Contro lo stato di polizia organizzazione, mobilitazione, solidarietà
Milano, 6 dicembre 2021
Anniversario della strage della ThyssenKrupp di Torino.
Nessun padrone ha pagato per quella strage
Sabato 4 dicembre, a Milano, alcuni compagni del P.CARC hanno partecipato alla manifestazione (autorizzata) NO Draghi Day indetta da varie sigle del sindacalismo di base.
La manifestazione è partita da via Restelli e si è conclusa in Piazza della Scala. Finito il corteo, i nostri compagni si sono diretti in Piazza Duomo per raggiungere i mezzi pubblici e tornare a casa, ma sono stati prima identificati da alcuni poliziotti in borghese e poi, mentre denunciavano ad alta voce uno dei tanti arbitrii a cui la questura di Milano sta facendo ricorso in queste settimane, sono stati aggrediti da una squadraccia di poliziotti, anch’essi in borghese, che li ha trascinati con violenza verso i blindati dove sono stati nuovamente identificati (!).
Dopo alcune ore i nostri compagni sono stati rilasciati con 5 multe per manifestazione non autorizzata, 5 dispositivi di allontanamento dal centro per 48 ore, un avviso di DASPO e una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale. La polizia ha sequestrato le bandiere, lo striscione e il megafono che i compagni avevano utilizzato durante il corteo NO Draghi Day.
Non solo i nostri compagni sono stati oggetto degli abusi polizieschi, anche altri sono stati denunciati, multati, intimiditi e schedati mentre lasciavano Piazza della Scala (riportiamo in calce alcune testimonianze).
Con la scusa di impedire “manifestazioni non autorizzate”, la Questura di Milano perseguita tutti quelli che manifestano!
Impunità per i criminali e repressione per chi protesta. L’emergenza sanitaria per il Covid19 ha mostrato meglio che chi specula sulla salute delle masse popolari, chi lascia per strada migliaia di lavoratori, chi fa carta straccia delle norme sulla sicurezza nelle aziende, chi devasta e saccheggia l’ambiente è un criminale che può scorrazzare libero continuando a fare i propri interessi. Da Fontana a Gallera, da Moratti agli altri “campioni” della distruzione della sanità pubblica e delle speculazioni nella sanità privata, come Maroni. Fino a Confindustria.
Prefetto e Questore di Milano (Saccone e Petronzi), si fanno loro complici, sono al loro sevizio. Sono a capo dell’esercito statale che si accanisce contro i lavoratori (come alla UNES di Vimodrone), contro le famiglie in emergenza abitativa (sfratti a tutto spiano con o senza pandemia), contro chi protesta. Agli ordini di Draghi e Lamorgese sono i principali promotori dello smantellamento del diritto a manifestare.
Renato Saccone, il Prefetto, si era già messo alla testa dell’abolizione del diritto di manifestare quando il 25 aprile 2020 aveva disposto gli attacchi polizieschi contro chi deponeva fiori alle lapidi dei partigiani.
Giuseppe Petronzi (“esperto di terrorismo e ordine pubblico” dice la stampa borghese per tesserne le lodi… non sembra il profilo adatto a chi abbia a cuore di contenere una pandemia!) non si è sottratto al compito e, fra una dichiarazione minacciosa ai giornali e il riconoscimento di un premio per “non esitare mai a schierarsi dalla parte dei più deboli”, ha via via costruito un dispositivo di militarizzazione crescente contro le manifestazioni: da 5 settimane il Centro di Milano è blindato da centinaia di celerini, centinaia di agenti in borghese che tendono agguati a chi sospettano essere un manifestante, decine di blindati tipo “truppe inglesi a Belfast”.
Chi ancora si ostina a giustificare il crescente stato di polizia in nome della lotta ai contagi è bene che apra gli occhi alla svelta: la pandemia non si affronta e tanto meno si risolve con la guerra tra poveri e lo stato di polizia per tutelare i ricchi, gli speculatori e per proteggere i continui tagli al SSN, gli sgomberi, i licenziamenti e le delocalizzazioni!
Come si affronta la pandemia? Vaccinati e non vaccinati uniti per farla finita con la gestione criminale della pandemia. Scarica e diffondi il volantino.
Allargare e unire le mobilitazioni per cacciare Draghi, per costruire un governo d’emergenza popolare. Per far fronte alla repressione, per respingere le misure del governo Draghi, per abolire la discriminazione legalizzata attraverso il Green Pass, contro lo smantellamento dell’apparato produttivo del paese, dei servizi come istruzione, sanità e trasporti pubblici serve fare fronte comune.
Ringraziamo tutti i compagni e amici che già hanno mandato attestati di solidarietà ai nostri compagni, tra cui la CUB. Facciamo appello
– agli altri sindacati di base presenti al NO Draghi Day come USB, ADL Cobas, USI, Sol Cobas,
– a quegli eletti (come il consigliere regionale Piccirillo o parlamentari di Alternativa c’è) che hanno preso posizioni chiare contro la gestione criminale della pandemia da parte del governo Draghi e lo stato di polizia;
– ai compagni, alle organizzazioni comuniste che hanno ben presente che la solidarietà è di classe e non ci sono buoni e cattivi, ma padroni che sfruttano, da una parte, e chi lotta per difendere i propri diritti e quelli delle masse popolari, dall’altra;
a esprimere la propria solidarietà verso i nostri compagni e tutti i compagni e i lavoratori colpiti dalla repressione.
Fin dai prossimi giorni metteremo in campo
- iniziative per costituire sportelli per promuovere solidarietà, organizzazione e assistenza legale con l’obiettivo di non lasciare nessuno da solo di fronte alla repressione;
- iniziative per rispedire al mittente le provocazioni, gli arbitrii e gli abusi anche attraverso azioni legali: lo stato di polizia deve essere respinto,
- iniziative per rompere la cappa di preoccupazione e terrore che le istituzioni e le autorità continuano ad alimentare: ogni divieto e ogni restrizione ha valore SOLO FINO A QUANDO VIENE RISPETTATA.
La solidarietà è un’arma, uniti vinceremo!
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Testimonianze
Ieri, concluso il corteo in Piazza della Scala, me ne stavo andando verso la metropolitana, da solo. All’ingresso della Galleria del Duomo c’è un cordone di polizia e tra migliaia di persone che affollavano il posto, il solertissimo funzionario di polizia che comandava il drappello ferma solo me. “Documenti!” E io “Ma perchè?” “Controllo!” Interviene una funzionaria della Digos che prova a dire al collega “Ma …è Cusimano dell’USB!” Però lui -che evidentemente lo sa benissimo- diventa ancora più inflessibile. Vuole il documento – che neanche guarda- mi obbliga a indossare la mascherina (perchè l’indole è comunque quella di chi ti vede comunque come il nemico, almeno da umiliare) e poi mi lascia andare. Al di la del cordone, la Milano spensierata dello shopping; molti senza mascherina. Ma per la polizia non esistono. Esistiamo soli noi, che ci opponiamo, che non ci arrendiamo, che lottiamo anche verso queste forme di oppressione sempre più diffuse e necessarie per sostenere le politiche di un governo che sta finendo di smantellare il sistema dei diritti, il reddito e ogni garanzia sociale. Buon natale, solerte agente. A lei e famiglia.
Al termine della manifestazione autorizzata NO DRAGHI DAY che da via Restelli è terminata ieri in piazza Scala mi sono avviata verso casa (abito in zona porta Vittoria) passando da via Santa Margherita, Duomo, Fontana, corso di porta Vittoria. Alle 17.53 sei poliziotti mi hanno fermata in via Santa Margherita angolo piazza Scala. Mi hanno chiesto i documenti e sono stata ammonita perché su di un’asta fissata alla bici portavo un cartello con la scritta: Né DRAGHI Né SCIACALLI – obbligandomi a rimuoverlo. Alle 18.11 otto poliziotti mi hanno fermata in piazza Fontana perché in bici senza mascherina. Sanzione di 400 €. Mi hanno fatto un verbale inventato da loro affermando che stavo facendo una manifestazione e bloccando il traffico: perciò daspo di 48 ore. Hanno dichiarato il falso e l’hanno messo per iscritto. Ho il video dei poliziotti che mi hanno fermato alle 17.53 Ed il video dei secondi poliziotti che mi hanno fermato alle 18.11 Il sistema giudiziario milanese sarà obbligato a spendere il proprio tempo per valutare verbali di tanta assurdità?
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