Sabato 13 novembre, presso il circolo “A. Gramsci” di via Fiorentina a Pisa (quale luogo migliore?), si è tenuta la presentazione del nuovo corso di Storia che la Scuola di Base “Anton Makarenko” porterà avanti nei prossimi mesi.
È un passo importante nella lotta di classe e in particolare nell’ambito della lotta per darsi una teoria rivoluzionaria che parta dal materialismo storico: in questo si cimenteranno gli allievi (giovani e operai) che hanno accettato di prendervi parte sacrificando parte significativa del loro tempo.
Ma perché è così necessario studiare? La rivoluzione si fa con i fatti (dicono alcuni). L’elaborazione di una teoria rivoluzionaria adeguata a fare la rivoluzione socialista nel nostro paese è invece proprio quello che è mancato al movimento comunista del secolo scorso; grazie all’opera della Carovana del (nuovo) Partito Comunista Italiano (di cui il P.CARC fa parte) per la prima volta in un paese imperialista abbiamo a disposizione una teoria che sia guida della nostra azione per cambiare la nostra condizione, una teoria che affonda le radici nella storia, in particolare di quella della lotta di classe, del nostro paese.
La necessità di una teoria rivoluzionaria non è qualcosa che ci siamo inventati noi, già Lenin scriveva che “non c’è movimento rivoluzionario senza teoria rivoluzionaria”. Quel che studiamo e di cui parliamo ai lavoratori, agli studenti e alle masse popolari proviene dall’analisi della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale (1917 Russia – 1976 Cina), in cui emerge in maniera chiara il motivo per il quale in Russia il PC(b) è riuscito a cambiare i rapporti di forza e instaurare il socialismo, a differenza del vecchio PCI. Per tre volte abbiamo attraversato periodi storici che avevano quasi tutte le “carte in regola” per riuscire a fare la rivoluzione socialista e prendere il potere, senza riuscirci: il Biennio Rosso (1920-1921), la Resistenza partigiana e antifascista1943-1945, gli anni ’70. In tutti e tre i casi mancava una teoria rivoluzionaria conforme alla fase della lotta di classe in corso, che permettesse di avanzare oltre al punto in cui erano arrivati. Questo è l’aspetto principale per fare la rivoluzione socialista e per avanzare nell’obiettivo che ci siamo dati, il Governo di Blocco Popolare. La teoria rivoluzionaria è quindi essenziale per portare fino in fondo la nostra opera storica, per mettere in campo una pratica all’altezza della situazione.
Nella settimana precedente la sezione di Pisa ha promosso questo importante appuntamento con volantinaggi nelle piazze e nei quartieri della città invitando giovani, lavoratori e masse popolari a prendervi parte e approfittare dell’opportunità che può dare loro questa scuola di tipo nuovo: dove gli insegnanti apprendono dagli studenti, dove l’obiettivo è formare e non selezionare attraverso criteri classisti come avviene nella (sempre più disastrata) scuola borghese.
Evidentemente è un’attività che la classe dominante teme e cerca di contrastare, come ha fatto mandando la polizia politica a chiedere di conto dei permessi per il banchetto che i compagni e compagne hanno tenuto in piazza S. Caterina il giorno precedente la presentazione. Un chiaro tentativo di intimidazione che denunciamo e che si inserisce nel solco della (maldestra) montatura orchestrata dal Corriere Fiorentino nei nostri confronti (https://www.carc.it/2021/11/09/firenze-ancora-sul-proiettile-alla-cisl-di-firenze-e-le-voci-di-corridoio/?fbclid=IwAR1DhVSlg6BEKoZ2ZrKk-QJ-6ctyx3NBhhzepzU9n-Ig7I2uBRvudK3IU7M), dei controlli che spesso e volentieri subiamo quando facciamo volantinaggi (anche avendo i permessi!) come successo alla Leopolda a Firenze lo scorso 8 novembre e davanti all’Hitachi di Pistoia mercoledì 17 novembre, delle multe e denunce che stanno arrivando ai nostri compagni di Milano…
Anche se per qualcuno si tratta di poca cosa (“non vi hanno nemmeno chiesto i documenti, sono andati subito via, sono stati molto educati…”), riteniamo fondamentale denunciare e rispedire al mittente ogni intimidazione e atto repressivo per quanto minimo possa sembrare (ma non lo è), con cui la polizia politica cerca di dividere i comunisti dalle masse popolari e dai lavoratori, con cui si cerca di mettere in cattiva luce chi combatte ogni giorno il precariato dilagante, la devastazione ambientale e lo smantellamento delle aziende fomentato dal governo Draghi e dalle sue propaggini regionali e locali, si dà un piano per portare avanti il suo progetto politico (l’instaurazione di un governo di emergenza che chiamiamo di Blocco Popolare e il socialismo).
La Digos dovrebbe indagare sul KEU che è stato disseminato in tutta la provincia con le ovvie conseguenze nocive per le masse popolari e i lavoratori mentre i responsabili politici stanno tranquilli al loro posto e il PD è impegnatissimo a insabbiare ogni cosa; dovrebbero indagare sui buchi di bilancio del PisaMover che il Comune cercherà di far ripagare alla collettività; dovrebbero indagare sulle scuole che cadono a pezzi mettendo a repentaglio salute e sicurezza degli studenti, che giustamente in questi giorni si stanno mobilitando con scioperi, occupazioni (come quella del liceo Dini) e manifestazioni. Non confidiamo minimamente che si occupino di tali urgenti questioni (altro che banchetti con tre volantini sopra) in quanto i responsabili sono coloro che li stipendiano, e a tutte queste vittime della crescente malagestione della società da parte della borghesia, va la nostra totale e incondizionata solidarietà.
Dalla prossima settimana la scuola “Makarenko” comincerà quindi le lezioni e auguriamo un proficuo lavoro agli studenti e agli insegnanti che vi prenderanno parte; terremo aggiornati sulle iniziative pubbliche (ovviamente di carattere storico) che verranno organizzate per portare la scuola “all’esterno” per far vivere gli insegnamenti principali che se ne possiamo trarre.
La Segreteria Federale Toscana del P.CARC