Mobilitazione contro la chiusura della Sanac

Il gruppo Sanac produce materiale refrattario. È da anni in amministrazione controllata e lo scorso ottobre avrebbe dovuto essere acquisito da Acciaierie d’Italia (ex ArcelorMittal Italia e ILVA, oggi società mista con Invitalia – quindi Stato italiano – al 38% del capitale). L’incontro previsto per l’acquisizione è però andato deserto.
Il suo principale cliente è comunque Acciaierie d’Italia, a cui è destinato il 60% circa della produzione. Ma Sanac non riceve ordini da Acciaierie d’Italia dal giugno 2021 ed è quindi a rischio chiusura. Il ministro Giorgetti cerca di tranquillizzare senza però dare risposte concrete.
Sono quattro gli stabilimenti del gruppo nel nostro paese: Massa (MS), Vado Ligure (SV), Gattinara (VC) e Grogastu (CA). I lavoratori a rischio sono in totale 335, più l’indotto.
Riportiamo a seguire la lettera di un operaio dello stabilimento di Massa (110 lavoratori) che ci informa sugli ultimi sviluppi della vicenda e ci spiega la serie di operazioni che i lavoratori hanno messo in campo per preparare lo sciopero del 12 novembre a Massa.

Cari compagni,
Non vi racconterò di tutta la lotta che stiamo portando avanti da ormai dieci anni, mi limiterò agli ultimi sviluppi.

Dal 30 settembre ci siamo visti spazzati via da una multinazionale come ArcelorMittal, che ha rifiutato di acquisirci. Di fatto è come se stesse delocalizzando l’azienda, visto che non sta più comprando il materiale refrattario da Sanac, portandoci sulla strada della “morte lenta”.

Per questo il 6 ottobre abbiamo fatto un blocco stradale, fermando il traffico a partire da due rotonde strategiche per la viabilità cittadina.

Il 25 ottobre abbiamo fatto irruzione al primo Consiglio comunale in presenza dall’inizio della pandemia. Abbiamo letto un nostro documento imponendo lo stop alla discussione dei consiglieri. Subito dopo la nostra relazione, la maggioranza leghista e la minoranza si sono riunite assieme per stendere un altro documento, diverso dal nostro. A questo punto siamo intervenuti mettendo in chiaro che dovevano sottoscrivere e sostenere il nostro, perché quello che avevamo da dire lo avevamo già scritto. Non ci hanno voluto ascoltare e dopo due ore di confronto ce ne siamo andati gridando loro “Vergogna”.

Il 27 ottobre abbiamo incontrato i ragazzi della GKN in un dibattito operaio organizzato nell’ambito della Festa della Riscossa Popolare (vedi articolo a pag. 6), proponendo loro di venire a Massa il 12 novembre. Per quel giorno, infatti, abbiamo spinto i sindacati a indire uno sciopero provinciale dell’industria e faremo una manifestazione territoriale. A questo sciopero stiamo invitando tutti a partecipare, perché sappiamo che nemmeno alla Sanac ci si salva da soli. Sappiamo bene di aver bisogno del sostegno degli operai di tutti gli altri comparti, di tutta la popolazione, di tutti i comitati perché la vertenza Sanac, come tutte le altre del territorio provinciale e nazionale, da sola non si può risolvere. Ci vuole una mobilitazione di massa!

Il 29 ottobre assieme alle delegazioni degli altri stabilimenti Sanac, abbiamo avuto un incontro con i dirigenti sindacali nazionali del settore. Ci hanno proposto di andare a Roma. Noi a Roma non è che non vogliamo andarci, però in questo momento stiamo organizzando una grossa manifestazione sul territorio e stiamo lavorando per portare qua il maggior numero di persone: per noi oggi la manifestazione a cui lavorare è questa. Anche perché al momento negli altri stabilimenti del gruppo i lavoratori sono un po’ fermi, quindi abbiamo invitato tutti a partecipare allo sciopero del 12 novembre a Massa.

Stiamo preparando anche delle magliette con scritto “governi assenti, operai presenti” in riferimento a tutti i governi che si sono susseguiti senza far nulla, mentre noi operai siamo sempre al nostro posto a lottare e andare avanti.
Dobbiamo puntare sul governo perché la soluzione che può salvare Sanac e tutta la filiera dell’acciaio in Italia è la nazionalizzazione. Vediamo benissimo che sull’ex-ILVA di Taranto è stato fatto pochissimo in tutti questi anni. Laggiù ci entri e non sai se ne esci vivo: tante promesse di ammodernamento, ma non è cambiato niente.
Il nostro unico interlocutore è il governo, non la multinazionale, perché sappiamo bene chi sono e cosa fanno le multinazionali… Il governo non rappresenta certo la classe operaia, però dobbiamo intervenire su quello. Come dicono alla GKN dobbiamo insorgere e far valere la nostra forza anche sul governo, combattendo nonostante tutte le problematiche.

Non ci fermeremo, andremo avanti. Cerchiamo di unire attorno alla nostra lotta tutta la città di Massa e oltre. Chiunque voglia venire il 12 novembre allo sciopero è il benvenuto! Lavoriamo a preparare una grande mobilitazione, anche se sappiamo che la strada è ancora lunga. Ci vorrà del tempo, ma la lotta continua!

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