Il gruppo Sanac produce materiale refrattario. È da anni in amministrazione controllata e lo scorso ottobre avrebbe dovuto essere acquisito da Acciaierie d’Italia (ex ArcelorMittal Italia e ILVA, oggi società mista con Invitalia – quindi Stato italiano – al 38% del capitale). L’incontro previsto per l’acquisizione è però andato deserto.
Il suo principale cliente è comunque Acciaierie d’Italia, a cui è destinato il 60% circa della produzione. Ma Sanac non riceve ordini da Acciaierie d’Italia dal giugno 2021 ed è quindi a rischio chiusura. Il ministro Giorgetti cerca di tranquillizzare senza però dare risposte concrete.
Sono quattro gli stabilimenti del gruppo nel nostro paese: Massa (MS), Vado Ligure (SV), Gattinara (VC) e Grogastu (CA). I lavoratori a rischio sono in totale 335, più l’indotto.
Di seguito trovate il volantino che diffonderemo venerdì alla manifestazione. Avanti operai Sanac, che nessuno tocchi la fabbrica e il Lavoro! Cacciare Draghi e l’accozzaglia che lo sorregge, sciopero generale subito non solo a massa ma in tutto il paese!
Sanac, basta speculazioni! Sciopero generale per la nazionalizzazione della siderurgia!
In Italia continua il processo di deindustrializzazione, con le multinazionali e i gruppi finanziari speculativi che chiudono e delocalizzano senza tregua importanti stabilimenti, rendendo il nostro paese dipendente dalle manifatture estere. Non si perdono solo posti di lavoro, ma si rischia di perdere anche un’esperienza lavorativa – un patrimonio tecnico – che poi recuperarla costerebbe molto.
Dopo GKN, Whirlpool, Gianetti e Timken è la volta della SANAC, leader in Italia nella fabbricazione di mattoni refrattari per gli altiforni delle siderurgie: un’altra delle eccellenze che verrebbero annientate dalla cecità padronale in un settore che langue, nonostante il prezzo dell’acciaio sta attualmente lievitando. Il fatto più grave è che sia nel gruppo che in Mittal, il principale cliente, lo Stato è presente con soldi e quote che non fa valere, anzi il degrado degli impianti e la crisi sono aumentate: a Massa e negli altri stabilimenti è ora di dire basta!
Lo smantellamento della SANAC può, deve essere evitato, se i lavoratori si legano a tutte le altre vertenze a partire da quelle su Massa e in Toscana; quella del CdF GKN è una delle punte avanzate in tal senso. Può essere evitato se gli operai Sanac si legano al territorio e alle altre realtà non in crisi (come l’ex Pignone, che sta davanti a loro) per far loro comprendere che oggi quello che succede alla SANAC, domani può accadere a qualsiasi altra azienda. Devono legarsi ai lavoratori dell’indotto, ai lavoratori autonomi, fare comprendere che il depauperamento economico avrà ripercussioni su questi ultimi e quindi spingerli a unirsi alla loro lotta.
Praticare l’unità di lavoratori e studenti, del settore pubblico e privato, di lavoratori dipendenti e autonomi, di uomini e donne, di giovani, adulti e anziani, di tutti gli elementi delle masse popolari che insorgono o sono pronti a insorgere contro questa classe dirigente infame che sta portando il paese alla rovina!
È necessario riprendere in mano e avvalersi degli insegnamenti e dell’esperienza degli operai che hanno fatto parte dei Consigli di Fabbrica degli anni ’70, come quelli della stessa Sanac, della Dalmine, della Tirrena Macchine, della Rational… Massa è ricca di queste esperienze!
È necessario unire la propria lotta per mantenere aperta la fabbrica con le lotte contro il governo Draghi, un governo che permette e permetterà sempre più ai padroni di fare quello che vogliono. Non c’è ricatto e repressione padronale, complicità dei sindacati di regime e diversione mediatica che riescono a bloccare a tempo indeterminato la classe operaia. Non ci sono riusciti neanche Mussolini e il regime fascista, non ci riuscirà il governo Draghi!
Raccogliere la parola d’ordine “Insorgiamo” come passo in avanti per organizzarsi, un passo politico che metta gli operai nel ruolo attivo delle scelte che riguardano le proprie vite e non lasciare più spazio alla delega, né al sindacato né ai politicanti! Come dicono gli operai GKN, “abbiamo realizzato che c’è e c’era un mondo che aveva determinato la chiusura della nostra fabbrica e per difenderla bisogna provare a cambiare il mondo attorno”. Fare come alla GKN significa uscire dalla fabbrica e modificarlo, questo mondo, per dirigere le nostre aziende che il padrone deve mandare avanti per forza con gli operai, mentre gli operai possono dirigerle e farlo senza i padroni come e meglio di loro.
Insorgiamo per prendere in mano le aziende e il nostro destino!
Imporre il Governo di Blocco Popolare per la sovranità nazionale, per produrre ciò che serve al paese e non essere più preda di fondi speculativi e multinazionali e avanzare verso il socialismo!