In occasione della manifestazione a Roma contro il G20 del 30 ottobre abbiamo raccolto una nota di Antonio Amoroso, segretario nazionale CUB Trasporti e dipendente Alitalia, per fare il punto sulla situazione della vertenza e gli scenari che si aprono.

ITA Airways è partita il 15 ottobre. Il governo ha preteso che decollasse e già questo è un’assurdità. Una compagnia aerea che parte all’inizio della bassa stagione è come una gelateria che apre all’avvio dell’inverno.

É partita con 52 aeromobili e 2800 lavoratori dichiarati. In realtà a oggi ne hanno assunti circa 2000: in parte dal “mercato”, in parte si tratta di dipendenti Alitalia assunti a seguito della presentazione del curriculum. É la prima volta in Europa che una società che subentra direttamente a un’altra chiede il curriculum per assumere i lavoratori che sono in carico alla vecchia compagnia.

É del 29 ottobre il voto in aula alla Camera del Decreto Infrastrutture e Trasporti, che all’articolo 7 prevede il superamento delle norme di tutela occupazionale nel passaggio da una società a un’altra. L’articolo 7 dice che ITA potrà acquisire pezzi di rami d’azienda o singoli beni. Questo significa sostanzialmente che si stravolge la norma che tutela i lavoratori in questo passaggio, permettendo l’acquisizione di “singoli beni” invece che tutto il ramo d’azienda, che comprende quindi anche i lavoratori. Durante la discussione alla Camera del decreto-legge ci sono stati degli emendamenti presentati da alcuni deputati di LeU, che hanno provato a ripristinare il rispetto dell’articolo 2112 del codice civile, che disciplina i passaggi di rami d’azienda. Sono stati bocciati con l’astensione del PD e del M5S (con l’eccezione di un suo deputato). Questo decreto sarà in discussione al Senato martedì 2 novembre e poi ritornerà alla Camera giovedì 4. In tutte e due le aule, sia alla Camera che al Senato, il governo ha posto la fiducia e questo è un precedente pericolosissimo. Questo decreto è calzato ad hoc per il ramo aviation di Alitalia, che ITA può acquisire senza tenere conto dei lavoratori, ma in forza di questo precedente potrà essere esteso anche ad altri casi in futuro.

A brevissimo quello che resta di Alitalia avvierà il bando per l’esternalizzazione delle attività di handling (il complesso dei servizi per l’assistenza a terra agli aerei e ai passeggeri, durante la sosta negli aeroporti – ndr) e di manutenzione, così come previsto e richiesto dall’UE. Al bando potrà partecipare ITA e nella società della manutenzione potrà avere al massimo una quota del 49% o comunque di minoranza, mentre nell’handling potrebbe anche avere la maggioranza.

Attualmente i lavoratori assunti sono meno di quelli annunciati e comunque rimangono fuori da ITA circa 8000 lavoratori. Di questi 8000 lavoratori che restano attualmente in carico alla vecchia Alitalia in realtà alcuni finiranno nelle società di handling o manutenzione mentre altri resteranno a casa.

Per questi la cassa integrazione è stata stabilita per tutto l’anno 2022 e nella finanziaria, all’articolo 31, si prevede un altro anno di cassa integrazione, ma con l’integrazione di un fondo aziendale frutto di precedenti accordi.

Abbiamo fatto delle iniziative di lotta il 14 ottobre sera, “salutando” l’ultimo volo di Alitalia, e il 15 abbiamo fatto una grossa manifestazione a cui hanno partecipato anche le altre organizzazioni sindacali. Queste nell’occasione hanno tentato di avviare un dibattito, di fare degli interventi, ma i lavoratori non lo hanno permesso, semplicemente perché quelle organizzazioni sindacali avevano sostanzialmente avallato il progetto ITA, illudendosi di poterne condizionare poi l’evoluzione, cosa che non è stata.

Dopo il 15 abbiamo partecipato al corteo contro il G20 di sabato 30 ottobre. In occasione della votazione del suddetto decreto al Senato puntiamo a promuovere un presidio sotto le aule delle istituzioni, ma la Questura di Roma non ci vuole dare il permesso. Non ce l’ha dato in occasione della votazione del 25 ottobre in Commissione Trasporti della Camera e pare che non ce lo darà neanche al Senato, ma stiamo valutando di farlo ugualmente.

In prospettiva c’è l’intenzione di indire uno sciopero che coinvolga sia chi è stato assunto da ITA che i lavoratori Alitalia ancora in amministrazione straordinaria. Il sindacalismo di base si rincontrerà nella prima settimana di novembre per valutare iniziative unitarie per dare seguito allo sciopero generale dell’11 ottobre scorso. Puntiamo a far confluire questa vertenza nel quadro di queste iniziative.

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