Nella giornata di giovedì 11 novembre si è dispiegata un’operazione dei ROS dei Carabinieri contro il Circolaccio Anarchico di Spoleto e la rivista Vetriolo.
L’operazione condotta contro i compagni del Circolaccio Anarchico è una goffa montatura giudiziaria tanto paradossale quanto ridicola: ai compagni, quasi tutti colpiti dalle misure cautelari, sono contestati reati di opinione attraverso l’accusa di aver scritto articoli con l’intento dell’ “istigazione a delinquere con finalità sovversive”. Insomma, non potendo appellarsi a fatti e prove di reato, quello che ne resta è un vero e proprio processo all’intenzione.
Riportiamo in appendice il comunicato emesso dal Comitato solidarietà inquisiti rivista vetriolo che è nato e si è riunito per promuovere la solidarietà verso i compagni indagati e colpiti dalle misure cautelari, al quale hanno aderito, per il momento, 21 tra organizzazioni, associazioni e comitati locali.
Il Partito dei CARC esprime solidarietà ai compagni colpiti dalla repressione, si rende disponibile a sostenere la campagna di solidarietà e invita tutti coloro che hanno a cuore l’agibilità politica delle organizzazioni politiche e sindacali, e in generale delle masse popolari e dei lavoratori, a esprimere la propria incondizionata solidarietà di classe.
L’escalation repressiva e il clima da caccia all’uomo che si punta ad instaurare nel paese è un chiaro segnale dell’andazzo cui tendono il Governo Draghi e il Ministro Lamorgese: colpire quello che resta delle libertà democratiche conquistate con la Resistenza antifascista e limitare al massimo il dissenso e l’opposizione alle politiche di lacrime e sangue che questo governo compie su indicazione della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti USA, UE, sionisti e del Vaticano.
Ogni sibilo di dissenso, da febbraio a questa parte, sta diventando un problema di credibilità per un governo rattoppato da una maggioranza fragile e che non gode di alcuna fiducia delle masse popolari (i risultati elettorali delle amministrative 2021 ne sono una riprova), che tenta di tenere insieme Lega, PD, M5S, FI, LeU e Italia Viva. Chi mette in discussione l’operato del governo deve essere in ogni modo contrastato, isolato, represso. Per farlo, la classe dominante si spinge anche oltre i limiti delle sue stesse leggi e delle libertà che dice di garantire. I tentativi di limitazione alle piazze No Green Pass estese di fatto per tutti i tipi di mobilitazioni, l’uso indiscriminato delle multe e dei DASPO contro i manifestanti che sono scesi in piazza nel corso degli ultimi mesi, la logica degli “opposti estremismi” a giustificare qualsivoglia azione repressiva contro le proteste in corso, l’uso degli idranti contro i portuali di Trieste sono il segno del fallimento di una classe dominante che cerca di rassettare un buco ormai più grande della toppa: la stragrande maggioranza delle iniziative e mobilitazioni di piazza infatti, dall’installazione di Mario Draghi in poi, assumono caratteristiche politiche più o meno apertamente contro il suo governo governo.
Questa insofferenza cresce e si diffonde, alimentata dalle misure lacrime e sangue che il governo vuole imporre: il tentativo di ritorno alla Fornero, lo sblocco dei licenziamenti e degli sfratti, il carovita, la cancellazione del Reddito di Cittadinanza, l’ondata di privatizzazioni, ecc. La repressione che in qualche modo il governo Draghi cerca di mettere in campo è il segno della debolezza di un governo che resta in piedi soltanto perché non c’è una forza, popolare e organizzata, in grado di imporre un governo che ne sia espressione. Ogni attacco repressivo, se le masse popolari organizzate si mobilitano per rispondere, può ricadere sulla testa della Ministra dell’Interno Lamorgese (che nulla ha da invidiare al suo predecessore Matteo Salvini e i DL Sicurezza) e di tutto il governo Draghi: un divieto resta tale se viene rispettato, una multa resta tale se individualmente ognuno è costretto a farvi fronte da solo. Di fronte ad ogni abuso delle autorità della classe dominante, di fronte ad ogni azione repressiva in corso, è il momento di dare una risposta organizzata ed efficace che travalichi i limiti della denuncia pubblica e delle sedi giudiziarie e assuma la forma della mobilitazione popolare:
a) attraverso la solidarietà di classe, comunicati, volantinaggi, comizi che denunciano l’atteggiamento repressivo delle autorità borghesi e del governo Draghi, casse di resistenza, mobilitazioni unitarie, conferenze e assemblee in cui si discute e decide delle mobilitazioni da mettere in campo per far fronte alla repressione in modo efficace, picchetti e presidi di solidarietà;
b) attraverso la rottura – in maniera organizzata – da parte dei colpiti e dei solidali di divieti, vincoli, DASPO e il non pagamento delle multe: l’esperienza di Nicoletta Dosio del Movimento NO TAV, che si è mobilitata in aperta violazione delle condanne e restrizioni a suo carico, è l’esempio che è possibile ribaltare la repressione in strumento di organizzazione e lotta contro le autorità che cercano di colpire chi lotta e si mobilita contro il corso disastroso delle cose.
La strada alternativa è quella di resistere individualmente ma, inevitabilmente, questa si traduce in “ognuno si salvi come può”.
Dobbiamo far ricadere sulla testa del nemico le intimidazioni, le montature giudiziarie, le persecuzioni, le multe, i divieti che servono solo a limitare e restringere le mille mobilitazioni in corso nel paese. E’ necessario ribaltare e dirigere queste misure repressive verso un unico obiettivo: quello di cacciare il governo Draghi.
Solidarietà senza “se” e senza “ma” a tutti i compagni colpiti dalla repressione!
Costruiamo un fronte di lotta che risponda in maniera via via sempre più organizzata alla repressione!
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Spoleto, 12 novembre 2021
COMUNICATO STAMPA
SOLIDARIETÀ AGLI INQUISITI DELLA RIVISTA VETRIOLO
NO ALLA CRIMINALIZZAZIONE DEL DIRITTO DI MANIFESTARE LE PROPRIE IDEE
Negli stessi giorni in cui il governo Draghi sta ulteriormente restringendo e limitando il diritto a manifestare attraverso una direttiva del Viminale, in Umbria abbiamo assistito all’ennesima operazione repressiva, questa volta contro il gruppo anarchico che pubblica la rivista VETRIOLO.
L’impianto accusatorio è di tipo inquisitoriale: non vengono contestati fatti specifici ma, basandosi su una lettura degli articoli del giornale da “polizia preventiva” alla minority report, viene contestato il reato di istigazione a delinquere, aggravato dalle finalità di terrorismo.
È in gioco la possibilità stessa di esprimere dissenso, di essere contro lo stato, il sistema, il capitale.
L’attuale stato di emergenza sanitaria viene utilizzato per limitare il diritto costituzionale a manifestare ed esprimere le proprie idee.
Sembra di assistere, per altri aspetti, alla ripetizione dell’operazione Brushwood 14 anni dopo. Come allora l’operazione è guidata dal procuratore distrettuale antiterrorismo Manuela Comodi.
È un inaccettabile attacco alla libertà di pensiero e di opinione, contro cui chiediamo l’immediata scarcerazione di tutti gli inquisiti.
Chiediamo la più ampia presa di posizione, l’adesione alle iniziative e alle manifestazioni che verranno organizzate per l’immediata liberazione di tutti gli indagati.
Comitato di solidarietà agli inquisiti della rivista VETRIOLO
Hanno già sottoscritto l’appello:
Confederazione COBAS Umbria
Potere al Popolo
C.S. Germinal Cimarelli
Unione Sindacale di Base dell’Umbria
CUB Pubblico Impiego PG
Casa Rossa Spoleto
Partito dei CARC – Umbria
Partito Comunista dei Lavoratori
Si Cobas Perugia
Nucleo Internazionalista
Circolo Island CRX Perugia
Partito Comunista – Federazione Umbria
Partito di Rifondazione Comunista – Spoleto
Partito Comunista Italiano – Umbria
Partito della Rifondazione Comunista – Terni
Terni Solidale
Fronte Comunista – Umbria
FGC – Fronte della Gioventù Comunista Umbria
AsiCuba
Assemblea Permanente Senza Green Pass Umbria
Comitato Trasimeno Solidale