In morte di Gino Strada

Proseguire e sviluppare la sua opera imponendo un Governo di Emergenza Popolare

Gino Strada, fondatore di Emergency, è morto oggi, venerdì 13 agosto, a 73 anni, mentre si trovava in Normandia. Nato a Sesto San Giovanni, comune operaio nella cintura milanese, cresce in un ambiente cattolico per poi aderire alla corrente comunista universitaria e dichiararsi ateo. Ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università Statale di Milano nel 1978. Durante gli anni ‘70 è stato tra gli attivisti del Movimento Studentesco.

Nel periodo 1989-1994 lavora con il Comitato internazionale della Croce Rossa in varie zone di conflitto: Pakistan, Etiopia, Perù, Afghanistan, Somalia e Bosnia ed Erzegovina. Questa esperienza sul campo portò Strada e un gruppo di colleghi a fondare Emergency, un’associazione umanitaria internazionale per la riabilitazione delle vittime della guerra e delle mine antiuomo che, dalla sua fondazione nel 1994 alla fine del 2013, ha fornito assistenza gratuita a oltre 6 milioni di pazienti in 16 paesi nel mondo.

Oltre che per l’attività con Emergency, Gino Strada è diventato un punto di riferimento per gli elementi avanzati delle masse popolari del nostro paese e di tutto il mondo grazie alle sue prese di posizione  per una sanità pubblica e di qualità per tutti, contro la sovvenzione alla sanità privata, per le sue critiche senza fare sconti a nessuno nei confronti dei governi delle Larghe Intese guidati da Massimo D’Alema, Romano Prodi, Silvio Berlusconi, Mario Monti, Enrico Letta, Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e anche i governi di Giuseppe Conte che hanno attuato il programma di continuità sulla partecipazione alle guerre di aggressioni imperialiste al carro degli USA e della NATO, il programma di aumento delle spese militari e di devastazione e degrado della società e dell’ambiente, le politiche antimmigrazioni, ecc.

Un ruolo particolarmente importante Strada e la sua Emergency lo hanno assunto nell’emergenza sanitaria da Covid (a partire dal marzo 2020), organizzando in varie zone del territorio nazionale, in sinergia con le brigate di solidarietà spontaneamente nate e moltiplicatesi, forme mutualistiche e autorganizzate di assistenza sanitaria alle masse popolari, alimentando l’idea di partecipazione e protagonismo dei lavoratori, dei giovani e dei precari nella gestione della società in alternativa alle istituzioni borghesi che hanno invece dato prova della loro natura affaristica e criminale (vedi lotta per i commissariamenti popolari della sanità pubblica e per la cacciata della giunta lombarda Fontana-Gallera).

“Dico a tutti: se dovessi fare il ministro reintrodurrei la dicitura Ministero della Sanità Pubblica. Con me non ci sarebbero convenzioni con i privati. Non un euro. Io sono per una sanità pubblica, di alta qualità e totalmente gratuita. Per ricostruirla non servirebbero nemmeno altri investimenti. Bisognerebbe smettere di rubare. Almeno trenta miliardi l’anno finiscono in profitto. Quando una struttura sanitaria che dovrebbe essere ospitale con chi soffre diventa un’azienda in cui si gioca con i rimborsi e il pagamento a prestazione, si mette in atto un crimine sociale”. 

In decine di mobilitazioni, iniziative e dibattiti negli ultimi anni il nome di Gino Strada è stato, da numerosi comitati, associazioni, sindacati di base e vari organismi, indicato come quello giusto e necessario per ricoprire il ruolo di Ministro della Sanità Pubblica. Le autorità della Repubblica Pontificia, salvo qualche subdolo elogio in tv e qualche piccola consulenza, si sono ben guardate dall’affidare a Gino Strada, o elementi simili a lui, compiti di tale caratura e in certi casi si sono direttamente prodigate per impedire che li ricoprisse (basti pensare a quanto avvenuto in Calabria nel pieno dell’emergenza Covid). Questo perché gli interessi delle masse popolari ad avere una sanità pubblica, universale e di qualità, un lavoro utile e dignitoso senza distinzione di sesso, provenienza geografica o età, a ripudiare le infami guerre imperialiste di saccheggio dei paesi oppressi, non possono che confliggere con quelli di capitalisti, affaristi, speculatori e assassini.

L’unica forza capace di imporre ministri alla Gino Strada è la forza delle masse popolari organizzate. Una forza che deve puntare a instaurare un governo che sia espressione delle proprie istanze, delle proprie rivendicazioni e aspirazioni. Un Governo di Emergenza Popolare. Un governo formato da uomini che agiscono direttamente e apertamente su mandato e al servizio delle organizzazioni operaie e popolari. È per questo che anche il Partito dei CARC, in più occasioni, ha annoverato Gino Strada tra gli elementi più autorevoli e adatti a ricoprire tali ruoli in un simile governo.

La morte di Gino Strada è un evento triste per le masse popolari italiane e di tutto il mondo. La sua vita, il suo esempio e la sua opera però devono essere d’ispirazione a tanti! Gino Strada con la sua opera ha dimostrato che è possibile costruire un’altra sanità e che possibile organizzarsi per costruire una nuova società gestita e diretta dalle masse popolari organizzate.

Che sempre più esponenti del mondo culturale, sindacale, politico e della società civile scendano in campo a sostegno di chi lotta per la difesa del diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione, alla casa, per la difesa dell’ambiente e di tutte le conquiste di progresso e civiltà che il governo Draghi (su mandato degli USA, della UE, dei sionisti, di Confindustria, del Vaticano, delle organizzazioni criminali e del resto dei poteri che governano il nostro paese) oggi vuole stracciare e distruggere.

Che sempre più lavoratori, precari, disoccupati, immigrati e studenti prendano a organizzarsi, a formare comitati sui luoghi di lavoro, a non abbassare più la testa di fronte ai tagli dei salari, alle chiusure delle aziende, alle inesistenti condizioni di sicurezza nelle aziende, alla mancanza di prospettive che non siano precariato e disoccupazione, alla retorica della borghesia che vuole mettere masse popolari contro masse popolari.

A fronte di una società, quella borghese, allo sbando, l’unica via d’uscita è l’organizzazione finalizzata alla costruzione di un nuovo mondo, il socialismo. Primo passo per arrivarci è, attraverso l’organizzazione capillare e il coordinamento di tutte le forze possibili, cacciare il governo Draghi e imporre un proprio Governo di Emergenza Popolare.

Bisogna portare e praticare ovunque la parola d’ordine dell’organizzazione e del non delegare più a nessuno il nostro futuro!

Gino Strada non era un comunista e non puntava a sovvertire lo stato di cose presenti attraverso la rivoluzione socialista, ma è stato una figura autorevole e degna del rispetto delle masse popolari del nostro paese e di tutto il mondo. Una figura che noi comunisti teniamo stretta e vicina al nostro campo. Un uomo che rimarrà nei cuori delle masse popolari e la sua opera vivrà nella lotta, nell’organizzazione e nell’impresa dell’instaurazione del Governo di Emergenza Popolare.

Il nemico è un gigante dai piedi di argilla. Il futuro appartiene alle masse popolari organizzate, a quanti lottano e osano cambiare il corso delle cose, a quanti si organizzano per vincere! Mettiamoci all’opera, prendiamo in mano il governo del paese e il nostro futuro!

W Gino Strada!

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