Pisa: i lavoratori WORSP resistono alla repressione aziendale

Dicembre 2020, alcuni lavoratori neo assunti dalla WORSP Security Group, azienda per i servizi di vigilanza non armata all’ospedale di Cisanello, si rendono conto che ci sono molte cose che non vanno nel loro contratto e nelle modalità di lavoro e cominciano a indagare in proposito. In questo percorso, dato che c’è in ballo anche la scadenza dei contratti interni e dell’appalto con l’Azienda Ospedaliera, cercano da subito di avvalersi del supporto di altri lavoratori dell’ospedale

Dopo una prima fase in cui stringono in modo riservato e sicuro alcuni contatti e iniziano così i primi confronti lontani dagli occhi del padrone, decidono di contattare un funzionario della FILCAMS CGIL.

Il sindacato, a cui poi alcuni di loro si iscriveranno, li aiuta dal punto di vista tecnico, evidenziando quali siano i tanti aspetti di illegalità del loro contratto, in termini di apprendistato, orario di lavoro e salario.

I lavoratori cominciano quindi a lottare con più strumenti per vedere riconosciuti i loro diritti, coinvolgendo sempre più colleghi e facendo fronte comune con gli altri lavoratori dell’ospedale e degli appalti, sviluppando un’azione autonoma dalla dirigenza sindacale, incalzandola a supportarli.

Febbraio 2021, di fronte alle proteste e alle contestazioni dei lavoratori il padrone cerca di reprimere la nascente organizzazione operaia andando a colpire il gruppo di testa. Un lavoratore è messo in ferie forzate, mentre l’altro viene mandato a lavorare in una sede lontana 100 km.

L’organizzazione operaia decide quindi di denunciare tutto in una nota pubblica indirizzata anche al Consiglio comunale di Pisa, alle forze sindacali e alle organizzazioni operaie del territorio, ottenendo un importante riscontro in termini di solidarietà. Nel giro di una settimana il padrone torna sui suoi passi e un lavoratore del gruppo viene eletto delegato sindacale.

Ma a WORSP dà ovviamente fastidio che esista un nucleo di operai organizzato che vigila su ogni mossa e che nel frattempo sta coinvolgendo sempre più colleghi, per questo tenta di nuovo la carta della repressione. Sposta il delegato sindacale in vari punti dell’ospedale, mentre a un altro lavoratore vengono assegnati continui turni di notte.

I lavoratori incalzano il loro sindacato, che però si limita a mandare qualche mail al padrone. L’Azienda Ospedaliera, committente dell’appalto, prende le distanze dai lavoratori WORSP per la cattiva pubblicità che le fanno.

Aprile 2021, i lavoratori si muovono in autonomia e convocano una riunione alla quale invitano esponenti delle forze politiche e sindacali cittadine. Una riunione per fare il punto della situazione e per costruire un presidio di lotta per il 1° Maggio davanti all’ospedale di Cisanello. Al presidio indetto contro le politiche del governo Draghi e per la costruzione di un fronte comune, aderiscono molti lavoratori della zona – tra cui operatori dell’ospedale e gli operai della Piaggio di Pontedera – e varie altre forze politiche e sindacali (COBAS, CUB, FSI, P.CARC, PRC Federazione Pisa, Una Città in Comune).

A fronte del gruppo di solidali che si allarga, il padrone continua con gli attacchi repressivi: richiami disciplinari pretestuosi, prepotenze, intimidazioni, spostamenti di sede arbitrari dei lavoratori più combattivi. Tutto nel silenzio assordante dell’Azienda Ospedaliera.

I lavoratori incalzano la FILCAMS affinché prenda finalmente una posizione pubblica chiara a sostegno della vertenza.

Il 1° giugno viene proclamato lo stato di agitazione per tutto il personale WORSP (tuttora in corso), arrivando così alla convocazione di tavoli sindacali per regolarizzare l’inquadramento contrattuale dei lavoratori che dovrebbe arrivare in queste settimane.

Ma il piano di lotta sindacale è solo un pezzo, ausiliario, del lavoro di costruzione e rafforzamento dell’organizzazione operaia. Dall’inizio i lavoratori WORSP mantengono l’ottica di allargare il ragionamento oltre la singola vertenza e oltre le tessere sindacali di appartenenza. Non fanno mai mancare il loro supporto alle altre vertenze in corso nell’ospedale e sul territorio, chiedendo a loro volta sostegno e prese di posizione (oltre che aiuto concreto) alle istituzioni e al sindacato, mettendoli alla prova su quello che fanno e non su quello che dicono, in un certo senso costringendoli ad essere conseguenti con le loro parole.

Non ultimo, i lavoratori WORSP stanno partecipando alle mobilitazioni degli operai GKN, esprimendo solidarietà, scioperando insieme a loro e dando una mano per i turni di sorveglianza in fabbrica.

Questa la cronaca sintetica di un’esperienza da cui possiamo ricavare alcuni insegnamenti:

– il sindacato è uno strumento in mano ai lavoratori e non viceversa. Iscriversi a un sindacato non significa delegare in toto la difesa dei propri interessi: i funzionari devono essere costretti a fare il loro lavoro! Stesso discorso vale per le istituzioni cittadine e non, che devono essere chiamate pubblicamente a rispondere delle loro dichiarazioni, schierandosi a favore dei lavoratori e mettendo a disposizione le loro risorse in tutti i campi;

– i lavoratori devono organizzarsi anche a prescindere dal sindacato, strutturando un’organizzazione operaia che si occupi degli interessi dei lavoratori, anche quando non ci sono vertenze aperte o non ci sono “pericoli” immediati (la GKN insegna). Non serve essere in tanti per partire: se il gruppo ha un orientamento adeguato si riescono a ribaltare i rapporti di forza e a fare fronte comune con gli altri lavoratori e con le masse popolari.

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