[Internazionale] Tutto il potere ai soviet – 104° anniversario della Rivoluzione d’Ottobre

Creare i nuovi soviet che prendano il potere!

Riportiamo di seguito una corrispondenza di J. Reed, Come funziona il Soviet originariamente pubblicata a puntate su Ordine Nuovo dal 21 giugno al 12 luglio 1919.

Non ci dilunghiamo a presentare il testo, il contenuto è sufficientemente chiaro.
È anche straordinariamente attuale. Non perché oggi in Italia ci siano i soviet, ma perché ce n’è estrema necessità. Il fattore fondamentale per cambiare il corso delle cose è infatti la formazione, nelle aziende capitaliste e in quelle pubbliche, di organizzazioni composte da lavoratori di diversi sindacati o anche non iscritti a nessun sindacato che si occupano delle loro aziende, escono dalle aziende, si coordinano con altre organizzazioni operaie e popolari, sono orientate a formare un loro governo e agiscono da subito come nuove autorità pubbliche, cioè come centri di orientamento e direzione del resto delle masse popolari.
I soviet furono per la Russia ciò che le organizzazioni operaie e popolari devono diventare per l’Italia.
Questo è “il cuore” della rivoluzione socialista.
Il lettore troverà descritto, con dovizia di particolari, non “l’epopea della lotta di classe”, ma il modello di organizzazione che ha permesso di incanalare la lotta di classe nella lotta politica rivoluzionaria e che, in definitiva, ha permesso alla classe operaia e alle masse popolari russe di prendere il potere.
Inizialmente i soviet erano organizzazioni di lotta (combinavano rivendicazioni, denunce, proteste e rivolte). Il loro ruolo cambiò progressivamente man mano che il partito comunista assumeva la direzione della mobilitazione popolare. La funzione rivoluzionaria dei soviet, cioè il ruolo di consigli rivoluzionari, di centri locali del nuovo potere, si incarnò grazie alla politica rivoluzionaria del partito comunista che li concepiva come la nuova struttura del potere politico attraverso cui il proletariato esercitava la sua dittatura.
La rivoluzione socialista consiste in questo: sostituire il sistema di potere della borghesia imperialista con il potere della classe operaia e delle masse popolari, organizzate in consigli (soviet, appunto).
Il partito comunista è lo stato maggiore che dirige questo percorso, questa guerra rivoluzionaria.

L’URSS è stato il primo paese socialista della storia.
Il 7 novembre ricorre il 104° anniversario della vittoria della Rivoluzione d’Ottobre (1917).
Il 30 dicembre ricorre il 99° anniversario della creazione dell’URSS (1922).
Nei 4 anni fra il 1917 e il 1921 il potere sovietico ha fatto fronte alla guerra dispiegata delle potenze imperialiste. Ha trionfato, aprendo la strada alla prima ondata della rivoluzione proletaria in tutto il mondo.
I suoi frutti incarnano ancora il più alto livello raggiunto dall’umanità nel suo sviluppo.
I soviet sono la base materiale su cui quello slancio si è sviluppato, il “modello organizzativo” che ancora rappresenta la più alta forma di democrazia, quella proletaria.

Come funziona il soviet

«In mezzo al coro di ingiurie e di menzogne contro la Russia dei Soviet ricorre, con una sorta di terrore, un alto grido: non vi è nessun governo in Russia, non vi è nessuna organizzazione tra gli operai russi! Non si lavora più! Non si lavora più!
È il metodo nella calunnia. Come ogni socialista sa, come io stesso, che sono stato presente nella Rivoluzione russa, posso attestare, esiste oggi a Mosca e in tutte le città e in tutti i centri abitati del paese un organismo politico complesso, che è sostenuto dalla grande maggioranza della popolazione, e che funziona bene allo stesso modo di ogni altro governo popolare di recente formazione. Gli operai della Russia hanno, sotto l’impulso delle loro necessità e dei bisogni della vita, creato un’organizzazione economica che sta trasformandosi in una vera democrazia operaia. Darò un disegno schematico della struttura dello Stato dei Soviet.
Lo Stato del Soviet è basato sui Soviet – e Consigli – di operai e contadini. Questi Consigli – istituzioni cosi caratteristiche della Rivoluzione russa – sorsero nel 1905, quando, durante il primo sciopero generale degli operai, le fabbriche di Pietrogrado e le organizzazioni economiche mandarono delegati a un Comitato centrale. Questo comitato dello sciopero fu chiamato «Consiglio dei deputati operai». Esso organizzò il secondo sciopero generale della fine del 1905, inviò organizzatori per tutta la Russia, e per breve tempo fu riconosciuto dal governo imperiale come l’organo ufficiale e autorizzato della classe operaia rivoluzionaria russa. Fallita la rivoluzione del 1905, i membri del Consiglio in parte fuggirono, in parte furono mandati in Siberia. Ma questo tipo di organizzazione unitaria era cosi straordinariamente efficace come organo politico che tutti i partiti rivoluzionari inclusero un Consiglio di deputati degli operai nei loro piani per la prossima rivolta.
Nel marzo 1917, quando, davanti a tutta la Russia agitata come un mare in tempesta, lo Zar abdicò, il granduca Michele rinunciò al trono, e la Duma riluttante fu forzata ad assumere le redini del potere, il Consiglio dei deputati degli operai sorse completamente formato. In pochi giorni fu esteso in modo da comprendere delegati dell’esercito, e chiamato Consiglio dei deputati degli operai e dei soldati. Il Comitato della Duma era composto, fatta eccezione per Kerenskij, da borghesi, e non aveva nessuna relazione con le masse rivoluzionarie. Si doveva combattere, si doveva restaurare l’ordine, si doveva difendere il fronte… I membri della Duma non avevano modo di adempiere questi doveri: essi furono obbligati a ricorrere ai rappresentanti degli operai e dei soldati – in altre parole, al Consiglio. Il Consiglio prese parte all’opera rivoluzionaria, al lavoro di coordinare le attività, di mantenere l’ordine. Inoltre si assunse il compito di difendere la rivoluzione dai tradimenti della borghesia.
Dal momento che la Duma fu costretta a fare appello al Consiglio, due organismi governativi cominciarono a esistere in Russia, ed essi combatterono per la supremazia fino al novembre 1917, quando i Soviet, sotto la direzione dei bolscevichi, abbatterono il governo della coalizione.
Come ho detto, vi erano Soviet sia di operai che di soldati; un po’ di tempo dopo si formarono Soviet di contadini. Nella maggior parte delle città i Soviet degli operai e dei soldati si unirono; e uniti tennero il loro Congresso panrusso. I Soviet dei contadini invece vennero tenuti separati dagli elementi reazionari che lo dirigevano e non si riunirono agli operai e ai soldati che dopo la rivoluzione di ottobre e dopo la costituzione del governo dei Soviet.
Il Soviet si basa direttamente sugli operai delle fabbriche e i contadini delle campagne. I Soviet di deputati dei soldati esistettero fino al principio del 1918; furono aboliti dopo la smobilitazione del vecchio esercito e il trattato di Brest-Litovsk, quando i soldati furono assorbiti dalle fabbriche e dalle aziende agricole.
In principio i delegati dei Soviet degli operai, dei contadini e dei soldati erano eletti secondo regole che variavano a seconda delle necessità, e della popolazione dei differenti luoghi. In alcuni villaggi i contadini sceglievano un delegato ogni cinquanta votanti. I soldati in guarnigione fornivano un certo numero di delegati per ogni reggimento, in relazione alla forza di esso; gli eserciti in campo però seguivano un sistema di elezione diverso.
Allo stesso modo degli operai delle grandi città trovarono presto che i loro Soviet riuscivano troppo pesanti se non si limitavano i delegati a uno per ogni cinquecento votanti. Cosi pure i primi due Congressi dei Soviet di tutta la Russia furono rigorosamente basati sul sistema di eleggere un delegato ogni 25 mila votanti, ma di fatto i delegati rappresentavano masse elettorali di diversa entità. Fino al febbraio del 1918 chiunque poteva votare per eleggete i deputati dei Soviet.
Se la borghesia avesse organizzato e chiesto una rappresentanza nei Soviet, le sarebbe stata concessa. Per esempio, durante il regime del governo provvisorio, vi era una rappresentanza borghese nel Soviet di Pietrogrado – un delegato dell’Unione dei professionisti, che comprendeva dottori, avvocati, professori ecc.
Nel marzo la costituzione dei Soviet fu elaborata fino in fondo nei particolari e applicata universalmente. Il diritto di suffragio fu limitato: “ai cittadini della Repubblica socialista russa che abbiano compiuto i 18 anni d’età al giorno delle elezioni… e a tutti coloro che si guadagnano la vita con un lavoro produttivo e utile alla Società e che sono membri delle organizzazioni economiche…”.
Erano privati dal diritto di voto coloro che impiegano il lavoro altrui per trarne profitto, coloro che vivono di un reddito non guadagnato col lavoro, i commercianti e gli agenti privati di commercio, i membri di comunità religiose, gli antichi membri della polizia e della gendarmeria, i membri della antica famiglia regnante. I deficienti, i sordo-muti, i condannati per delitti infamanti e commessi a scopo di lucro.
Per quel che riguarda i contadini, mille contadini mandano un rappresentante al Soviet del Volost, o mandamento. Questi Soviet di Volost mandano dei legati al Soviet dell’Uiesd, o circondario, che a loro volta ne mandano al Soviet dell’Oblast, o provinciale; a far parte di questo sono eletti delegati anche dai Soviet di operai delle città.
Il Soviet dei deputati degli operai e dei soldati di Pietrogrado, che funzionava quand’io ero in Russia, può dare un esempio del funzionamento delle organizzazioni governative urbane nello Stato socialista. Esso era formato di quasi 1.200 deputati, e in circostanze normali teneva una sessione Plenaria ogni due settimane. In pari tempo, esso era formato da un Comitato esecutivo centrale di 110 membri, eletti in base alla rappresentanza proporzionale dei partiti, e questo Comitato centrale esecutivo aveva mediante inviti chiamato a partecipare alla opera sua membri delegati dei comitati centrali di tutti i partiti politici, dei comitati centrali delle Unioni professionali, delle Commissioni di fabbrica, e di altre organizzazioni democratiche.
Accanto al grande Soviet della città, vi erano inoltre dei Soviet rionali, costituiti dai delegati di ogni rione al Soviet cittadino, e ad essi spettava l’amministrazione della loro parte di città.
Naturalmente in alcuni rioni non vi erano fabbriche e quindi di regola non esistevano rappresentanze di questi rioni nel Soviet cittadino né in quelli rionali. Ma il sistema dei Soviet è estremamente flessibile, e se i cuochi e i camerieri, o gli spazzini o le persone di servizio, o i vetturini di questo rione si organizzavano e chiedevano di avere una rappresentanza, venivano loro concessi dei delegati.
Le elezioni dei delegati sono basate sulla rappresentanza proporzionale, il che vuol dire che i partiti politici sono rappresentati in misura esattamente proporzionale al numero dei votanti di tutta la città. In tal modo si vota per i partiti e per i programmi politici, non per le persone dei candidati.
I candidati sono designati dai comitati centrali dei partiti politici, che possono sostituire altri membri del partito. Inoltre i delegati non sono eletti per un periodo di tempo determinato, ma sono ad ogni istante soggetti ad essere revocati. Non fu mai creato nessun corpo politico cosi sensibile e cosi rispondente al volere popolare. E ciò era necessario perché in tempo di rivoluzione il volere popolare muta con grande rapidità. Ad esempio, durante la prima settimana del settembre 1917 ebbero luogo cortei e dimostrazioni in favore dell’Assemblea costituente, cioè contro il potere dei Soviet. Alcune irresponsabili guardie rosse spararono contro uno di questi cortei e vi furono alcuni morti.
La reazione a questa stupida violenza fu immediata: in dodici ore la costituzione dei Soviet di Pietrogrado era cambiata; più di una dozzina di deputati bolscevichi furono deposti e sostituiti da menscevichi, e tre settimane trascorsero prima che si calmasse il risentimento pubblico – prima che fossero uno ad uno richiamati i menscevichi e rimandati al posto loro i bolscevichi.

Almeno due volte all’anno da tutta la Russia vengono eletti delegati al Congresso panrusso dei Soviet.
Teoricamente questi delegati sono scelti per via di elezioni popolari dirette, nelle provincie in ragione di uno ogni 125 mila votanti, nelle città in ragione di uno ogni 25 mila; praticamente pero essi vengono di solito scelti tra i membri dei Soviet provinciali e urbani. In qualunque momento può essere convocata una sessione straordinaria del Congresso per iniziativa del Comitato esecutivo centrale panrusso, o su domanda di Soviet i quali rappresentino un terzo della popolazione operaia della Russia.
Questo Congresso, che consta di quasi duemila delegati, si aduna nella capitale a modo di un grande Soviet, e delibera sui punti essenziali della politica nazionale. Esso elegge un Comitato centrale esecutivo, simile al Comitato centrale del Soviet di Pietrogrado, il quale chiama a sé con invito delegati dei comitati centrali di tutte le organizzazioni democratiche.
Questo Comitato centrale esecutivo dei Soviet di tutta la Russia in tal modo accresciuto è il Parlamento della Repubblica sovietica. Esso è composto di circa trecento e cinquantacinque membri. Tra l’una e l’altra convocazione dei Congressi panrussi esso è la suprema autorità, ma nella sua opera esso non deve uscire dalle linee segnate dall’ultimo Congresso, ed è strettamente responsabile di tutti i suoi atti al Congresso successivo. Ad esempio il Comitato centrale esecutivo può, e così fece in realtà, ordinare che venga firmato il trattato di pace con la Germania, ma non può renderlo impegnativo per la Russia: solo il Congresso panrusso può ratificarlo.
Il Comitato centrale esecutivo elegge dal suo seno undici commissari, che saranno i capi dei comitati da cui dipendono, invece che dai ministeri, i vari rami del governo. Questi commissari possono essere sempre revocati, e sono strettamente responsabili davanti al Comitato centrale esecutivo. I commissari a loro volta si eleggono un capo. Da quando è stato costituito il governo dei Soviet questo capo – o Presidente – è stato Nicola Lenin. Se la sua direzione non fosse più approvata Lenin potrebbe in qualsiasi momento esser revocato dalla delegazione delle masse del popolo russo, o, nel termine di poche settimane, direttamente dallo stesso popolo russo.
La funzione principale dei Soviet è la difesa e la consolidazione della Rivoluzione. Essi esprimono la volontà politica delle masse, non solo per tutto il paese, nei Congressi panrussi, ma anche nelle loro separate sedi, dove la loro autorità è praticamente la suprema. Questo decentramento esiste per il motivo che i Soviet locali creano il governo centrale, e non è invece il governo centrale che crea gli organi locali. Ma nonostante l’autonomia locale i decreti del Comitato centrale esecutivo e gli ordini dei commissari sono validi per tutto il paese, perché nella Repubblica dei Soviet non vi sono interessi regionali o di gruppo cui si debba servire, e la causa della Rivoluzione è dappertutto la stessa.

Osservatori mal informati, la maggior parte di essi intellettuali della classe media, ripetono continuamente che essi sono favorevoli ai Soviet ma contro i Bolscevichi. Questo è un assurdo.
I Soviet sono i più perfetti organismi rappresentativi della classe operaia, ciò è vero, ma essi sono pure gli strumenti della dittatura del proletariato, cui sono aspramente contrari tutti i partiti antibolscevichi. Quindi la misura dell’adesione del popolo alla politica della dittatura proletaria non è data solo dal numero dei membri del partito bolscevico – o Partito Comunista, come esso si chiama – ma è data pure dallo sviluppo e dalla attività dei Soviet locali in tutta la Russia. L’esempio più decisivo di questo fatto è dato dai contadini, che non si posero a capo della Rivoluzione, e il cui primitivo ed esclusivo interesse era solo quello della confisca delle grandi proprietà.
I Soviet dei deputati di contadini dapprincipio non avevano praticamente altra funzione che quella di risolvere la questione della terra. Il fallimento della soluzione data dal governo di coalizione fece sì che i contadini volgessero l’attenzione loro alle basi sociali del problema, spinti a ciò e dalla propaganda continua dell’ala sinistra del partito socialista rivoluzionario e dei bolscevichi, e dal ritorno ai villaggi dei soldati rivoluzionari.
Il partito tradizionale dei contadini è il partito socialista rivoluzionario. La gran massa inerte dei contadini il cui interesse unico era rivolto alta terra, e che non avevano né psicologia combattiva, né l’iniziativa politica, dapprima non volle aver a che fare coi Soviet; ma i contadini che parteciparono ai Soviet, aderirono presto all’idea della dittatura proletaria, e divennero attivi sostenitori del governo dei Soviet. Nell’ufficio del Commissariato di agricoltura, a Pietrogrado, vi era una carta della Russia, cosparsa di spilli con la capocchia rotta, ognuno dei quali indicava un Soviet di deputati di contadini. Quando io vidi per la prima volta questa carta, appesa nel vecchio locale dei contadini, i segni rossi erano sparsi qua e là sopra una distesa enorme, e il loro numero per un po’ di tempo non fu in aumento.
Per i primi otto mesi della Rivoluzione vi erano intere provincie, in cui i Soviet dei contadini erano costituiti solo in una o due città grandi, e in pochi villaggi sparsi qua e là. Ma dopo la Rivoluzione di ottobre avreste potuto vedere tutta la Russia farsi rossa a poco a poco, di villaggio in villaggio, di contea in contea, dì provincia in provincia si diffondeva l’idea della formazione dei Comitati di contadini.
Al tempo della insurrezione bolscevica si sarebbe potuta eleggere un’Assemblea costituente con una maggioranza contraria ai Soviet; un mese dopo la cosa sarebbe stata impossibile. lo assistei in Pietrogrado a tre Congressi panrussi di contadini. I delegati erano arrivati, e la grande maggioranza di essi erano socialisti rivoluzionari di destra. Si erano radunati – e vi furono sempre sedute molto agitate – sotto la presidenza di conservatori del tipo di Avksent’ev e di Pescekanov. Dopo pochi giorni si erano spostati verso sinistra, cadendo sotto la guida dei pseudo radicali tipo Cernov. Ancora pochi giorni dopo la maggioranza era diventata estremamente radicale, ed era stata eletta alla presidenza Maria Spiridonova. Allora la minoranza conservatrice si era staccata formando un congresso di dissidenti, ridottosi in poco tempo a mille, mentre il corpo principale aveva mandato delegati al Palazzo Smol’nyj per unirsi con i Soviet. Sempre le cose erano andate così. lo non dimenticherò mai il Congresso di contadini che ebbe luogo alla fine di novembre: Cernov combatté per avere la direzione e fu vinto; al ora successe un fatto meraviglioso. Una processione grigia di lavoratori del suolo si diresse verso il Palazzo Smol’nyj attraverso le vie nevose, cantando, le bandiere rosse piegate al freddo vento invernale. Era notte buia. Sul limitare dello Smol’nyj centinaia di operai erano in atto di ricevere i loro fratelli contadini e nella semioscurità le due masse, muovendo l’una verso l’altra, si incontrarono, e si abbracciarono tra le lacrime e le grida di gioia..»

J. Reed, Come funziona il Soviet, pubblicato a puntate suOrdine Nuovo dal 21 giugno al 12 luglio 1919

Per approfondimenti
– la struttura del potere sovietico (organizzazioni di massa, partito comunista, Stato): Marco Martinengo, I primi paesi socialisti, Edizioni Rapporti Sociali – giugno 2003

la costruzione del socialismo in URSS sotto la direzione di Stalin: Stalin, L’uomo è il capitale più prezioso, Supplemento a La Voce del (nuovo)PCI n.68 – agosto 2021 e Questioni del leninismo, di prossima pubblicazione a cura di Edizioni Rapporti Sociali e Red Star Press

gli insegnamenti della rivoluzione sovietica sulla forma della rivoluzione socialista e sulla natura delpartito comunista: Quale partito comunista? inLa Voce del (nuovo)PCI n. 1- marzo 1999

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