La Sezione Siena – Val d’Elsa del P.CARC partecipa e invita i suoi simpatizzanti, oltre ai numerosi comitati e alle forze politiche di sinistra e anticapitaliste a partecipare all’assemblea pubblica dal titolo “Dentro e fuori la scuola: il lavoro che abbiamo e quello che serve” indetta dal Comitato dei Lavoratori della Scuola di Siena per sabato 23 Ottobre, dalle 15:30 in Piazza del Mercato a Siena.
In una società capitalista, dove al centro di tutto viene messa la ricerca del profitto, anche il diritto all’istruzione viene ridotto a un campo sul quale speculare. E’ così che da tempo (e ben prima che scoppiasse la pandemia da Covid-19!) anche nell’ambito dell’istruzione pubblica ci troviamo ad assistere ad uno smantellamento di tutte le conquiste che studenti e lavoratori si erano guadagnati con le lotte. Da quarant’anni a questa parte, governi di destra e di sinistra si sono alternati portando avanti identiche politiche di privatizzazioni, favori alle grandi aziende che sono state fatte entrare dentro scuole e università e tagli all’istruzione. Che si trattasse di Riforma Gelmini (Ministro dell’Istruzione all’epoca del Governo Berlusconi) – la riforma che aprì la strada ai tagli ai finanziamenti e ridusse le ore di storia e geografia- o di Buona Scuola (Governo Renzi), con la quale si rese obbligatoria l’alternanza scuola-lavoro e si introdusse la figura del preside “manager”, la legge che metteva insegnanti contro insegnanti con l’obbiettivo di raggiungere il punteggio “bonus” più alto, il risultato è sempre stato lo stesso, e mai positivo per studenti, insegnanti e personale ATA.
Dallo scoppio della pandemia da Covid-19 contraddizioni ataviche hanno raggiunto i massimi livelli: due anni di didattica a distanza snervante per studenti e insegnanti perché non c’è stata la volontà politica di trovare spazi adeguati per la didattica in presenza, di eliminare le aule pollaio. Mancanza di personale scolastico e allo stesso tempo assenza della volontà di assumere i numerosi insegnanti precari. E anche oggi che la scuola è ripresa in presenza, insegnanti e personale ATA sono costretti ad esibire il green pass (misura prettamente repressiva, che ha ben poco di sanitario) “per la sicurezza”, ma non ci risulta che il governo abbia messo mano alla sicurezza degli plessi scolastici (a maggio 2021 alla Mensa universitaria Sant’Agata di Siena crollava un pezzo di soffitto) o al sovraffollamento dei mezzi di trasporto nei quali ogni giorno gli studenti rischiano di ammalarsi di Covid.
A fronte di questa situazione, un gruppo di insegnanti della provincia di Siena ha deciso di organizzarsi in Comitato per interessarsi attivamente del proprio posto di lavoro e per iniziare a mettere mano ai problemi. Come P.CARC, abbiamo fin da subito appoggiato il Comitato e riteniamo che sia un esempio da seguire per tutti quelli che sono scontenti di come stanno andando le cose (nella scuola ma non solo, in ogni campo della società).
Queste lavoratrici e lavoratori sono un esempio positivo tanto più che non si stanno limitando ad interessarsi dei problemi degli insegnanti, ma ormai da tempo si sono messi in contatto e collaborano con numerose organizzazioni territoriali, dal collettivo universitario Cravos alla brigata Giovani in Solidarietà. Di più: hanno accolto la parola d’ordine “Insorgiamo!” lanciata dagli operai del Collettivo di Fabbrica della GKN di Campi Bisenzio, che parteciperanno al dibattito di sabato 23, perché hanno capito che la loro lotta è la lotta di tutti i lavoratori, i precari, gli studenti, i disoccupati che dal basso possono e devono costruire una società diversa.
Noi comunisti del P.CARC crediamo che la strada che sta percorrendo il Comitato sia quella giusta. Nei fatti, queste lavoratrici organizzate stanno dimostrando che chi vive ogni giorno la scuola e ce l’ha a cuore può indicare le misure necessarie per il suo corretto funzionamento più e meglio delle istituzioni di questo Stato capitalista!
Crediamo che l’assemblea del 23 sia una tappa importante per il coordinamento del Comitato con le numerose altre realtà territoriali, una tappa di un percorso che, a parer nostro, deve portare alla costruzione, dal basso, di un governo d’emergenza popolare, un governo nel quale siano i lavoratori organizzati a decidere e imporre le misure che servono. Si tratta di un primo passo per superare il capitalismo e instaurare un nuovo sistema di rapporti sociali alla base del quale vi è la proprietà e gestione pubblica (nel senso che è di tutti) dei servizi essenziali come la scuola: il socialismo!