecipare alle lezioni รจ diventato un atto politico, perchรฉ non si riesce ad accedere nemmeno agli spazi che dovrebbero essere โ€œtuoiโ€, spazi che chiunque dovrebbe poter frequentare, limitando quindi anche la partecipazione allโ€™universitร  che รจ uno spazio di crescita della comunitร  tutta. รˆ stata tagliata fuori tutta la parte di persone che banalmente utilizzavano le lezioni pubbliche per trovare uno spazio di formazione e di crescita e quindi in un certo senso si va in contrasto pure con il ruolo sociale stesso dellโ€™universitร .

Accanto a queste, per lโ€™occupazione ci sono state anche motivazioni di socialitร  e aggregazione che sono stati del tutto eliminati. Se entri in universitร  lo fai per il tempo della lezione e quasi non puoi nemmeno trattenerti pe andare in bagno perchรฉ bisogna uscire subito. Non cโ€™รจ piรน nessuno spazio che permetta alla comunitร  studentesca di fare aggregazione, di trovarsi, di discutere, di parlare e alle organizzazioni politiche interne allโ€™universitร  di promuovere incontri di natura politica o portare avanti una forma di sapere critico. Cโ€™รจ stato poi un discorso piรน improntato sul diritto allo studio con rivendicazioni mirate e, per lโ€™occupazione del polo di Sesto Fiorentino anche una rivendicazione sulla tranvia che abbiamo visto da subito essere uno dei punti piรน problematici e quello su cui ad oggi la battaglia รจ tuttora in corso ed รจ di molto difficile soluzione per interessi che vanno oltre il mondo universitario e che quindi portano anche a noi a doverci confrontare su un terreno che non รจ il nostro e sul quale รจ molto difficile riuscire anche a essere incisivi.

Le occupazioni nellโ€™universitร  hanno dato segnali positivi per cui, per esempio, a Sesto si รจ riscontrato lโ€™appoggio della componente dei docenti che in parte condivide con noi le stesse problematiche ed รจ stato veramente molto importante trovare appoggio anche in loro e vedere che condividevano con noi non solo tanto le istanze ma anche che ritenevano legittima la forma di lotta scelta. Questo ha portato a una serie di vittorie su Sesto, ad esempio la riapertura dellโ€™aula studenti (in realtร  la riapertura viene portata avanti in maniera forzata perchรฉ gli studenti continuano a occupare lโ€™aula che รจ sempre stata un punto di riferimento per tutta la comunitร  di Sesto, finchรฉ la situazione non si normalizzerร , perรฒ cโ€™รจ anche un beneplacito sul tenere aperto quello spazio).

Rispetto allโ€™occupazione della Torretta รจ stato interessante il processo che ha portato allโ€™occupazione. Infatti lรฌ รจ partita spontaneamente dagli studenti, cioรจ cโ€™era una volontร  precisa da parte degli studenti che vivono tutti i giorni il loro spazio di riprenderselo, di rimanere a studiare dopo lโ€™orario consentito perchรฉ magari, banalmente, qualcuno aveva lโ€™esame due giorni dopo: per studiare cโ€™รจ bisogno anche di spazi! Chiaramente poi ci sono stati lโ€™appoggio, lโ€™organizzazione e le competenze del nostro gruppo, con cui gli studenti della Torretta si sono subito messi in contatto, perรฒ questa cosa ha fatto capire meglio anche a noi che effettivamente cโ€™รจ un bisogno da parte degli studenti di tornare a una condizione di accesso che sia compatibile con le nostre esigenze e molto spesso cโ€™รจ anche la volontร  di lottare appunto, quindi non limitiamoci a delle prese di posizioni sterili ma mettiamoci in gioco in prima persona per contribuire alle azioni che vengono portate avanti.

3. Quali sono i prossimi passi nella mobilitazione dentro lโ€™universitร  e fuori? In termini di lotta per il diritto allo studio, servizi collaterali, collegamento e coordinamento con le altre realtร  studentesche, lavorative, ambientali, ecc.

Sul piano universitario lโ€™idea รจ quella di proseguire con la mobilitazione nelle varie forme possibili, occupazioni ma non solo, nellโ€™ottica di imporre un certo piano di discussione e dei rapporti di forza diversi con lโ€™Ateneo.

Lโ€™esperimento fatto con la Torretta sarร  interessante capire se รจ possibile riproporlo altrove. Lร  cโ€™era un gruppo di studenti della stessa classe che stavano studiando e che hanno deciso di rimanere oltre lโ€™orario, si sono messi in contatto col collettivo da subito perchรฉ comunque siamo radicati in vari luoghi e gli studenti ci conoscono. Ci siamo confrontati e abbiamo deciso come portare avanti lโ€™occupazione nellโ€™immediato. Allโ€™inizio doveva durare solo 24 ore ma poi รจ proseguita per 5 giorni e si รจ imposto un dialogo con lโ€™Ateneo. In futuro ci sarร  anche da capire bene dove si possono attivare dei processi di mobilitazione e quanta risposta ci puรฒ essere.

Una cosa di cui ci siamo accorti รจ che lโ€™Ateneo non era preparato a gestire questa situazione di occupazioni, non era pronto a delle azioni di lotta di questo tipo. Il vecchio Rettore Dei aveva giร  visto questo tipo di forma di lotta, mentre lโ€™attuale Rettrice lโ€™abbiamo vista anche un poโ€™ sorpresa e ci siamo andati anche a scontrare con un apparato burocratico che stenta a comprendere le rivendicazioni degli studenti e come si possono risolvere, che รจ restio a intavolare una discussione per quanto banale possa essere.

Viceversa ci sono altre componenti universitarie che invece le capiscono le rivendicazioni: intanto i docenti che spesso le condividono, che hanno delle problematicitร  a volte tali e quali alle nostre o addirittura peggiori: penso ai lavoratori in appalto e ai contratti che hanno. Per cui parallelamente abbiamo anche riscoperto un altro strumento: il Coordinamento di Lotta dโ€™Ateneo, una struttura che univa studenti, lavoratori, ricercatori e personale tecnico/amministrativo, chiaramente coinvolgendo anche le sigle sindacali di riferimento e aperto alla partecipazione di tutti. Nel futuro immediato quello che ci poniamo come obiettivo รจ la riattivazione del coordinamento per capire dove si puรฒ andare a incidere e dove si puรฒ agire insieme. Questo secondo noi rientra un poโ€™ anche nel modus operandi che ci ha insegnato la lotta GKN.

In termini piรน complessivi dove andiamo e cosa possiamo fare รจ tutto da determinare, secondo noi il binomio studenti-lavoratori puรฒ funzionare. In questo senso Roma รจ stato un altro esempio interessante, con il gruppo dei lavoratori combattivi ITA che ha cercato lโ€™appoggio degli studenti, quindi ci sono anche delle sperimentazioni simili in altre cittร . Bisogna capire anche quanto riusciamo noi come componente studentesca a convergere e cercare di unire le varie vertenze, che non รจ facilissimo perchรฉ universitร  e scuola sono due mondi diversi, hanno rapporti anche diversi in termini anche numerici ed รจ molto difficile riuscire a mantenere un piano di non sovradeterminazione dellโ€™una o dellโ€™altra โ€œcategoriaโ€ studentesca. Quindi la volontร  di portare avanti un progetto unitario sicuramente cโ€™รจ, bisogna capire che forme e che struttura dargli e quali prospettive abbiamo. Perรฒ, secondo noi, centrale deve essere il collegamento con lโ€™assemblea di fabbrica, chiaramente mantenendo la nostra autonomia, ma portando avanti questo percorso condiviso che รจ lโ€™unico che puรฒ davvero dare dei frutti.

4. Se guardiamo allโ€™esperienza della GKN, vediamo che quello che hanno ottenuto lo hanno ottenuto ottenute grazie alla mobilitazione diretta e dal basso degli operai e dei solidali, piuttosto che grazie alle istituzioni… Penso che questo come universitari vi faccia fare una riflessione, anche abbozzata sul โ€œmondo del lavoroโ€, sulle privatizzazioni e sulle logiche del profitto (presenti anche in universitร ), ma anche sul fatto che โ€œla lotta pagaโ€. Quindi cosa state ricavando dallโ€™esperienza di contatto con gli operai GKN?

Ti rispondo piรน che altro a livello personale, perchรฉ ancora non abbiamo fatto un momento complessivo di analisi e una discussione collettiva su questo come organizzazione.

Secondo me ci sono vari insegnamenti. Cโ€™รจ un piano di formazione politica sia sui vari aspetti riguardanti il lavoro che per noi studenti possono essere poco conosciuti e sui quali non รจ semplice formarsi; banalmente anche capire cosa vuol dire avere unโ€™organizzazione sindacale di riferimento e quali tipi di sindacato ci sono, la differenza con il Consiglio di Fabbrica e quelle con le altre realtร  che si muovono su logiche piรน concertative, ecc.

Cโ€™รจ un piano organizzativo, perchรฉ dietro la lotta GKN cโ€™รจ un discreto livello di organizzazione, questo si nota nella conduzione del presidio e credo sia un qualcosa anche piuttosto raro da vedere, cosรฌ come raro รจ poter vivere una situazione come questa: prenderne parte sicuramente ti fa vedere delle esperienze, degli esempi che nel tuo piccolo di organizzazione puoi ripetere. Questo anche in riferimento a certe dinamiche assembleari e decisionali di rispetto tra le organizzazioni, che io ho sempre trovato molto apprezzabili in questi mesi. Sono dinamiche che come organizzazioni politiche studentesche, partitiche, ecc. in parte dovremmo anche rimettere in piedi: non รจ un discorso sullโ€™unitร  campato in aria, perรฒ credo sia un punto sul quale converrร  riflettere, sulla necessitร  di trovare dei momenti di convergenza effettivi al di lร  di questa lotta specifica.

Cโ€™รจ sicuramente anche un insegnamento elementare: solo nella mobilitazione ci puรฒ essere effettivamente una speranza di salvezza di fronte a una situazione come quella della GKN ma anche altre, รจ solo con la lotta, con un impegno costante, militante che si possono cambiare determinate sfaccettature dellโ€™esistente. รˆ un processo ancora in divenire, quindi dobbiamo anche capire come lo vogliamo portare avanti. Sicuramente noi ci saremo, come ci siamo stati dai primi giorni, ci staremo fino agli ultimi.

Lโ€™ultimo insegnamento, che รจ una riflessione aperta, รจ che dobbiamo renderci conto che siamo tutti parte di un processo piรน complessivo, non pensiamo effettivamente che quella sia una lotta geograficamente localizzata, settoriale, che riguarda un aspetto specifico, che magari ci puรฒ anche affascinare per lโ€™autorevolezza di una lotta operaia pura, metalmeccanica (sicuramente per chi ha un certo ambito politico e teorico di riferimento puรฒ essere una fascinazione), ma capire di essere parte di un processo piรน complessivo รจ diverso. Quello che ti porta a dire โ€œio in certi momenti di questa lotta devo anteporre il processo generale a quello particolaristico della mia organizzazioneโ€ รจ un qualcosa che non รจ scontato, qualcosa sul quale riflettere soprattutto per il futuro e intanto avere la maturitร  di capire quando cโ€™รจ un processo fuori, una mobilitazione alla quale รจ necessario prendere parte, perchรฉ di mobilitazioni se ne vedono tante e spesso ti arrivano anche tra capo e collo, magari รจ la lotta piรน giusta che vuoi perรฒ ti arriva โ€œun pacchetto giร  prestabilitoโ€ e tu aderisci, ci credi quanto vuoi ma non incidi effettivamente in quel processo. Un movimento che si crea e tu dal primo momento ne sei parte come organizzazione ti responsabilizza e ti costringe anche a venire a patti con la tua natura di organizzazione per esempio studentesca, a capire cosa puoi fare tutte le volte per quella lotta, a spingerti allโ€™analisi, a capire dove puoi incidere, a vedere ogni singolo contributo che puoi dare.

Queste riflessioni sui processi sono molto importanti anche per capire dove andiamo noi come organizzazione, quali prospettive politiche abbiamo davanti nel nostro specifico ambito universitario e fiorentino.

5. E cosa invece pensate di aver dato voi alla lotta della GKN?

Credo che nel nostro paese ci sia stato un momento negli anni โ€˜70 in cui cโ€™era un grande forza del movimento operaio e del movimento studentesco che erano fortemente interconnessi, quindi in quel momento la loro incisivitร  era data anche dal movimento studentesco, dagli strumenti teorici che il movimento studentesco metteva a servizio della classe operaia. Oggi invece siamo in una fase di declino del movimento studentesco perchรฉ anche a causa della pandemia siamo praticamente ridotti ai minimi termini. Le nostre problematiche sono state organizzative, di frammentazione e credo anche, questo lo dico anche come autocritica da militante della mia organizzazione, a livello di capacitร  di lettura della realtร  e capacitร  di individuare un percorso strategico da seguire. Per esempio, fare una cosa se vuoi banale come organizzare due autobus per portare gli studenti alla manifestazione contro il G20 a Roma insieme alla GKN era una cosa che non avevamo mai fatto, una cosa โ€œfuori dal mondoโ€. Perรฒ facendolo ci siamo resi conto che anche in ambiente universitario cโ€™รจ interesse a supportare la lotta della GKN quindi noi in primis dobbiamo essere propositivi.

La questione della frammentazione รจ difficile da superare: a livello teorico possiamo essere tutti dโ€™accorso, ritenere tutti che bisogna anteporre questa lotta operaia, questa lotta che in realtร  poi fa convergere tutte le lotte al suo interno ed รจ uno dei motori di tutte le organizzazioni in questo momento, perรฒ quando poi ti ritrovi allโ€™atto pratico non ci riusciamo a mettere dโ€™accordo neanche sullโ€™organizzare unโ€™iniziativa, e questo รจ un problema che noi dobbiamo oggettivamente porci.

Evidentemente non abbiamo in questo momento gli strumenti per superare questa frammentazione, credo che non ci siamo nemmeno resi conto di quanto non siamo incisivi da soli. Non dobbiamo cercare una sommatoria che non produrrebbe niente, ma una diversa visione che si fondi su una collaborazione piรน strutturata perchรฉ ci possono essere analisi politiche e modalitร  diverse per portare avanti le proprie rivendicazioni, ma, nel momento in cui il fine ultimo รจ lo stesso e a volte pure lโ€™analisi, non si puรฒ divergere per ragioni particolaristiche. รˆ una critica in primis alla mia organizzazione, ma non solo. Noi siamo militanti giovani, ma vedo che ci portiamo dietro delle pratiche, degli scazzi che sono sedimentati da parecchi anni e noi siamo figli di queste logiche e non riusciamo a uscirne, questo secondo me รจ drammatico. Se non riusciamo a recuperare un discorso di convergenza, non di sommatoria, io credo che non riusciremo a essere incisivi e a portare effettivamente a casa dei risultati concreti. Sono pratiche sbagliate sedimentate perรฒ siamo noi i militanti in questo momento e dovremmo avere la volontร  di superare queste problematiche e queste ereditร . Il punto รจ che ormai abbiamo le spalle al muro, quindi quanto ancora possiamo continuare a ignorare il problema? Io credo che il tempo sia finito.

6. Dopo la manifestazione studentesca del 20 novembre รจ uscito un articolo sulla Nazione che paragonava lo sciopero degli studenti alle piazze degli anni โ€™70 con operai e studenti uniti e che diceva anche che โ€œin quegli anni non finรฌ beneโ€ perchรฉ si arrivรฒ agli anni di Piombo. Un chiaro tentativo da una parte di sminuire la mobilitazione e dallโ€™altro di creare attorno alla lotta un cordone sanitario per isolare la mobilitazione che, in un modo o nellโ€™altro, va oltre la pura e semplice rivendicazione ma avanza e applica delle proposte politiche e piรน โ€œstrutturaliโ€. Partendo dalla tua esperienza personale, come vedi il rapporto tra studenti e lavoratori, come pensi che possa proseguire e con quale fine?

Io credo che noi dobbiamo confrontarci con lโ€™opinione pubblica: una cosa di cui ci siamo accorti con questa lotta รจ che noi magari come singole realtร  riusciamo difficilmente a parlare alla gente, farci capire e trovare una certa condivisione. Questa lotta nello specifico riesce invece a parlare veramente a tutti e trovare un forte consenso popolare che poi magari non ti sfocia in manifestazioni oceaniche, ma sicuramente cโ€™รจ un termometro a Firenze che รจ particolarmente elevato e cโ€™รจ una condivisione della lotta che si รจ vista benissimo essere abbastanza forte. Quindi secondo me il fatto รจ che noi ora facciamo paura in quanto operai e studenti uniti.  Sui tentativi di demonizzazione dei lavoratori non mi esprimo perchรฉ non vorrei parlare di cose che non conosco. Per quanto riguarda gli studenti e le occupazioni che abbiamo portato avanti allโ€™universitร , devo dire che la stampa si รจ limitata a riportare i fatti. รˆ stata piuttosto lโ€™universitร  che ci ha trattato da frange estremiste! Questo non solo nei giorni dellโ€™occupazione ma anche dopo: nelle sedute di organo di Ateneo, alcuni nostri compagni sono stati addirittura minacciati, mettendo in discussione la loro stessa legittimitร  alla partecipazione a quegli organi in quanto facenti parte di Studenti di Sinistra che ha organizzato e supportato le occupazioni.

Sul piano degli studenti medi la demonizzazione si รจ vista palesemente, ad esempio per quella del Calamandrei: hanno cercato tutti gli appigli possibili per screditare le occupazioni quando, fino a qualche tempo fa, occupare una scuola era quasi โ€œla normaโ€ e si occupava anche per i motivi piรน banali.

Dove possiamo andare nel prossimo periodo non lo so, ma credo che in questo momento sia necessario per il movimento studentesco organizzarsi in maniera un poโ€™ piรน forte rispetto allo stato attuale delle cose, darsi una linea e una strategia perchรฉ altrimenti perdiamo unโ€™occasione โ€“ il legame con gli operai GKN โ€“ che non so se potrร  ripresentarsi in tempi brevi. Questo per quanto riguarda Firenze; invece a livello nazionale, tranne a Roma, non cโ€™รจ una grande mobilitazione di scuole e universitร . Abbiamo cercato delle connessioni con gli studenti fuori da Firenze, ma la risposta รจ stata veramente timida. Perรฒ รจ essenziale capire come portare la lotta fuori da Firenze, altrimenti se rimaniamo concentrati โ€œnel villaggio di Asterix e Obelixโ€ a Campi Bisenzio o nella nostra roccaforte universitaria si va poco lontano.

Lโ€™unione tra studenti e operai รจ fondamentale. Al di lร  di tutti i processi comuni che possiamo mettere in atto, dobbiamo distinguere il piano di come sviluppare il movimento studentesco, continuare a dargli incisivitร , cercare di fargli prendere un carattere di massa. La risposta allโ€™ultima ondata di mobilitazioni studentesche รจ stata nel complesso molto positiva, ma ora il punto รจ capire come riuscire a massimizzare le azioni di lotta e trasformare poi questi risultati in un processo mobilitativo anche fuori da scuola e universitร , allโ€™insegna della convergenza tra le varie organizzazioni politiche che sono allโ€™interno di questo percorso.

Per quello che riguarda le mobilitazioni in universitร , la situazione รจ difficile perchรฉ il Covid ha comportato che gli atenei sono frequentati da un 1/5 delle persone che ci andavano prima, quindi รจ difficile coinvolgere nella lotta studenti che non siano giร  politicizzati

Poi cโ€™รจ anche il discorso dellโ€™appoggio e della convergenza con la lotta operaia. Cioรจ in questo momento credo che noi dobbiamo indirizzare una parte importante dei nostri sforzi nel far sรฌ che questa lotta vinca, banalmente anche per ridare una boccata dโ€™ossigeno a un paese che ne ha una necessitร  incredibile. Far vedere che vincere รจ possibile perchรฉ cโ€™รจ stata una capacitร  di lettura della realtร  lungimirante e si รจ guardato subito a quello che cโ€™era anche โ€œfuori dalla fabbricaโ€, trovare una convergenza tra le realtร  politiche: quello che รจ stato fatto qui deve essere fatto altrove, non dobbiamo concepire quello della GKN come un caso isolato, ma come il primo passaggio per la ricostruzione.

7. Hai delle considerazioni finali?

Io spero che il percorso di convergenza che si รจ intrapreso con la GKN non termini. Non so come possa andare a finire la lotta, non voglio essere pessimista, ma neanche peccare eccessivamente di ottimismo. Credo perรฒ che una sconfitta totale non la possiamo avere, perchรฉ comunque il processo che si รจ svolto da luglio a oggi qualcosa deve lasciare, io non riesco a concepire un domani dove effettivamente tutto quello che รจ stato costruito svanisce. Quindi lโ€™invito puรฒ essere a una responsabilizzazione nostra come organizzazioni e come militanti per cercare di far sรฌ che quello che รจ stato costruito che รจ un primo segnale di convergenza e di percorso di mobilitazione unitario, un domani resista e vada oltre; anche laddove si vinca in GKN non deve esaurirsi ma anzi tratte maggiore forza per poi far partire nuovi focolai anche fuori. Firenze in questo momento sta dettandola linea a livello nazionale, รจ un esempio e questo รจ indiscusso perchรฉ se come realtร  siamo sulla bocca di tutti come lotta che portiamo avanti, un motivo cโ€™รจ e secondo me รจ anche da riscontrare nel percorso che abbiamo portato avanti collettivamente nel rispetto delle varie divergenze e grazie allโ€™autorevolezza della classe operaia. Siamo un esempio oggi, ma cerchiamo di esserlo anche domani, cerchiamo di far partire processi mobilitatavi simili a quello che si รจ verificato qui anche altrove.

Ci sono vari modi di perdere: puoi perdere perchรฉ hai perso la singola lotta e quindi quella fabbrica chiude e non ci puoi fare niente, perรฒ tutti noi abbiamo combattuto con loro fino allโ€™ultimo giorno gli staremo vicini e questa รจ una cosa che dobbiamo mettere in conto. Ma cโ€™รจ anche una sconfitta politica che รจ quella di uscire di lรฌ frammentati come eravamo prima, anzi peggio, portandoci dietro strascichi di litigi inutili. Oppure possiamo essere sconfitti sul piano sindacale, ma essere vittoriosi sul piano politico, per cui magari ci hanno sconfitto oggi alla GKN e abbiamo perso 500 posti di lavoro, spero che non succeda mai, ma noi ne usciamo rafforzati perchรฉ non siamo organizzazioni frammentate ma sappiamo convergere, sappiamo lottare insieme, sappiamo dare una prospettiva anche ai lavoratori perchรฉ vedere un gruppo che si muove compatto sicuramente dร  una boccata dโ€™aria non solo a noi ma anche a una classe con la quale riusciamo sempre piรน difficilmente a entrare in  rapporto.

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