Un contributo al dibattito sulla vaccinazione

Stare alla finestra oppure mettersi alla prova

Cerco di orientarmi da comunista nel dibattito che divide anche “i comunisti” tra vaccino sì e vaccino no. Non è facile nella canea attuale. Penso tra me e me che se non lo faccio, non sarei coerente con quanto ogni giorno, nei banchetti, nelle diffusioni porta a porta, nelle manifestazioni dico agli operai, ai disoccupati, agli studenti, a gente come me: “Uniamoci, coordiniamoci, cambiare il mondo è possibile, costruiamo insieme il socialismo!”.
Se un’idea chiara non ce l’ho neppure io come cavolo faccio a unire, a coordinare, a pretendere che gli altri mi seguano, che ci seguano? Se non riesco “a risolvere” io per prima il dubbio che vive anche in me su questa questione alla fine “banale”, come farò domani a risolvere i problemi molto più grandi che la costruzione del socialismo concretamente ci pone? Ops… ho detto domani, ma la costruzione del socialismo non riguarda forse l’oggi…..? Non riguarda quindi da subito anche me?

L’inchiesta come punto di partenza

Da dove partire? Mi dico che innanzi tutto devo “conoscere” il problema, “fare inchiesta”, un’inchiesta seria che non si limiti al sentito dire o alle versioni degli opinionisti/star che imperversano sui giornali e sulle TV o ai pareri dei Figliuolo di turno, che da generali dell’Esercito non capisco neppure che competenza abbiano per parlare di vaccini. Non voglio lasciarmi “intrappolare” nemmeno dalle interminabili chat tra i compagni che si offendono e rintuzzano a vicenda, veicolando di fatto la contrapposizione/diversione “Sì vax contro No vax” che la classe dominante promuove.
Partecipo alle manifestazioni No Green Pass, “superando il prurito” che provo a ritrovarmi in piazza “con i fasci”. Di complottisti o negazionisti veri e propri ce n’è ben poco, quelle piazze sono colme di gente giustamente diffidente verso misure schizofreniche, dettate più da Confindustria e dai patron della sanità privata che da un governo attento alla salute pubblica. Incontro gente contenta di vedere persone “di sinistra” che come me condividono la loro lotta; sono donne, uomini, ragazzi, stufi marci di questo governo che li massacra e che hanno bisogno come l’acqua di qualcuno che li guidi e li organizzi. Quanto ai fasci, sì è vero ci sono, ma molti di meno di quanto i telegiornali hanno interesse a far credere. Ma potrebbe essere diversamente? Lo sappiamo bene, dove non siamo presenti noi sguazzano loro, i fascisti.

Risolto il dubbio sul popolo che definiscono “No vax”, come risolvo quello sull’utilità/necessità della vaccinazione?

Studio – per quanto è nelle mie possibilità e “facendo rete” con altri – i dati degli organismi scientifici, le misure adottate per gestire la pandemia e i risultati ottenuti; confronto la situazione dei paesi europei con quella dei paesi dove ancora resistono tracce di socialismo, come Cuba o Cina. Il Partito mi ha chiesto di collaborare alla stesura di un vademecum sui vaccini: vivo la cosa con un po’ di timore, ma allo stesso tempo come un’occasione.

Ne traggo che:
– le misure sanitarie funzionano (l’isolamento, il distanziamento sociale, l’uso delle mascherine, come anche i vaccini);
– che funzionano ancora meglio se l’adozione di una non esclude l’altra (la vaccinazione non deve precludere al distanziamento o all’uso della mascherina in luoghi affollati);
– che hanno, fin da subito, fatto la differenza in positivo nei paesi in cui – come in Cina – esiste un sistema sanitario volto alla tutela della salute della popolazione, una forte direzione pubblica di gran parte dell’attività economica e amministrativa e un capillare sistema di organizzazioni di massa che raccoglie una larga fetta della popolazione e che fa capo al partito comunista.

Ogni cosa è contraddittoria e in relazione alle altre

Concludo che i vaccini contro il Covid-19 funzionano. Tutti i vaccini. Ma rimane la questione degli effetti collaterali: sono possibili e per lo più sconosciuti, dato che non c’è un serio monitoraggio.
Io poi non vivo a Cuba, né in Cina e qui, da noi, è chiaro come il sole che Draghi o Speranza se ne fottono altamente della mia salute. Farebbero – anzi fanno – carte false per i loro interessi. Qui la scienza, viene da pensare, è asservita agli interessi dei padroni. Come fidarsi?
Mi è stato insegnato che noi comunisti abbiamo una scienza (il materialismo dialettico elaborato da Marx ed Engels) e che da questa dobbiamo partire per analizzare la realtà ed orientarci. Questa scienza mi dice che ogni cosa è contraddittoria, che ogni contraddizione presenta sempre un lato positivo e un lato negativo. Mi dice pure che ogni cosa, ogni avvenimento, non va visto come a se stante, ma sempre in relazione con ciò che lo circonda.

Faccio uno sforzo per calare nel concreto questo principio. Provo a ragionare sulla mia esperienza quotidiana.
Ogni farmaco che assumo ha degli effetti collaterali e so bene che farmaci usati per anni a livello di massa si sono rivelati dannosi, se non cancerogeni, dopo decenni. Ma non per questo mi sogno di sottrarmi a cure dentarie, a un’appendicectomia o a qualsiasi altra operazione che necessita la somministrazione di farmaci. Sono più o meno consapevole del rischio, lo corro ogni giorno, perché i benefici che traggo dalle più svariate cure mediche sono indubbiamente superiori ai possibili effetti collaterali. Preservare il mio stato di salute (fisica, ma di conseguenza anche mentale) mi è necessario per condurre tutto il resto delle mie attività ordinarie, per condurle nel modo migliore.
Certo, se ho problemi, devo sbattermi non poco per avere a distanza di mesi un appuntamento con lo specialista, che magari abbrutito dal sistema mi liquida pure in cinque secondi lasciandomi da capo a dodici (cosa che sicuramente non succede a un Berlusconi, un Draghi o un Bergoglio che hanno fior di luminari a loro completa disposizione). E devo pure ritenermi più fortunata di quei poveracci del “Terzo Mondo” che farmaci e vaccini li vedono con il lanternino.
Che il progresso scientifico abbia fatto passi da gigante, che le cure funzionino, non ce lo dimostra forse questa stessa disparità? Io so che ho un’aspettativa di vita di 20 anni superiore a quella di una qualunque donna delle masse popolari africane. Ma so pure che se la mia vita dipendesse da un trapianto d’organo probabilmente morirei nell’attesa, mentre c’è chi un organo può comprarselo e farselo impiantare il giorno dopo.

La mia esperienza, l’esperienza che tutti noi facciamo ogni giorno, mi dice queste cose:
– ci sono contraddizioni che sono pressoché ineliminabili: un farmaco, per quanto possa essere avanzata la sperimentazione, non sarà mai esente da possibili effetti collaterali;
– ci sono contraddizioni, e quindi effetti collaterali, che al contrario sono generate, dipendono esclusivamente dal sistema sociale vigente. È innegabile che oggi ci siano tutte le tecnologie, gli strumenti e conoscenze, per elevare e rendere migliore la vita delle masse popolari, ma è altrettanto innegabile che questo patrimonio è in mano a un pugno di affaristi e speculatori che li utilizza a suo uso e consumo e che è pronto finanche a distruggerlo per proprio tornaconto (come dimostra bene la distruzione del tessuto produttivo italiano). Superare questa contraddizione attiene alla costruzione del socialismo.

Le mie conclusioni

Quando non sappiamo che pesci prendere, occorre approcciare alle cose con metodo scientifico, usando gli strumenti che il movimento comunista ci ha dato, imparando ad analizzare i fatti alla luce della concezione comunista del mondo. Dobbiamo farlo se vogliamo dirigere il processo di costruzione del socialismo;
– la fiducia nella scienza non può essere un optional per i comunisti perché è il progresso scientifico che apre al mondo che vogliamo costruire;
– i tempi sono gravidi di rivoluzione, lo dimostrano i contorcimenti, la schizofrenia, le forzature sempre più profonde della classe dominante. Lo dimostrano pure le piazze del No al Green Pass. Lo dimostra l’organizzazione che cresce in ogni ambito a partire anche dall’opposizione a questa misura politica che nulla a che fare con la salute pubblica;
– il nostro compito attuale è dare sbocco e prospettiva anche alle mobilitazioni contro il Green Pass. Tutte le iniziative e le azioni di ribellione delle masse popolari devono confluire nel solco del sommovimento generato dalla lotta della classe operaia.

Cacciare Draghi, imporre un governo di emergenza popolare è il primo dei passi per risolvere le contraddizioni a cui solo il socialismo darà soluzione.

Rosalba Romano,
membro del P.CARC

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