[Internazionale] A 143 anni dalla nascita di Stalin

In occasione della ricorrenza della nascita di Iosif Stalin (18 dicembre 1878), grande dirigente del movimento comunista e grande rivoluzionario proletario, pubblichiamo un estratto di Sulla questione di Stalin contenuto in Rapporti Sociali 33 – aprile 2003, ripreso da un commento del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese pubblicato sul Quotidiano del popolo e su Bandiera Rossa il 13 settembre 1963

***

“(…) La grande Unione Sovietica è il primo Stato del mondo in cui si è instaurata la dittatura del proletariato. Lenin è stato il principale dirigente del partito e del governo di questo paese della dittatura del proletariato: dopo la morte di Lenin, dirigente del partito e del governo è stato Stalin. Dopo la morte di Lenin, Stalin non fu solo dirigente del partito e del governo dell’Unione Sovietica, ma anche guida universalmente riconosciuta del movimento comunista internazionale.

Il primo grande Stato socialista, nato dalla Rivoluzione d’Ottobre, conta quarantasei anni di storia. Stalin è stato il principale dirigente di questo Stato per un periodo di circa trent’anni. Stalin, per tutta l’attività che ha svolto, occupa un posto estremamente importante sia nella storia della dittatura del proletariato che in quella del movimento comunista internazionale. Il Partito comunista cinese a proposito dell’atteggiamento da assumere nei riguardi di Stalin e della valutazione della sua figura, ha sempre sostenuto che non si tratta di giudicare semplicemente la persona ma, cosa molto più importante, di fare un bilancio dell’esperienza storica della dittatura del proletariato e del movimento comunista internazionale dopo la morte di Lenin.

Al ventesimo Congresso del PCUS il compagno Kruscev ha ripudiato completamente Stalin. Su di una questione di principio come questa, che concerne il movimento comunista internazionale, non sono stati consultati prima i partiti fratelli, ma si è voluto obbligarli ad accettare il fatto compiuto. Chiunque arrischi una valutazione di Stalin diversa da quella della direzione del PCUS, è considerato non solo come “difensore del culto della personalità”, ma addirittura come autore di un “intervento” negli affari interni del PCUS. Tuttavia nessuno può negare la portata internazionale dell’esperienza storica del primo Stato della dittatura del proletariato, né il fatto storico che Stalin è stato il dirigente del movimento comunista internazionale; di conseguenza, nessuno può nemmeno contestare che la questione del giudizio che si deve esprimere su Stalin è una questione di principio di importanza enorme, una questione che concerne tutto il movimento comunista internazionale.

Allora, quali ragioni hanno mai i dirigenti del PCUS per impedire agli altri partiti fratelli di condurre un’analisi su Stalin e di esprimere sulla sua figura una valutazione che corrisponda ai fatti? Il Partito comunista cinese ha sempre ritenuto necessaria un’analisi basata sul metodo del materialismo storico e sulla rappresentazione della storia come realmente è; il Partito comunista cinese stima errato ripudiare Stalin in maniera totale, soggettiva e grossolana, ricorrendo al metodo dell’idealismo storico e deformando e alterando a piacere la storia (…).

Quando Lenin era vivo, Stalin lottò contro lo zarismo e per la diffusione del marxismo; dopo essere entrato a far parte della direzione del Comitato centrale del Partito bolscevico alla cui testa si trovava Lenin, Stalin lottò per preparare la rivoluzione del 1917; dopo la Rivoluzione d’Ottobre lottò per difendere le conquiste della rivoluzione proletaria. Morto Lenin, fu sotto la direzione di Stalin che il partito comunista e il popolo dell’Unione Sovietica condussero una lotta risoluta contro tutti i nemici, sia interni che esterni e, grazie a questa lotta, riuscirono a difendere e a consolidare il primo Stato socialista del mondo.

Sotto la direzione di Stalin il partito comunista e il popolo dell’Unione Sovietica hanno applicato con perseveranza la linea dell’industrializzazione socialista e della collettivizzazione agricola e hanno ottenuto grandi successi nella trasformazione e nell’edificazione socialista. Sotto la direzione di Stalin il partito comunista, il popolo e le forze armate dell’Unione Sovietica hanno condotto un’accanita battaglia e hanno ottenuto una grandiosa vittoria nella guerra antifascista. Nella lotta contro gli opportunisti di qualsiasi sfumatura, contro i nemici del leninismo, trotskisti, zinovievisti, bukhariniani e altri agenti della borghesia è stato Stalin che ha difeso lo sviluppo del marxismo-leninismo. È stato Stalin che, con una serie di opere teoriche, patrimonio immortale del marxismo-leninismo, ha apportato un contributo incancellabile al movimento comunista internazionale.

Sotto la direzione di Stalin il partito e il governo dell’Unione Sovietica hanno adottato una politica estera che, nell’insieme, è stata conforme all’internazionalismo proletario, aiutando immensamente la lotta rivoluzionaria dei popoli del mondo, compresa quella del popolo cinese. Stalin si è sempre mantenuto alla testa della corrente della storia per dirigere la lotta ed è stato nemico irreconciliabile dell’imperialismo e di tutta la reazione. L’attività di Stalin è stata sempre legata strettamente alla lotta del grande partito comunista e del grande popolo dell’Unione Sovietica: è inseparabile dalla lotta rivoluzionaria dei popoli di tutto il mondo. La vita di Stalin fu la vita di un grande marxista-leninista e di un grande rivoluzionario proletario (…).

I meriti che Stalin si è guadagnato durante la sua vita, come pure gli errori che ha commessi, sono fatti oggettivi della storia. Se si mettono a paragone i suoi meriti e i suoi errori, sono i suoi meriti che predominano perché nell’attività di Stalin l’aspetto essenziale è costituito dalle sue giuste azioni, mentre i suoi errori non occupano che un posto di secondaria importanza. Quando si tratta di fare un bilancio di tutta l’attività ideologica e di tutto il lavoro pratico di Stalin, ogni comunista onesto e che rispetti la storia sa riconoscere prima di tutto ciò che fu essenziale in Stalin. Allo stesso modo quando si tratta di conoscere e di criticare correttamente gli errori di Stalin e di superarli, ogni comunista deve salvaguardare ciò che è stato essenziale nella sua vita, salvaguardare cioè il marxismo-leninismo che Stalin ha difeso e sviluppato (…).

I dirigenti del PCUS accusano il Partito comunista cinese di “difendere Stalin”. Sì, noi lo difendiamo e vogliamo difenderlo. Dal momento che Kruscev deforma la storia e ripudia totalmente Stalin, noi abbiamo naturalmente il dovere irrecusabile nell’interesse del movimento comunista internazionale di levarci a sua difesa. Prendendo la difesa di Stalin il Partito comunista cinese difende ciò che in Stalin vi è stato di giusto, difende la gloriosa storia della lotta del primo Stato della dittatura del proletariato instaurato nel mondo dalla Rivoluzione d’Ottobre, difende la gloriosa storia della lotta del PCUS, difende la fama del movimento comunista internazionale di fronte ai popoli e ai lavoratori del mondo intero, in una parola difende sia la teoria che la pratica del marxismo-leninismo. I comunisti cinesi non sono i soli che agiscono così, perché lo stesso atteggiamento hanno assunto tutti i comunisti fedeli al marxismo-leninismo, tutti gli uomini che sono decisi a fare la rivoluzione e tutte le persone oneste”.

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